I maestri del colore. Arte a Venezia nell’800
Dal 24 marzo al 20 maggio, la Galleria Bottegantica di Milano ospita una mostra dedicata alla scuola veneziana tra gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento attraverso le opere dei suoi principali protagonisti da Guglielmo Ciardi a Giacomo Favretto, da Luigi Nono a Federico Zandomeneghi.
L’esposizione, curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, presenta una selezione di 40 opere da prestigiose collezioni private italiane che documentano l’affermarsi in territorio veneziano della pittura eseguita en plein air, in cui la rappresentazione della realtà è ricondotta ai suoi valori essenziali.
Capofila dei giovani pittori fu Guglielmo Ciardi (1842-1917) che ha saputo trasferire nelle sue tele la sensazione sfuggente di Venezia, come nel dipinto Canal Grande.
Rinnovatore della moderna pittura veneziana fu anche Giacomo Favretto (1849-1887) infatti, le scene di genere da lui dipinte erano quadri di vita, con quel tanto di psicologia, di colore e di atmosfera necessari affinché l’opera si definisca, ma non sono regolate da uno svolgimento logico, ma da una tecnica più istintiva.
Faretto anche quando svolse argomenti seri come le miserabili condizioni dei pescatori di Burano e di Chioggia non vedeva le pene ma il senso divertente della situazione.
Debitrice del realismo di Ciardi e di Favretto fu anche la pittura di Luigi Nono (1850-1918) anche se aveva un carattere più pensoso, lirico, maggiormente rivolto alla meditazione, per una concezione della vita legata all’insistenza sulla fragilità delle cose, nella ricerca di una sottile trama di corrispondenze tra stato d’animo e paesaggio, come in Mattino della domenica.
Sotto l’impulso di un realismo che spinge gli artisti a fissare sulla tela i mutevoli effetti luministici e atmosferici della laguna e della terraferma ci furono pittori come Antonio Rotta, Alessandro Milesi, Egisto Lancerotto e Angelo dall’Oca Bianca, più interessati alla vita popolare di pescatori e gondolieri.
Nell’ambito della veduta la lezione di Ciardi fu sviluppata dai figli Beppe ed Emma, e da Pietro Fragiacomo, dove lo spazio diventa ambiente emotivo, la veduta contemplazione e la dimensione quotidiana del lavoro dei pescatori qualcosa di condiviso, come in Piazza San Marco.
Colorista esperto fu anche Ettore Tito (1859-1941) che condusse la pittura veneta nel nuovo secolo, giocando i colori, con i volumi e con i piani, per un’improvvisazione che si appassiona alle difficoltà, rasentando il virtuosismo.
A chiudere idealmente la rassegna c’è Federico Zandomeneghi (1842-1917) che dal 1874, anno del suo arrivo a Parigi, proiettò la pittura veneta a livello internazionale, come testimonia il meritato successo che alla fine dell’Ottocento pubblico e critica decretarono a questa scuola.
I MAESTRI DEL COLORE. ARTE A VENEZIA NELL’800
Milano, Galleria Bottegantica
24 marzo - 20 maggio
Orari: da martedì al sabato 10-13 e 15-19
Ingresso libero