Festa delle donne: Mamma, da grande farò la principessa- gli ESPERTI
Se Joe di Piccole donne incarna il nostro ideale di adolescente talentuosa e ribelle, pronta, con il suo temperamento impulsivo, a combattere il mondo, attraversando i pregiudizi e scontrandosi con l’antico ruolo marginale della donna nella società, allora forse sgraneremo gli occhi nell’osservare quanto frequentemente le nostre bambine e preadolescenti sfiorino tale modello, assestandosi spesso e volentieri ad un livello d’indipendenza fisica e psicologica ben superiore.
Con tenerezza guardiamo bimbe sempre più decise, formate nelle abitudini e nei gusti ad età sempre più precoci. Una volta a 7 anni, le mamme ci preparavano i vestiti e noi, volenti o nolenti, li indossavamo. Spesso, oggi non è più così.
Chiedo un parere a Rossana e Elena, maestre elementari e a Chiara, psicologa e insegnante.
Mi rivolgo a professioniste che trascorrono le loro giornate a contatto con bambini tra i 6 e i 10 anni e la prima domanda che pongo è: quando? Quando le nostre figlie sono passate dal sognare, giocando con il castello di Barbie, una vita da principessa all’indossare la corona di Little Miss America? La risposta su cui convengono, mi riporta al qui e ora: il modello della principessa oggi è “rivisitato”.
Per essere le Top non servono abiti sontuosi, castelli o eleganza, non la magia del gioco, ma party di compleanno al ritmo dance delle migliori discoteche. Gli hobbies sono svariati: tango, yoga, una bella seduta dal parrucchiere con colpi di sole e make up.
Sorridiamo quando pensiamo queste giovanissime donne riproporre in versione “miniatura” atteggiamenti e abitudini dei propri modelli femminili e, senza stigmatizzare uno o l’altro paradigma, passiamo oltre.
Queste preadolescenti sono forse più mature delle coetanee delle precedenti generazioni?
Qui, le note dolenti non tardano a farsi sentire e la risposta è nuovamente univoca: NO.
-I bambini in generale sono sempre più “piccoli”- fanno presente, non hanno regole di comportamento, sono demotivati allo studio e si demoralizzano con gran facilità. I bambini sono molto SVEGLI, ma disorientati nel processo di formazione. Scuola e famiglia devono collaborare per fornire strumenti univoci con cui questi preadolescenti posso orientarsi nel processo di crescita: se tale sistema viene meno, il risultato è un ragazzino confuso che potenzialmente sarà un adulto insicuro e poco affidabile.
A spezzare una lancia in favore di questa generazione, interviene Roberto, con alle spalle un percorso diverso dai precedenti: una buona esperienza in fatto di ragazzi, maturata attraverso esperienze di animazione, come coordinatore di centro estivo a Opera e titolare dei corsi pomeridiani di espressività e musica presso alcune scuole elementari nel pavese.
Roberto difende questi ragazzini un po’ disordinati nelle loro espressioni di creatività, un po’ irruenti nel modo di giocare. Questi bambini, o preadolescenti, hanno maturato grandi abilità logiche e manuali (i videogiochi vengono spesso conclusi con estrema facilità), ma utilizzano dei canali poco idonei per esprimerle. Secondo Roberto, da questa generazione di “giovani scatenati” ci si potrebbero aspettare ottimi risultati se solo una “guida” insegnasse loro come conseguirli: “tutto risiede nello sfruttare le loro potenzialità, stimolando creatività e fantasia”.
Ultima, ma non ultima, cuore di mamma, interviene Rossella.
Rossella ha bimbi un po’ più piccoli di quelli presi in analisi (2 e 4 anni) e fortunatamente non si trova ad affrontare problemi simili. Il modello cui si ispirano è la mamma, -una mamma che può sbagliare, ma deve saper chiedere scusa-.
Rossella con tenerezza ammette che le domande dei bimbi sono tante, sicuramente meno, però, di quelle che una mamma si fa sul futuro dei propri figli (compreso: -Se Greta volesse fare la velina al posto della Principessa, cosa le dirò?-)
Rossella è cresciuta a Quarto Oggiaro e da sempre si occupa di iniziative di solidarietà e promozione per questo quartiere che ha sempre amato molto. Nonostante ciò, i dubbi non mancano; si chiede quanto le proprie scelte influenzeranno la vita dei suoi bambini.
Rossella si fa tutte queste domande perché crede fermamente nel ruolo educativo di genitori e scuola, perché crede che i valori essenziali non passino mai di moda.
Una cosa è certa: cosa sognino le nostre bambine forse non lo capiremo mai con totale sicurezza, forse perché oggi sognare ed essere sono concetti completamente separati.
Ad ogni modo, nella speranza che uno splendido futuro le attenda, iniziamo questo 8 marzo con una frase, suggerita da Rossella, di Luciana Littizzetto: “Tu pianti genziane e loro nascono tulipani”.
I figli non crescono mai come li vorremmo, perché sono persone diverse da noi e questo un genitore lo deve sempre tenere a mente, ma si tratta comunque di SPLENDIDI TULIPANI.