L'Arcangelo Raffale nell'Arte
Sappiamo, se non altro per averlo studiato a catechismo o per sentito dire, che vi sono tre Arcangeli, e precisamente Gabriele, Michele e Raffaele, di cui anche l'arte pittorica, ma non solo, si è voluta occupare. Con questi tre nuovi articoli voglio presentare ai lettori un breve excursus proprio su questi tre Arcangeli, presentandoli però uno alla volta e questa è l'occasione dall'Arcangelo Raffaele.
Con il termine Arcangelo si vuole identificare uno spirito celeste di grado superiore a quello dell'Angelo. Etimologicamente la parola va divisa in "Archi", che significa primo, capo e simili, e Angelo che significa nunzio, messaggero, quindi: primo e importante messaggero.
Il nome dell'Arcangelo Raffaele significa "Dio guarisce", quindi è Colui che aiuta nella salute e nell'amore sponsale. Proprio per il motivo legato alla salute, a Milano, ma non solo, esiste l'ospedale San Raffaele. Questo Arcangelo è la guida ed il difensore del giovane Tobia o Tobiolo, come narrato nell'Antico Testamento. Juan Ciudad, divenuto poi noto col nome di San Giovanni di Dio, era molto devoto a questo Arcangelo, tanto che lo stesso gli garantì la buona riuscita per la edificazione dell'Ordine dei Fratelli Ospedalieri per la cura ai malati e sofferenti.
Proviamo adesso a vedere come questo Arcangelo è stato rappresentato nell'arte pittorica.
Una tela che ritengo bella è il Polittico delle Certosa di Pavia di Pietro Perugino dal titolo "Arcangelo Raffaele con Tobia". Il dipinto esprime una serenità espressa nei due volti dei protagonisti, così come la delicatezza con cui l'Arcangelo tiene la mano del giovane.
Un dipinto datato 1635 circa di Bernardo Strozzi e custodito all'Hermitage di San Pietroburgo. La scena presenta una situazione familiare tutti intenti a medicare il padre di Tobia affetto da cecità. la cura, consigliata dall'Arcangelo, che lo si vede alato alla destra del malato, consiste con del fiele e del fegato ricavato dal pesce che voleva divorare il giovane Tobiolo. La donna anziana che assiste alla cura è Anna, moglie e mamma di Tobia. Il cane non è frutto della fantasia del pittore, ma si riferisce a quanto riportato dalle Sacre Scritture.
Francesco Botticini, in un suo dipinto datato 1470 e che si trova negli Uffizi a Firenze, presenta "I tre arcangeli e Tobiolo". L'Arcangelo Raffaele tiene per mano il giovinetto Tobia seguito dal cagnolino e con un pesce tenuto nell'altra mano. Le ali di questi Arcangeli sono spesso identificate nelle ali del Pavone in quanto simbolo dell'immortalità.
Con l'Arcangelo Raffaele ho terminato la conoscenza, se pur sommaria, dei tre Arcangeli, sperando di essere stato utile per chi, visitando una pinacoteca, si imbatte in dipinti che di loro parlano.
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