Giornata contro la violenza sulle donne: l'opera d'arte visiva "Il luogo più pericoloso"
Il 25 novembre è la Giornata contro la violenza sulle donne, nelle piazze italiane vengono esposte scarpe e palloncini rossi per non dimenticare le vittime di femminicidio.
Secondo l'OMS in tutto il mondo circa il 35% delle donne ha subito violenza fisica.
L'Italia non è esclusa da questo quadro tragico, anzi, come mostrano i report dell’ISTAT 2015 e 2018, il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito qualche forma di violenza fisica e nella maggior parte dei casi questa avviene tra le mura domestiche.
La violenza sulle donne non riguarda, quindi, solo la singola vittima ma la comunità intera, è una vera e propria emergenza umanitaria.
Purtroppo sentiamo e leggiamo ancora frasi come "L'uomo era accecato dalla gelosia" o "La donna l'aveva lasciato per un altro", tutte attenuanti per il carnefice, e accuse velate (ma non troppo) nei confronti della vittima.
È ancora lunga la strada per cambiare questa cultura che minimizza il femminicidio e giustifica in qualche modo il carnefice, ma un uso consapevole e attento della comunicazione è fondamentale!
In vista della Giornata contro la violenza sulle donne 2021 ci sta a cuore segnalare un'iniziativa che unisce arte e impegno civile: un'opera d'arte visiva che lancia un messaggio chiaro e forte contro la violenza sulle donne, partendo dall'importanza delle parole che spesso uccidono una seconda volta la vittima.
Il luogo più pericoloso
Le artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin presentano il terzo atto del progetto "Il luogo più pericoloso", a cura di Antonella Mazza.
L'opera "Il luogo più pericoloso" consiste in piatti da cucina di uso quotidiano, in ceramica, decorati con frasi estrapolate dai media per minimizzare episodi di cronaca legati alla violenza o usate dal violento per motivare il suo gesto.
Le parole testimoniano la guerra consumata all'interno delle mura domestiche che dovrebbero essere un luogo sicuro e che si rivela, invece, quello più pericoloso.
L'intento è far parlare di questa emergenza umanitaria e sottolineare la comunicazione distorta e misogina legata alla divulgazione delle notizie delle violenze, con parole che colpevolizzano la vittima, causando così un gravissimo equivoco culturale, antico e purtroppo ancora attuale.
Il terzo atto del progetto Il luogo più pericoloso è un video che verrà inserito, grazie al prezioso sostegno del Comune di Milano, nel palinsesto dei maxi impianti Urban Vision situati a Milano e a Roma.
L'idea è di Gianluca De Marchi in collaborazione con il Gruppo 25 Novembre e l'associazione Crisi Come Opportunità.
Nascita ed evoluzione dell'opera
L'opera è stata presentata per la prima volta nel 2019 a Firenze, a cura del Museo del 900 e di Sergio Risaliti, sempre in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Il 25 novembre del 2020 i piatti avrebbero dovuto essere esposti nel cortile di Palazzo Reale a Milano, nel Palinsesto I Talenti delle Donne.
A causa della pandemia, però, la mostra è diventata un'azione in Piazza Duomo in cui le artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, che sono madre e figlia, insieme alla curatrice Antotella Mazza e ad altre donne sono state fotografate con i loro piatti da Marco Del Comune.
L'ulteriore evoluzione del lavoro nel 2021 è appunto il video che documenta la rottura dei piatti con le parole usate dai media che in molti casi minimizzano la violenza sulle donne e fanno uso di banali e irrispettosi luoghi comuni.
Il video verrà proiettato in varie città italiane: Milano, Torino, Verona, Biella, Genova, Roma, Salerno, Potenza e tante altre.
Giovedì 25 novembre ci sarà, quindi, un gran rumore di piatti rotti in tutta Italia proprio per simboleggiare la necessità di rompere col passato e con i luoghi comuni, per costruire finalmente una nuova cultura basata sul rispetto.