Papa Francesco alla GMG: I Tre Linguaggi e l'Urgenza di Cura per la Casa Comune
Ho seguito alcuni momenti delle giornate di papa Francesco alla “Giornata Mondiale della Gioventù” in Portogallo, e ritengo importante riportare alcuni messaggi che il Pontefice ha voluto donare ai giovani presenti e non solo.
Personalmente piace molto il riferimento che il Papa fa ai “tre linguaggi”
Il linguaggio della testa, quello del cuore e il linguaggio delle mani".
Il linguaggio della testa per pensare chiaramente a quello che sentiamo e facciamo. Il linguaggio del cuore per sentire bene, profondamente, quello che pensiamo e facciamo. Il linguaggio delle mani per realizzare quello che sentiamo e pensiamo.
Queste parole non possono non portare a una seria riflessione; troppo spesso molti giovani si lasciano attrarre da “profeti” della bella vita, del tutto e subito, del “sono libero per cui faccio quello che voglio”, e via dicendo, mettendo però la Ragione e il buon senso in cantina e le cui conseguenze si pagano a caro prezzo. Così è per il linguaggio del cuore, dell’anima, della coscienza che, se ascoltati ci indicano la giusta via. Il linguaggio delle mani è l’opera, è il costruire. Insomma, se operiamo per una VITA BELLA e BUONA, la costruzione è su roccia sicura.
Papa Francesco osserva che per Dio dietro ogni nome c’è un volto ma che non sempre è così nella società. I social, ad esempio, si servono dei nostri dati personali non per interpellare “l’unicità” di ciascuno ma la sua si “utilità per le indagini di mercato”. Parla di lupi nascosti dietro falsi sorrisi che ingannano e poi lasciano soli. E avverte:
Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro.
I social si servono di noi per una utilità di mercato, ossia economica; anche noi diveniamo numeri e merce. I social non possono dare la felicità, perché questa la si trova in ben altro. ( per chi vuole il Papa offre la persona di Gesù, che non delude perché è la Via, la Verità e la Vita). I genitori che pensano sia buona cosa dare ai figli ancora in tenera età un telefonino stanno commettendo un grave errore educativo.
Dobbiamo riconoscere l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune. Tuttavia, ciò non può essere fatto senza una conversione del cuore e un cambiamento della visione antropologica alla base dell’economia e della politica.» In particolare riferendosi all’ambiente, papa Francesco lo riconduce alla dimensione della tutela della casa comune che è l’effetto della coesistenza e anche dell’intersecarsi di prospettive diverse: ambiente e educazione, ambiente e sana economia, ambiente e lavoro, ambiente e rispetto della dignità e dei diritti:
il futuro pensando alle nuove generazioni, ad iniziare da coloro che si affacciano alla vita e che magari trovano impedimenti nel proseguire, perché ideologie, politiche, legislazioni solo in apparenza si occupano di dare entusiasmo e continuità al loro futuro.
Un richiamo che dovrebbe impegnare tutti, nessuno escluso, a svolgere la propria parte con senso del dovere verso il nostro pianeta, con semplicità e onestà, senza lasciarsi travolgere da ideologie insane che pretendono di avvilire la dignità delle persone. Purtroppo, l’aspetto economico, cui l’umanità è serva, continua nel suo cammino di speculazione e guadagno.
La buona politica può fare molto, può essere - sottolinea il Papa- generatrice di speranza. Essa, infatti, non è chiamata a detenere il potere, ma a dare alla gente il potere di sperare. È chiamata, oggi più che mai a correggere gli squilibri economici di un mercato che produce ricchezze, ma non le distribuisce, impoverendo di risorse e certezze gli animi. È chiamata a riscoprirsi generatrice di vita e di cura, a investire con lungimiranza sull'avvenire, sulle famiglie e sui figli, a promuovere alleanze intergenerazionali, dove non si cancelli con un colpo di spugna il passato, ma si favoriscano i legami tra giovani e anziani.
La buona politica … qui il discorso si fa più lungo e impegnativo, tuttavia, senza dilungarmi troppo, i politici farebbero bene a seguire queste indicazioni se davvero si vuole arrivare ad avere una società più giusta, più felice. Altro richiamo quanto mai opportuno è il riferimento a non cancellare il passato, e gli Anziani ne sono la testimonianza, per una pretesa del politicamente corretto, è un grave errore poiché il passato aiuta a vivere meglio il presente e impostare un futuro più saggio. Un appunto: non è vero che non si può debellare la fame nel mondo e le malattie, basterebbe non sprecare risorse per costruire armi e cose inutili legate alla verità dell’uomo.
C’è “l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune. Tuttavia, ciò non può essere fatto senza una conversione del cuore e un cambiamento della visione antropologica alla base dell’economia e della politica. Non ci si può accontentare di semplici misure palliative o di timidi e ambigui compromessi”. Lo ha detto il Papa agli universitari aggiungendo: “In nome del progresso state facendo un regresso e questo non è possibile.
Misure palliative e compromessi non portano da nessuna parte, sono una illusione che poi dimostrano la loro fallacia. Perché allora si continua a perseverare su una strada che porta “a un vicolo cieco?”.
Per Papa Francesco il titolo di studio non deve essere visto “solo come una licenza per costruire il benessere personale, ma come un mandato per dedicarsi a una società più giusta e inclusiva, cioè più progredita”.
Anche questa sottolineatura è sicuramente da prendere in considerazione, infatti, chi ha avuto l’opportunità di poter studiare, opportunità che dovrebbe essere offerta a tutti indistintamente, ha il dovere morale di mettere il suo sapere a favore di tutti e non solo per arricchirsi.
Questo è quanto mi sono sentito di scrivere.