Storia del Teatro di Varietà
Il teatro di varietà, più conosciuto come varietà, è uno spettacolo di arte varia che comprende canzoni, recitazioni comiche, illusionismo, farse eccetera, senza un particolare filo conduttore che le unisca. Nasce come evoluzione di altre forme di spettacolo, come ad esempio il café-chantant o caffè-concerto, il burlesque, e altri ancora, sino a quando verso la metà del XIX secolo acquistò una sua autonomia.
Le sue radici comunque sono da ricercare nello spettacolo popolare, in piccole commediole a volte improvvisate, da artisti di strada o cistercensi. Ci si esibiva in teatri, in sale da caffè o in altri spazi anche improvvisati, su un palco all'uopo costruito e addirittura nella piazza.
All'inizio le rappresentazioni erano a metà tra la canzonetta e il monologo, poi si passò alla "macchietta", data da un personaggio che canta una canzoncina ironica e burlesca, la cui invenzione è attribuita all'attore comico e cantautore napoletano Nicola Maldacea. Dalla macchietta il varietà si arricchì con numeri di balletto, di trasformismo e prestidigitazione e altri ancora.
Il varietà italiano, proprio per la formazione della nostra penisola, non era uniforme, ma si può suddividere in teatro del centro-nord, che comprendeva il Veneto, il Piemonte, la Lombardia e la Toscana, e un teatro del centro-sud, soprattutto Napoli e Roma.
Purtroppo i critici di allora non erano molto teneri con questo tipo di spettacolo, poiché non la consideravano vera arte, tanto che gli attori del genere varietà non avevano diritto a nessuna pensione in quanto lo Stato italiano non li riconosceva come attori; così come non avevano nessuna sovvenzione o incentivo statale. Con l'avvento del fascismo il varietà subì una ulteriore eclissi. Nel 1913 Filippo Tommaso Marinetti, poeta, scrittore drammaturgo, pubblicò sulla rivista "Lacerba" il Manifesto del teatro di varietà, esaltandone la spettacolarità, il paradosso e la bravura degli interpreti, con la loro spontaneità e capacità di improvvisazione. A questo proposito come non menzionare Petrolini e Totò? Due grandi dello spettacolo!
Lo spettacolo di varietà diveniva "Rivista" quando era a un più alto livello e organizzato in modo rigoroso e basato su un copione scritto, altrimenti si doveva parlare di avanspettacolo, affine al cabaret, e considerato minore rispetto al teatro di rivista e del varietà. Una, a mio avviso, degenerazione del varietà avvenne tra gli anni sessanta e settanta del Novecento quando al posto dei numeri comici si introdussero gli spogliarelli, che poi degenerarono in film pornografici e pornografia cosiddetta morbida.
Nell'avanspettacolo ci sono stati attori come Totò, Anna Magnani, Eduardo De Filippo, Aldo Fabrizi, Erminio Macario, Lino Banfi; tanto per citarne alcuni. Alcune pellicole realizzate sul mondo dell'avanspettacolo sono state, ad esempio: I pompieri di Viggiù e Polvere di stelle con la regia di Alberto Sordi. Anche la televisione ha portato sugli schermi l'avanspettacolo, ricordo ad esempio il programma "Avanspettacolo" del 1992 su RAITRE.
Riporto un elenco dei protagonisti che hanno fatto del varietà la loro professione.
Parto dagli anni Venti.
- La soubrette che ha inventato " la mossa", Maria Campi, alias Maria De Angelis.
- Il grande illusionista Harry Houdini.
- Il trasformista Leopoldo Fregoli, che era capace di cambiare in pochi secondi la caratterizzazione del personaggio che andava ad interpretare.
- Ettore Petrolini, cantante, attore, macchiettista, specializzato nel genere comico, considerato uno dei massimi esponenti di questa forma d'arte.
- La russa Lydia Johnson, sciantosa e danzatrice erotica.
Negli anni Trenta ricordo:
- L'attrice Giustina Maria Maggio, in arte Pupella Maggio.
- L'attore, poeta, paroliere, commediografo e sceneggiatore Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, in arte Totò.
Gli anni Quaranta annoverano:
- La soubrette Wanda Osiris, pseudonimo di Anna Maria Menzio.
- Peppino De Filippo, attore comico, commediografo di grande popolarità.
- Odoardo Eugenio Giano Spadaro, attore e cantautore.
- L'attore comico Gilberto Govi.
- Erminio Macario, attore comico.
- L'attore Carlo Dapporto.
- Attore e macchiettista Nino Taranto.
- Pietro De Vico.
- Ave Ninchi.
Degli anni Cinquanta ricordo:
- Ugo Tognazzi, attore comico, regista e sceneggiatore.
- Raimondo Vianello, con la moglie Sandra Mondaini.
- Alberto Sordi, indimenticabile attore.
- Gino Bramieri, comico milanese.
- Delia Scala, attrice e ballerina, legata alla commedia musicale.
- Franca Valeri.
- Paolo Panelli.
- Walter Chiari.
Troviamo negli anni Sessanta:
- Jonny Dorelli, cantante e attore.
- Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, attori comici.
- Raffaella Carrà, soubrette, cantante, conduttrice televisiva.
Molto ci sarebbe ancora da scrivere, ma lo spazio a disposizione penso di averlo già consumato tutto. Un ultimo pensiero va al Varietà, alla Rivista, che mi auguro possano ritornare in auge.