Il Sacro Monte di Domodossola
Una meta diversa e davvero poco conosciuta per una gita fuori porta, alla scoperta di bellezze nascoste.
Sul colle di Mattarella, vicino a Domodossola, sorge il complesso del Sacro Monte Calvario, con una storia molto lunga e complessa alle spalle.
Le prime tracce su chi visse sul colle sotto gli antichi romani risalgono alla fine dell’Ottocento, quando vennero rinvenute alcune tombe, coperte da lastre di pietra, contenenti scheletri, spade, dardi e lance, forse d’epoca celtica.
Nel 1977 fu scoperto un frammento di lapide paleocristiana in marmo, databile al 539 dopo Cristo, che gli storici ritengono il documento più antico sulla presenza del Cristianesimo in Val d’Ossola.
Nel VI secolo, sul colle, venne eretto un castello dai Longobardi, dove un tempo c’erano i fortilizi romani, ampliato nel corso dei secoli, per poi, nel 1014, essere donato dall’imperatore Enrico di Sassonia al vescovo di Novara, diventando sede politica e amministrativa dell’Ossola superiore fino al 1416, quando fu quasi raso al suolo dagli svizzeri, che volevano conquistare la valle.
Due secoli dopo, nel 1656, due frati cappuccini del convento di Domodossola, Andrea da Rho e Gioachino da Cassano, proposero l’idea di realizzate un Sacro Monte sul colle, come ricordo della passione di Cristo.
Il vescovo di Novara, Giulio Maria Odescalchi, approvò il progetto dei due frati e affidò la direzione dell’opera a Giovanni Matteo Capis di Domodossola.
I lavori procedettero bene, con l’edificazione nel 1657 del Santuario del Santissimo Crocifisso, con all’interno statue in terracotta raffiguranti otto profeti e il Cristo risorto di Dionisio Bussola e Giovanni Battista Volpini e anche la Cappella della visione della Croce, con statue dello stesso Bussola e Giuseppe Rusnati e gli affreschi di Giovanni Sampietro.
Nel 1660 fu la volta dell’Oratorio della Madonna delle Grazie, con statue in stucco di Carlo Giovanni Giovanninetti e affreschi di Carlo Mellerio e Giovanni Sampietro.
Nel frattempo vennero costruite le cappelle IV, IX, II e la Santa Casa di Loreto, mentre agli inizi del Settecento furono completate le cappelle X, XV e I e dal 1764 le cappelle XI, VII, VI e VIII.
Ma nel 1801, dopo la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone, molti dei beni appartenenti al Santuario vennero messi all’asta e venduti, tranne la casa degli Esercizi Spirituali, mentre la cappella I, incamerata dal demanio militare e adibita a deposito di polvere da mina, prese fuoco e saltò in aria.
Dal 1820 il conte Giacomo Mellerio, nato a Domodossola e divenuto vice governatore di Milano, che non si era dimenticato della sua città natale, chiese all’abate Antonio Rosmini, di cui era diventato amico a Milano, di fare del Sacro Monte Calvario il punto di riferimento per fondare l’Istituto della Carità.
Dal 20 febbraio 1828, giorno di fondazione dell’istituto, Rosmini e i suoi figli spirituali fecero tornare il Sacro Monte luogo di preghiera e di pace per la Val d’Ossola e dopo la sua morte, nel 1855, i rosminiani acquisirono l’intera zona del Calvario, ampliarono la casa settecentesca adibita agli esercizi spirituali con il resto dell’antico edificio, che divenne la Casa Religiosa del Calvario, cuore dell’Istituto.
Nel frattempo verso il 1835 era stata edificata la cappella V, nel 1900 fu ricostruita la cappella I e nel 1907 venne inaugurata l’ultima cappella, la III stazione, mentre il Santuario del Santissimo Crocefisso fu decorato con i quadri laterali di Francesco Bozzetti, gli affreschi delle lunette e della cupola di Francesco Zamboni e di Enrico Volonterio, oltre ad una serie di decorazioni di Giuseppe De Giorgi.
Come arrivare
Da Milano: autostrada dei Laghi, poi superstrada del Sempione, uscita Domodossola
Da Torino: autostrada A4 direzione Santhià-Arona, poi Gravellona Toce e superstrada del Sempione, uscita Domodossola.
Ti è piaciuta la nostra proposta per una gita fuoriporta da Milano? Se decidi di andare a visitarla, tagga@milanofreenelle tue Stories o nei tuoi post su Instagram. Buona gita!