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Cerbero e Caronte nell'arte pittorica

In quest'articolo vi voglio riportare al tempo degli studi della mitologia classica e danteschi con la citazione di questi due "personaggi" e della loro raffigurazione nell'arte pittorica.

cerbero e caronte nell arte pittoricaQueste due figure della mitologia classica sono state messe dall'Alighieri nella sua Divina Commedia, nell'inferno, III e VI canto. Si può fare anche riferimento a Esiodo nella Teogonia, ad Apollodoro, a Virgilio nell'Eneide, a Ovidio nella Metamorfosi.

Nella Divina Commedia di Dante troviamo Cerbero e Caronte come due demoni che operano come guardiani per ordine di Satana. Il compito di Caronte, figlio di Erebo e della Notte, è quello di traghettare le anime dei morti nell'Aldilà, i quali dovevano pagare un obolo, che era la moneta che si metteva nella bocca del defunto prima della sepoltura. La sua immagine è quella di un vecchio infuriato che, con gli occhi infuocati, urla contro i dannati, che non risparmia di colpire con il suo remo e di spingere giù dalla barca. Cerbero invece è figlio di Echidna e Tifeo, ed è custode dell'Ade, cioè del regno dei morti, e viene messo da Dante a guardia del terzo cerchio dell'inferno.

Quattro sono i dipinti che voglio evidenziare.

Il primo è di Michelangelo Buonarroti ed è un particolare del Giudizio Universale nella Cappella Sistina della città del Vaticano. Nel dipinto si nota molto bene i dannati che spingendosi a vicenda, sono trascinati giù dalla barca dai demoni assistenti di Caronte. La figura di Caronte, in piedi sulla barca e con il remo pronto a colpire i dannati, corrisponde alla descrizione che ne fa Dante, che così lo descrive nel canto terzo dell'inferno:

" Un vecchio bianco per antico pelo...

'ntorno alli occhi avea di fiamme rote

... Caron dimonio, con occhi

di bragia... batte col remo qualunque

s'adagia".

Un altro dipinto interessante che vede Caronte protagonista, è quello del pittore Joachim Patinir, con il dipinto "Paesaggio con la barca di Caronte sulla laguna Stigia", conservato al museo del Prado a Madrid. Nel dipinto si distingue molto bene la separazione tra la riva in un paesaggio rigoglioso e luminoso dove vi sono figure angeliche, e quella dove invece regna l'oscurità e la distruzione, rappresentata dagli incendi oltre le alte mura della città di Dite e dalla presenza di Cerbero, il cane a più teste posto a guardia dell'entrata nell'inferno. Al centro si vede Caronte sulla barca in mezzo alla palude che sta traghettando un'anima verso la pena eterna.

Sempre al museo del Prado si trova un dipinto dal titolo "Ercole e il Cerbero" dell'artista Farcisco de Zurbaràn. In questa tela si vede Ercole che, armato di mazza e di catena riesce a legare e sconfiggere il mostro. La figura dell'eroe è rappresentata ben piantata e decisa nella sua volontà di vincere il mostro. È la undicesima fatica affrontata da Ercole. Alle spalle del cane si vede un antro scuro pieno di fuoco, che rappresenta appunto l'inferno. Cerbero, il cane posto a guardia dell'inferno affinché nessuno potesse lasciare quel posto dannato, poteva avere sino a cinquanta teste e la coda di serpente.

Nella Biblioteca Nazionale di Firenze è esposta l'opera di Federico Zuccari dal titolo "Inferno, canto VI: Golosi, Cerbero". Nel dipinto vediamo al centro la figura di Cerbero che con le sue poderose unghie tormenta graffiando, scuoiando e squartando i dannati che vogliono fuggire da quel luogo di pena e di dolore. I golosi sono puniti da una pioggia di fango, acqua e grandine.

Una breve descrizione che ci aiuta a meglio comprendere cosa un dipinto ci vuole comunicare.

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