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Il 26 Maggio il grande Palio a Legnano. Ce lo racconta la Contrada La Flora

“Sia seme la virtù Vittoria il Fiore”contrada flora legnano

Tra qualche giorno per Legnano sarà festa grande: il prossimo 26 Maggio la città rivivrà il momento storico rievocativo più significativo : il Palio.42b3ac55 64b2 4dd7 b362 6b35eea82955

La sfilata, composta da circa 1200 figuranti in costume è organizzata secondo regole stabilite.

Il corteo si divide in tre parti principali: Delegazioni e gonfaloni delle città, appartenenti alla Lega dei Comuni, Contrade, Carroccio e Compagnia della morte.

 Le contrade sono 8.

La mattina, prima della sfilata e della corsa, in piazza San Magno, sul Carroccio, si celebra la Messa che è seguita dall’investitura religiosa dei capitani e dalla benedizione dei cavalli e dei fantini che correranno al Palio.

Ogni contrada può sfilare con un massimo di 110 figuranti e di 16 cavalli e svolge un tema specifico dell’epoca medioevale: la Contrada  la Flora ha come tema la guerra. Il cuore pulsante della sfilata è il corpo armato.

A guida dell’imponente gruppo della cavalleria armata avanza il Capitano che saluta con la spada incisa con i simboli dei 4 Evangelisti. Siamo andati nella Contrada rossoblu La Flora e lo abbiamo intervistato insieme alla sua reggenza.8950168c ee69 4547 869c 55508a9a3913

Il Capitano: Vincenzo de Milatoflora

Il suo percorso in Contrada. Come si è sviluppato nel tempo?

Io entro in Contrada nel lontano 1986 1987, mi ha portato un ragazzo che purtroppo oggi non c’è più. Si chiamava Stefano Mustoni, detto Ciccio, da lì ho iniziato la mia vita di contrada all’età di 15 anni. Non ho mai aspirato al comando, perché secondo me non è importante questo tipo di carica ma è importante riempire la contrada e mi sono messo in gioco, perché il mio obiettivo innanzitutto è il popolo di contrada.

Perché un capitano ha bisogno dei suoi contradaioli?

I contradaioli sono l’anima di una contrada. Senza di essi non esisterebbe il maniero con le sue attività, il Palio, la passione, l’impegno. Sono grato a chi è al fianco e mi accompagna da tempo e ai reggenti di nuova nomina che, con impegno e dedizione, stanno facendo il loro lavoro.

Quale le qualità che i rossoblu le hanno riconosciuto?

Da quando sono entrato come capitano le decisioni le prendo con il mio popolo. Sono tanti gli insegnamenti che ho ricevuto in contrada e che ora sto trasmettendo. Ogni giorno loro mi riconoscono come guida e io spero di non deluderli.

Quali sono gli obiettivi di questo anno di Palio?

Gli obiettivi sono sicuramente cercare di dare il massimo. Con la mia commissione corsa abbiamo fatto un grosso lavoro e non lasciamo nulla al caso, abbiamo scelto, provato e selezionato la miglior coppia di cavallo e fantino per affrontare la corsa dando il massimo.

Che messaggio vuole dare ai suoi contradaioli?

Se mi hanno scelto come Capitano è perché credono in me e io cercherò sempre di dimostrare che la loro fiducia da parte mia è ben riposta.a3ceb752 1277 430a 9f40 39ad0b928b7c

La Castellana: Francesca Ponzelletti

Come si prepara al Palio una castellana?

Sono Castellana e grata della mia carica, ma prima di tutto io mi sento una Contradaiola della Flora. Lavoro con il gruppo cerimonieri e la Commissione Costumi. Ci stiamo preparando e tante sono le novità ma non mi sento di svelare altro per non togliervi la sorpresa …

Come si diventa Castellana?

Tutto è iniziato un qualsiasi lunedì sera di febbraio 2014, quando alcuni amici, dopo svariati inviti, finalmente mi hanno portata in Contrada e, varcando il portone di via Menotti 206, sono entrata in questo mondo, che conoscevo solo superficialmente, e piano piano ha iniziato a far parte della mia vita.

 Ricordo ancora che quel lunedì non c'era tanta gente, faceva freddo e si è pigri a uscire di casa in inverno, ma un uomo magrolino, non troppo alto, con i capelli e gli occhi scuri e dallo sguardo simpatico, mi ha accolta con un grande sorriso: era proprio lui, il mio Capitano Vincenzo. Provo piena gratitudine ora per il mio Capitano, per avermi scelta.

Ci racconti cosa significa il gesto di mostrare l’anello durante la sfilata?

L’anello rappresenta il sigillo della mia investitura. È per me un orgoglio rappresentare la mia Contrada di fronte a tutta la città, orgoglio che si collega anche ad una grande responsabilità, perché ho anche il compito di rappresentare una tradizione storica e un patrimonio di un valore inestimabile. È il mio primo anno di reggenza e quindi tutto è una scoperta, e non nego che a volte mi spaventa, ma al tempo stesso mi incuriosisce molto.
Grazie a questo mandato ho l’opportunità di conoscere nuove persone, fare nuove esperienze e mettermi in gioco.  È un onore bellissimo rappresentare non solo la Contrada tutta, ma anche Legnano con la sua storia.

Lo Scudiero: Giacomo Centonzescudiero legnano palio

Come hai iniziato il tuo percorso da scudiero?

Ho passato una gioventù spensierata tra le mura di questo maniero. Ora cerco di trasmettere ai giovani che vi entrano lo stesso entusiasmo e di essere anche aperto all’ascolto. Perché bisogna seguire una tradizione ma anche sposarla con il punto di vista di nuove generazioni, che sono il Palio del futuro.

Che ruolo educativo ha il Palio?

Le famiglie devono riscoprire nelle Contrade dei luoghi in cui i propri figli possano coltivare la propria passione in sicurezza. Dobbiamo essere in grado di rappresentare una concreta alternativa a tante altre “valvole di sfogo" che il mondo purtroppo fornisce a questi ragazzi.

Come Contrada ormai da anni portiamo avanti un progetto nelle scuole dell’infanzia ed elementari del territorio per avvicinarli già da piccoli al mondo del Palio.

Il nostro corteo è aperto dalla banda dei tamburini e delle chiarine che, con il ritmo cadenzato e potente dei suoi strumenti, incita i combattenti. Sono tutti ragazzi di Contrada che durante l’anno si ritrovano nelle fredde serate d’inverno per provare e riprovare. Solo così si arriva pronti, all’ultima domenica di maggio, per aprire orgogliosamente la sfilata della propria Contrada.
Il ruolo educativo del Palio è tutto qui, dietro la passione che si trasmette di generazione in generazione. Nelle regole da rispettare, nel rispetto della storia.

Il Vice Gran Priore: Giancarlo Aloisivice priore legnano

Cosa è cambiato rispetto al Palio del passato?

I ricordi più belli sono gli scherzi che facevamo alle contrade. Ne facevamo di tutti i colori, c’era il furto delle bandiere delle contrade rivali negli anni ’70 e ’80. Affiggevamo noi le bandiere ai pali, come fossero alberi della cuccagna, e rubavamo le altre.

Come arginate oggi la prepotenza verso altre contrade rivali?

La rivalità è rimasta ma noi cerchiamo sempre di insegnare ai giovani il rispetto. Rispettando noi stessi le 7 rivali.

Su cosa puntate per questo Palio?

Siamo lieti di annunciare la nascita della Scuderia Flora, un nuovo capitolo nella storia della Contrada Rosso Blu. Questa nuova realtà è composta da giovani Contradaioli appassionati al mondo del Palio e pronti a portare il loro entusiasmo e la loro dedizione nella nostra comunità.

Abbiamo una scuderia rinnovata con cavalli promettenti e pieni di ambizione e poi c’è stato quest’anno il ritorno di Giosuè, il talentuoso fantino che nel 2021 ha riportato il sorriso nel nostro popolo. Siamo consapevoli del nostro potenziale e ci aspettiamo solo belle cose.

La Gran Dama: Fabiana Monticelligran dama legnano

Come sei diventata Gran Dama?

Ero una ragazzina di 25 anni quando con alcune amiche sono entrata per la prima volta in Contrada, la vita di chi si impegnava quotidianamente per rendere sempre viva la tradizione mi ha da subito affascinata. È in Contrada che ho conosciuto e mi sono innamorata di Cristiano, sempre qui ho imparato ad amare gli abiti e la loro storia. Ho potuto mettermi in gioco concretamente, diventando cerimoniere, e poi facendo parte della commissione costumi ed infine oggi sono Gran Dama.

Amare i tessuti amare i ricami, solo chi ha passione per la tradizione lo può fare. Qual è il pezzo forte della vostra contrada?

Il tema della sfilata della Contrada Sovrana La Flora è “la guerra”, soggetto questo che negli anni è stato notevolmente sviluppato intorno al corpo nobile con la realizzazione degli abiti e degli accessori per la corte e per il drappello armato.

Il gruppo d’armi è stato da qualche anno perfezionato grazie all’avvento della macchina da guerra e soprattutto all’introduzione degli armati a cavallo che, con costumi ed armi esattamente riproducenti gli originali dell’epoca, chiudono in maniera altamente spettacolare la sfilata della Contrada.
Grande è l’orgoglio della Contrada per i propri costumi, infatti la scelta e la ricerca di questi manufatti è frutto del nostro costante lavoro.
Facendo parte della Commissione Costumi, lavoro per recuperare informazioni da dipinti, bassorilievi, libri e ovunque sia possibile, riuscendo a creare modelli e disegni che in seguito verranno realizzati dalla sartoria di Contrada. Il lavoro di confezione degli abiti dura circa 1 anno per i vestiti più ricchi e qualche mese per i più semplici; ovviamente a questo va poi aggiunto il mantenimento ed il restauro degli abiti di più vecchia fattura, alcuni dei quali risalenti al 1950, e la creazione degli accessori quali scarpe, cinture, corone ed armi.

Cosa serve per fare vita da contrada?

Per appassionarsi alla vita di contrada servono due cose: occhi attenti e in grado di appassionarsi e orecchie sempre disposte ad ascoltare i consigli e le storie di chi ci ha preceduto.

LA FLORA SIETE VOI, TUTTI VOI, E SPERO SAPPIATE E RICORDIATE SEMPRE, CHE SENZA I CONTRADAIOLI IL CUORE DELLA NOSTRA CONTRADA SMETTEREBBE DI PULSARE” (il Capitano)

(Foto di MP Photographer)

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