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L'Arcangelo Gabriele nell'Arte

Sappiamo, se non altro per averlo studiato a catechismo o per sentito dire, che vi sono tre Arcangeli, e precisamente Gabriele, Michele e Raffaele, di cui anche l'arte pittorica, ma non solo, si è voluta occupare. Con questi tre nuovi articoli voglio presentare ai lettori un breve excursus proprio su questi tre Arcangeli, presentandoli però uno alla volta, e inizio dall'Arcangelo Gabriele.san gabriele arcangelo

Con il termine Arcangelo si vuole identificare uno spirito celeste di grado superiore a quello dell'Angelo. Etimologicamente la parola va divisa in "Archi", che significa primo, capo e simili, e Angelo che significa nunzio, messaggero, quindi: primo e importante messaggero.

Il Suo nome significa "Potenza di Dio" o "Dio è forte". È doveroso precisare che nella Bibbia si parla di un solo Arcangelo, ovvero Michele, mentre gli altri sono tutti paragonati ad Angeli, cioè messaggeri. Nell'Antico Testamento Gabriele è inviato a Daniele per aiutarlo in una visione profetica e dell'esilio da Gerusalemme, mentre nel Nuovo Testamento annuncia a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni il Battista, ma soprattutto l'annuncio a Maria di Nazareth della nascita di Gesù, ed è proprio questa seconda motivazione a farlo conoscere tra le genti. Lo si festeggia il 29 settembre. Iconograficamente lo si può riconoscere per il tipo di Ali ma soprattutto per un giglio bianco, simbolo di purezza, che porge a Maria al momento dell'Annunciazione, e per il cartiglio con l'iscrizione "Ave Maria" o "Ave gratia plena Dominus tecum". È invocato come protettore dei lavoratori delle telecomunicazioni, della radio e Televisione, ambasciatori, postini, corrieri, giornalai e giornalisti.

Fatta questa breve e incompleta premessa, passo adesso a visionare alcuni dipinti che lo rappresentano. Uno dei più noti è sicuramente l'affresco del Beato Angelico dal titolo L'Annunciazione, che rappresenta appunto la Vergine Maria e l'Arcangelo Gabriele. Il dipinto è del Primo Rinascimento e si può ammirare nel Museo di San Marco in Firenze.

La scena si svolge sotto un ordinato ma semplice porticato dove la giovane Maria appare seduta su una panca di legno tenendo le mani incrociate in grembo, avvolta da una veste bianca e un mantello blu. Il viso è semplice, puro, che mostra un certo sconcerto all'apparizione dell'angelo Gabriele, in una veste rossa e anche lui con le mani conserte sul petto, ma con un'espressione ben decisa, anche se dolce, a comunicare un messaggio. Si notino poi le maestose e colorate sue ali. Un dipinto che mi piace definire "che dà serenità".

Un altro dipinto, a mio avviso interessante, è quello dal titolo "Ecce Ancilla Domini" del 1850, del pittore e poeta Dante Gabriel Rossetti e esposto a Londra al Tate Gallery. La tela presenta una figura di ragazza, Maria, seduta su un giaciglio ma timorosa e che si ritrae contro la parete. Il suo sguardo ben rappresenta il suo turbamento, evitando di guardare in viso l'improvvisa apparizione. L'angelo Gabriele appare senza ali, ma in una veste bianca, simile a quella di Maria, e mentre, con la mano destra le porge un ramo di giglio, simbolo di purezza e verginità, con l'altra mano posta a palmo aperto la vuole rassicurare sulle sue intenzioni. Interessante le fiamme che avvolgono i piedi dell'Angelo, e sulle quali sarebbe interessante azzardare qualche interpretazione. Le fiamme sono simbolo di energia e riportano al "caduceo", che deriva dal greco Karkeion e significa araldo di pace, messaggero. Di questo caduceo se ne parla anche nella Bibbia come bastone di Aronne, che era il fratello di Mosè. Vicino al telo azzurro e appena dentro la piccola apertura è raffigurata una colomba che vuole riprendere le parole: " lo Spirito Santo stenderà sulla Vergine la sua ombra".

Un ultimo dipinto che vado a presentare è di autore ignoto, risalente alla metà del XVIII secolo, ed è un dipinto ad olio su tela. Rappresenta l'Arcangelo Gabriele nell'atto di annunciare a Maria l'incarnazione del Figlio di Dio.

Nella scena l'Arcangelo appare in piedi , con le magnifiche ali spiegate e a piedi nudi. Porta una veste bianca e oro con un mantello azzurro e circondato alla vita da un nastro rosso. Il rosso sappiamo essere anche il colore della passione e del sangue. La giovane Maria è vicino a un leggio e appare con il ginocchio sinistro leggermente piegato, come se volesse inginocchiarsi. Il suo sguardo è rivolto verso l'alto e segue l'indicazione dell'Angelo che visualizza una colomba immersa in una calda Luce circondata da quattro cherubini. Ovviamente la colomba rappresenta lo Spirito Santo che agisce sulla stupita Maria. L'ambiente è semplice, spoglio di ogni inutile orpello, evidenziando così la semplicità e la purezza dell'immacolata.

 

Qui mi vedo costretto a terminare, continuando però ad essere affascinato dai dipinti e da ciò che vogliono trasmettere a chi li osserva non solo con gli occhi.

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