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Binasco: storia e arte

binascoArchiviato il comune di Besate, passiamo a quello di Binasco. Binàsch se si pronuncia in dialetto milanese.

Binaschini si dicono invece gli abitanti, mentre il santo patrono del comune è la beata Veronica Negroni da Binasco, religiosa conversa del monastero agostiniano di Santa Marta in Milano.

L’etimologia del nome è controversa, alcuni lo vogliono discendere da nome latino di persona “Benanu”, altri dal dialetto lombardo “Bina”, col significato di riparo, altri ancora dal latino “Bini”, ossia doppio, per la posizione del paese tra Milano e Pavia e posto alla congiunzione di due fiumi. Ad avvalorare quest’ultima tesi, il Cherubini racconta che affermare “vèss a Binasch” per i milanesi voleva dire essere a metà strada. Binasco vanta una storia antica, infatti, risale al secondo millennio a. C. e si deve a popolazioni liguri, in continuo movimento, la fondazione di molti villaggi, tra cui appunto Binasco.

Etruschi, Celti e Romani hanno segnato la storia di questo Comune. La presenza di un castello, o più precisamente un fortilizio, si fa risalire al 1129, grazie a una bolla del vescovo Bernardo, maniero che gli spagnoli modificarono profondamente all’epoca della loro presenza sul territorio. Nel 1170 è citato, per la prima volta, il comune di Binasco, con una sua organizzazione propria. La posizione geografica favorevole di Binasco, importante via di collegamento tra Milano e Pavia, portò agli abitanti notevoli benefici, grazie ai Visconti che ne presero il possesso. La presenza di truppe francesi al seguito di Napoleone, rappresentò per Binasco, una sciagura, infatti, nel 1796, il paese fu saccheggiato e bruciato, tuttavia gli abitanti seppero adoperarsi per una rinascita del loro comune, riportandolo a una nuova realtà.

Da visitare a Binasco

  • Chiesa parrocchiale dei santi Giovanni Battista e Stefano. La chiesa risale al 1787, e presenta aspetti interessanti. Pregevoli i pannelli che raffigurano i quindici misteri del Rosario, il miracolo della neve, del beato Baldassarre da Chiavari, la visita della beata Veronica a papa Alessandro VI e l’incontro tra il beato Gandolfo e San Francesco d’Assisi. Interessante anche l’effige in rilievo Quattrocentesca della Madonna con il Bambino, così come la pala, opera tardo seicentesca, che raffigura la beata Veronica in estasi in mezzo agli Angeli, mentre stringe al cuore un ramo d’ulivo. Sopra l’altare sono conservate le spoglie della beata Veronica.
  • Il castello visconteo. Intorno agli anni 1280, iniziò la trasformazione del fortilizio in un vero e proprio castello, poiché si necessitava di solide mura difensive, e perciò caposaldo militare e luogo di carcerazione. Si presenta come un edificio rettangolare con quattro torri poste ai quattro angoli più una torre grande e massiccia, a pianta quadrata, al centro del castello. In una mappa datata 1566, si vede che il maniero era circondato da un fossato, che presentava un’altezza di poco superiore ai sette metri. Ludovico Sforza frequentò spesso il castello di Binasco, soprattutto per le sue battute di caccia. Il castello come lo vediamo oggi fu modificato, nel XVII secolo, dai nuovi feudatari di Binasco, i Mendoza.
  • Ancile del Navigliaccio. Portandosi alla stazione delle autolinee Milano–Pavia, si può visitare questo interessante angolo, chiamato dai binaschini "Burrone"”. Aveva, nella metà del XIV secolo, la funzione di piccolo porto.
  • Ponte di Binasco. Antico ponte edificato nel Medioevo e pattugliato da armigeri che riscuotevano la tassa sul pedaggio.
  • La Madonnina. È questa un’edicola votiva fiancheggiata da una colonna di granito, probabilmente antico ingresso al convento di Santa Maria in Campo.

Molte sono le persone famose legate a Binasco, tre i dichiarati dalla Chiesa beati, tra i quali menziono la religiosa Veronica Negroni, Ettore Mambretti, generale italiano, lo scrittore Giuseppe Scapucci e altri. Anche l’associazionismo, con diverse realtà, è presente e opera in questo Comune lombardo. Binasco ospita anche un curioso museo, il MuMAC, ossia il Museo della Macchina per caffè, inaugurato nel 2012 e il suo spazio espositivo è dedicato alla storia, e alla cultura della macchina espresso da bar. Il museo si trova in via P. Neruda, 2. È visitabile solo su prenotazione. Chiuso il lunedì e sabato. Info: tel. 02/90049362 oppure mail visite__mumac@gruppocimbali.com

Binasco si raggiunge in auto percorrendo la strada che conduce a Pavia via Rozzano. In treno da Milano Centrale, in autobus con partenza da Piazza Duca d’Aosta.

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