Le calze color carne: se le conosci le eviti
In o out? Pro o contro? A favore o in piena condanna con tanto di giudice e forze armate?
Ebbene si, siamo nel 2019 e ci sono ancora donne che si schierano in difesa dei celebri collant nude e donne ( e uomini, compagni, mariti e fidanzati traumatizzati) che invece preferirebbero camminare in inverno, con meno 22 gradi, lungo i paesaggi della Norvegia a gambe fuori (ormai violacee dal gelo) piuttosto che indossare i celebri collant targati Filodoro o Franzoni .
Ma perché c’è tutto questo odio per le calze color carne? Probabilmente qualche donna schizzinosa o qualche uomo sessualmente frustrato ed inappetente avranno sparso la voce che le calze color carne rappresentano l’anti sesso, e il mondo femminile si è diviso in due categorie: le impavide che hanno bruciato collant e autoreggenti color pelle e le battagliere che con estremo coraggio hanno continuato a sfoggiarle senza ritegno o timore di prendersi una randellata sui polpacci “giallini” da calze.
Bisogna essere sinceri, onesti ed impavidi da giudizio (anche un po' cinici) : le calze color carne si indossano in poche occasioni e se sei una certa persona. Ad esempio se sei Beyoncè o J.lo. oppure sei la prima ballerina di Fred Astaire .
Oppure, se hai 89 anni e mezzo e hai le vene varicose dopo 45 anni di lavoro in lavanderia, o sei sposata con il primo genito d’Inghilterra e devi far sfigurare il ciuffo impomatato di tuo suocero ( e il raso doppio strato del tailleur di tua suocera). In ultima istanza, non vanno dimenticate, MAI , se di mestiere fai il rapinatore e le banche sono il tuo forte.
Scherzi a parte , se ne dicono di ogni riguardo il nude look delle gambe con collant. Ad esempio che ingrassano, o che “meglio calzettoni e decolté che collant color castoro o dainetto!” , “che è tutta una questione di Den” o addirittura “ che donano un’allure abbronzata”. Invece no. Bugia. Le calze color carne andavano di moda negli anni ’50 , con i vestiti a pois e i foulard tra i capelli. Se sono fuori trend i pantaloni a vita bassa ( altezza massima : inguine) , figuriamoci i collant watermelon.
Ma il galateo fa da paciere e cerca una via di mezzo tra le soldatesse del collant: si, dunque, ai collant in inverno, autunno, primavera ed in alcuni contesti particolarmente formali, come cerimonie o gran galà, anche in estate. Non sobbalzate dalla sedia per questa a tratti indecente affermazione, ma c'è una netta differenza tra una mise elegante ed una formale e tra i tasselli che definiscono questa differenza ci sono anche i collant. Quindi se proprio vogliamo assecondare il vademecum del comportamento, consiglierei, se non possiamo combatterle, giochiamoci le calze in zona Cesarini.
No, dunque:
- ad un colore diverso dalla nostra carnagione attuale
- a finish lucidi
- pesantezza non commisurata all'occasione e alla stagionalità.
Detto ciò , a schieramenti ormai fatti e disfatti, va fatta una precisa e giusta considerazione. Che siano i collant color cammello o la fascia 70’s tra i capelli, non importa. Qualsiasi accessorio o abbigliamento ci farà sembrare sempre goffa quanto una vacca spagnola ( è peggio di quella svizzera che ci fa i Loacker, fidatevi!) se indossate con estremo disagio e con l’eleganza di Loredana Bertè. Quindi se vi sentite coraggiose quanto l’ultimo dei Mohicani, osate pure. Purché non vi lanciate anche in difesa, in stile WWF, del gambaletto. Quello no. E’ inaccettabile per qualsiasi FashionCredo. Se vi vedessero Carla ed Enzo…
Angelica Rossi