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Auguri Papà: giornata di ordinaria follia a Milano

omer-simpsonUNA GIORNATA DI ORDINARIA FOLLIA A MILANO

Suona la sveglia, ho sonno... Mi alzo, mi vesto, arrivo alla fermata della metro, ed ecco che prendo una copia del Metro. Le solite notizie noiose, niente di particolare...ma aspetta! C'è Homer Simpson che ha scritto un articolo, ma per quale ragione? Oddio, è la festa del papà oggi (il titolo dell'articolo del personaggio dei Simpson me lo fa venire in mente)! Prendo il telefono e paleso a mio padre tutto il mio profondo rispetto e gratitudine per avermi prestato quei 100 euro l'altro giorno e anche per avermi messo al mondo e cresciuto (ma solo in secondo luogo eh). Mentre sono al telefono, ecco che mi si presenta di fronte un clochard, che mi chiede una moneta tenendo in mano la foto di un bambino, tutta probabilità il figlio...

Al momento non ci faccio troppo caso, gli do una moneta e proseguo per la mia strada. Pochi passi dopo mi ritrovo a pensare sul significato dell'essere padre, a tutte le responsabilità, a tutto l'amore che ci vuole per crescere una creatura, e forse la festa del papà (come quella della mamma) dovrebbe essere celebrata ogni giorno con striscioni e affetto a più non posso; sull'onda di questi pensieri quasi torno sui miei passi, per chiedere all'uomo del bambino, ma mi accorgo che il poveretto e sparito, come un'ombra alla luce del sole. Bha, lasciamo stare, sono pensieri troppo profondi alle 8 di mattina, soprattutto se si è in stato di dormiveglia. Comunque Homer sul giornale è davvero una figata (e somiglia molto a mio padre, per essere sinceri). Mentre mi dirigo all'ateneo guardo la prima pagina, e noto con dispiacere che la situazione della Grecia è sempre peggiore, con Cipro che è arrivata a dover concedere il prelievo forzoso per salvare il paese; ecco, nella mia ignoranza derivante dall'ora proibitiva, mi chiedo come sia possibile che uno stato finisca per togliere letteralmente i soldi ai propri concittadini, una cosa davvero scandalosa. La follia è dietro l'angolo, tra queste nuove emergenze, Berlusconi che annuncia battaglia se il Colle si sposterà a sinistra ci sarà il Pdl in piazza(vorrei questo solo per vedere il Professorone Brunetta martellato per essersi un'ora di vacanza alla faccia di chi timbra, visto che parla tanto di puntualità e lavoro). Mentre scuoto la testa in metropolitana, incontro un mio professore di economia, che mi spiega come certe misure (quelle della Grecia) siano la diretta conseguenza di una situazione di incuranza prolungata, dove si è fondata una moneta unica senza avere un'unità di etnie e di pensieri, così come senza una banca centrale che potesse evitare la caduta repentina di certi stati.
Beh, con tutto il rispetto professore, preferivo decisamente Homer, e purtroppo devo scendere; meno male che lui sta andando a una conferenza e non mi può seguire.
Messo un piede fuori dalla metropolitana si palesa di fronte a me il mio professore di filosofia del diritto del primo anno, uomo di grande cultura, che mi spiega non solo che l'Europa non ha badato all'aspetto economico, ma anche a quello etnico e soprattutto morale. E' una crisi morale, non c'è dubbio. Subito mi torna in mente l'episodio accaduto pochi giorni fa in Ungheria, dove il presidente del consiglio ha praticamente sconquassato la costituzione, mettendo in difficoltà l'intero parlamento, premiando poi tre noti razzisti antisemiti; il tutto mentre il presidente della Repubblica ungherese si trovava in visita in Germania; della serie i golpe sono storia ormai passata.
Oddio no, non metterti a parlare con il filosofo che ti sta di fronte, altrimenti arriverai tardi a lezione: così saluto il buon prof e mi rimetto in viaggio.

Oggi è una bella giornata, il sole è caldo, la giornata è però fredda, un binomio curioso alle soglie della primavera; del resto, come dicevano tutti i nonni del mondo, non esistono più le mezze stagioni. L'aria ha un non so che di frizzantino, ed è triste osservare come le persone si preoccupino a correre a dritta e a manca non potendosi mai fermare a tirare una bella boccata d'aria senza dare un'occhiata all'orologio. Ecco appunto, fai “il colto”, che arrivi tardi. Proprio fuori dall'entrata dell'università ecco che si presenta un episodio piuttosto curioso: due ragazzi si mettono a litigare per essersi quasi centrati sulle strisce pedonali. Uno, che è a piedi, accusa l'altro, in bicicletta, di non essersi fermato e di aver rischiato il capitombolo; l'altro, da parte sua, non vuole cambiare la sua posizione in merito a chi abbia ragione. Un pensiero mi balena in testa: che dovrei fare? Intervenire, o passare come se nulla fosse? Meglio l'omertà, che ti salva, o l'interventismo, che ti mette in pericolo? Forse un uomo non dovrebbe trovarsi di fronte a situazioni del genere, perchè il buonsenso imporrebbe ai due ragazzi  di finirla con le bambinate, tanto nessuno si è fatto male: semplicemente non pensateci, non prendetevi troppo sul serio, e soprattutto vivete.
Ma cavolo Platone, sei in ritardo! Mi avvio verso le scale, apro la porta della lezione, pensando che in fondo la giornata non è nemmeno iniziata, e in fondo è bello che sia così... Ed ecco la sveglia che suona, per l'ennesima volta, con mia madre che mi dice di alzarmi... Cavolo, sono in ritardo!

Andrea Lino

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