Impiccati e scatole di merda: è vera arte?
Per rispondere a questa domanda è necessario stabilire che cosa si debba intendere per Arte, altrimenti diviene difficile capirsi. Nel vocabolario della lingua italiana è così definita: "Attività dell'uomo basata sul possesso di una tecnica, su un sapere acquisito sia teoricamente che attraverso l'esperienza. Produzione di opere adeguate ai canoni estetici del bello".
L'estetica del bello, cioè che per aspetto esteriore o per qualità intrinseche, ossia che è inerente e partecipe all'intima composizione, provoca impressioni gradevoli. Proviamo allora a guardarci attorno e non possiamo non accorgerci di come oggi troneggi un vero e proprio culto del non senso e del brutto, non escludendo la banalità e, ancor peggio, la volgarità. Se ne vuole qualche esempio?
Eccoli: di Damien Hirst gli animali imbalsamati immersi nella formaldeide; i "tagli" di Lucio Fontana; la merda d'artista di Piero Manzoni; e la discutibile e moralmente vergognosa, a mio avviso, dei bambini impiccati di Maurizio Cattelan. E si potrebbe continuare ancora.
Mi si spieghi quale impressione gradevole possa far sorgere nell'animo di chi osserva, una merda in scatola o una figura di un bambino impiccato ad un albero! Mi pare accenda un sentimento più di schifo e di raccapriccio, eppure la critica giudica molte di queste opere dei capolavori, e se qualcuno si permette di contestarne il giudizio, viene tacciato di non essere in grado di comprendere e zittito.
Ovviamente ciò è falso, per il semplice motivo che il senso della bellezza è innato, quindi ciascuno ha titolo per esprimere un giudizio estetico, e non bisogna lasciarsi togliere da una "dittatura culturale" la propria capacità di senso critico e di giudizio. Non si sottovaluti questo, poiché c'è chi vuole indirizzare il gusto estetico delle masse deformando di cosa sia veramente il bello per adattarlo ai loro interessi amorali ed economici.
Ricordiamo cosa scriveva Dostoevskij quando affermava che "la bellezza salverà il mondo", e cosa c'è di bello in un impiccato o in una scatola di merda? Stiamo certi che senza educazione alla bellezza e al senso critico, non è possibile discernere cosa è di valore, morale prima che economico, da cosa non lo è.
Educare a comprendere opere che, già da sole anche senza una spiegazione tecnica, sono in grado di comunicare con la parte più interna di ciascuno, e questo porta inevitabilmente a riscoprire la vera bellezza, presente nella tradizione artistica classica, medievale, rinascimentale e alle poche opere moderne d'arte contemporanea. Molte delle opere contemporanee, a mio avviso, testimoniano la sterilità dell'anima, l'esaltazione dell'io ad ogni costo, la non capacità di vedere e sentire la bellezza di un piccolo e semplice fiore di campo. Riprendiamoci allora la capacità di critica senza lasciarsi intimorire da una cultura che del bello e della purezza della semplicità non gli importa nulla.