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La creatività al femminile in mostra all’Ambrosiana

Dopo l’emergenza Covid-19, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano inaugura la sua riapertura con una mostra dedicata alle donne.

la creatività femminile in mostra pinacoteca ambrosiana milanoL’istituzione fondata dal cardinale Federigo Borromeo, fino al 6 settembre 2020, propone questa interessante esposizione, inizialmente concepita per Museocity, che ruota intorno a quattro figure femminili che si sono distinte nei loro rispettivi campi d’azione. Accanto ai grandi capolavori di Leonardo da Vinci, Bernardino Luini e Sandro Botticelli esposti nelle sale della Pinacoteca, è possibile, quindi, muoversi alla scoperta di quattro donne che, in fondo, hanno fatto la Storia, non solo di Milano, ma anche d’Italia. Specifichiamo, innanzitutto, che non si tratta di una mostra d’Arte, ma di un’esposizione documentaria, imperniata su testimonianze dirette di queste quattro figure. 

Si parte con Lucrezia Borgia (1480-1519), figlia illegittima di papa Alessandro VI. Lucrezia fu una delle figure più controverse del nostro Rinascimento, moglie di potenti, come il duca di Ferrara Alfonso d’Este, ma anche abile politica, diplomatica e mecenate. Nel suo periodo ferrarese, Lucrezia coinvolse, a corte, grandi personalità della Cultura, come Ludovico Ariosto e Pietro Bembo. Proprio uno dei carteggi inviati da Lucrezia al grande umanista veneziano, padre degli studi sulla lingua italiana, è il punto di partenza dell’esposizione. Si tratta di lettere spedite da Ferrara tra il 1503 e il ’14: alcuni di questi fogli autografi sono stati acquisiti dall'Ambrosiana con la collezione di Giovanni Vincenzo Pinelli, illustre bibliofilo del ‘500.

La seconda figura su cui si muove il percorso di mostra è Suor Virginia de Leyva (1575-1650), nota al grande pubblico per aver ispirato ad Alessandro Manzoni la figura di Suor Gertrude, la Monaca di Monza, nei Promessi Sposi. Virginia era figlia di un nobile spagnolo divenuto, sotto il dominio iberico, conte di Monza, e fu, da lui, costretta a entrare, a tredici anni, in convento per farsi monaca, con il nome di Virginia Maria. Fece scalpore la sua relazione con un uomo, il conte Gian Paolo Osio, dal quale ebbe due figli. Virginia venne condannata, dopo la scoperta della vicenda, con processo canonico indetto dall'arcivescovo Federigo, a essere “murata viva” all'interno del Ritiro di Santa Valeria, un convento oggi non più esistente ma, del quale, esiste ancora una traccia nel nome della strada che conduce dalla zona degli scavi romani di Via Brisa alla Basilica di Sant'Ambrogio. Qui Virginia trascorse quattordici anni in una stanzetta di 2x3 metri, quasi completamente priva di comunicazione con l’esterno. A questo periodo risalgono le testimonianze esposte in mostra, ovvero alcune lettere che suor Virginia scrisse al cardinal Federigo Borromeo, a oggi conservate presso la Biblioteca dell’Ambrosiana.

Si prosegue con la figura di Gaetana Agnesi (1718-99), che fu la prima matematica della Storia, unica donna in un Mondo, quello scientifico, allora monopolio maschile. Figlia di industriali della lavorazione della seta e donna di spiccata intelligenza, Gaetana conosceva perfettamente sette lingue e iniziò, sin da giovane, ad appassionarsi alla Matematica, oltre che alla Filosofia. Grazie al salotto che si era venuto a creare presso il palazzo milanese della famiglia, ebbe modo di approfondire elementi di Geometria, come quelli di Euclide, e di Filosofia, soprattutto quelli contemporanei del nascente Illuminismo. Si dedicò alla stesura di testi con cui intese spiegare Matematica, Geometria e Analisi anche alle classi meno abbienti e, grazie a questi, divenne celebre in tutta Europa. Passò alla Storia per aver ricoperto, per prima, la Carica di Professore Ordinario di Matematica all'Università di Bologna, tra il 1750 e il ’54, prima di tornare a Milano per dedicarsi all'assistenza dei poveri e degli infermi, attività che seguì fino alla morte. In mostra sono esposti alcuni fogli che illustrano gli studi scientifici di Gaetana.

La conclusione è affidata a una poetessa che ha sempre cantato la sua amata Milano nei suoi versi, Alda Merini (1931-2009). Della poetessa, sono esposti in mostra alcuni fogli dattiloscritti per il cardinale Gianfranco Ravasi, in cui la Merini analizza testi di Dante e di alcuni poeti del Novecento, come Palazzeschi, Quasimodo, David Maria Turoldo e Montale.

La mostra è visitabile solamente nei weekend. L’Ambrosiana è aperta con ingressi contingentati, massimo 20 visitatori ogni mezz'ora, che sono invitati a prenotare i biglietti direttamente sul sito oppure telefonando. Per ogni informazione, visitate il sito della Pinacoteca.

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