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Padre Carlo Crespi: una mostra a Legnano racconta la sua vita

  • Roberto Bombassei

padre crespi

In occasione della 97ª Giornata Missionaria Mondiale, celebratasi domenica 22 ottobre 2023, la città di Legnano, alle porte di Milano, luogo natale del Venerabile salesiano don Carlo Crespi, ha voluto ricordare e proporre la testimonianza missionaria di questo suo illustre figlio.

Nato nella cittadina lombarda il 29 maggio 1891, Carlo Crespi ha maturato la sua vocazione salesiana e missionaria che lo portò 100 anni fa, nel 1923, in Ecuador, dove visse con impegno e massima intensità per sessant’anni la sua attività di missionario, scienziato, musico, apostolo dei poveri e della misericordia.

Per celebrare la Venerabilità di don Carlo Crespi, dichiarata da Papa Francesco lo scorso 23 marzo, l’associazione a lui intitolata e le parrocchie cittadine di Legnano hanno proposto tre giorni di iniziative.

Don Cameroni ne ha sottolineato la capacità di ascolto della voce dei piccoli e dei poveri dei quali promosse la dignità con la forza dell’amore: “Don Crespi è un patriarca di Cuenca. Per molti è un santo. Per tutti, un sacerdote dal cuore grande, tenero e generoso. Quanti hanno beneficiato delle prime opere di questo seminatore di scuole, campi sportivi e refettori per i bambini poveri!”.

Ancora, don Crespi è stato ricordato come un missionario dagli occhi aperti nel contemplare la natura, soprattutto affascinato dalla bellezza e dai misteri della foresta amazzonica, come scrisse nelle sue lettere: “Come tante, tantissime volte, rapito nella sublime contemplazione della natura mi sono sentito schiacciato dall’Onnipotenza creatrice di Dio, umiliato innanzi alla vista di un mondo nuovo, ancora quasi completamente dalla scienza inesplorato”; nel contemplare il mistero eucaristico, sorgente della sua operosità e creatività apostolica: “La mia vita è ai piedi del Tabernacolo per ore intere e da lì viene la benedizione sopra queste opere, e il sacrificio continuo; ci sono carenze, ma Dio me le perdona”.

Infine, è stato sottolineato il suo essere un missionario dai piedi in cammino, come instancabile esploratore nella foresta amazzonica, per conoscere ed evangelizzare il popolo Shuar; e per le strade di Cuenca, per portare l’annuncio del Vangelo attraverso l’educazione dei piccoli e dei poveri.

CHI ERA DON CARLO CRESPI

Carlo Crespi Croci (Legnano, 29 maggio 1891 – Cuenca, 30 aprile 1982) è stato un religioso italiano, della Società salesiana di San Giovanni Bosco.

Carlo Crespi nacque, terzo di tredici figli, da Daniele Crespi, fattore in una tenuta locale, e sua moglie Luisa Croci. Nel 1907 iniziò il noviziato a Foglizzo e tra il 1909 e il 1911 studiò filosofia a Valsalice, dove conobbe ed era compagno di classe del sacerdote Renato Ziggiotti, futuro successore di Don Bosco. Domenica 28 gennaio 1917 fu ordinato sacerdote.

Nel 1921, Carlo conseguì la laurea in scienze naturali con specializzazione in botanica presso l'università di Padova, discutendo una tesi intitolata Contributo alla conoscenza della Fauna d'acqua dolce dell'Estense e località limitrofe. Paludi, canali, fossi, sorgenti degli Euganei, dei laghi di Arquà e Venda. Dopo tre mesi, si diploma, nella medesima città, in pianoforte e composizione al conservatorio Cesare Pollini.

Visse sessant'anni come missionario in Ecuador, anche con gli indigeni Jívaros dell'Amazzonia ecuadoriana. Oltre che alla sua opera di religioso, si dedicò all'educazione, al cinema, all'antropologia e all'archeologia. Fu uno dei primi ricercatori della Cueva de los Tyos.

Crespi fu uno dei precursori del cinema ecuadoriano con il suo documentario Los invincibles shuaras del Alto Amazonas (1926). Le immagini furono recuperate e conservate anni dopo le riprese.

Nel corso della sua vita da missionario raccolse un considerevole numero di reperti archeologici, con i quali intendeva costituire un museo.

In seguito ad alcuni furti, nel 1978, con il consenso di padre Crespi, si ritenne opportuno che le opere di sicuro valore fossero acquistate per la collezione del Banco Central del Ecuador.

Furono inventariati e ceduti più di cinquemila oggetti, dei quali fu riconosciuto il carattere e il valore archeologico, oltre a un numero minore di altri, di carattere pittorico, scultoreo ed etnografico.

Altra parte di essi erano artefatti  che alcuni supposero essere antecedenti al periodo del diluvio universale, attorno ai quali già dal decennio precedente si erano sviluppati interesse e dibattito.

Svolse la sua opera principalmente a Cuenca, laddove fondò varie scuole e istituti, elementari, tecnici e universitari, oltre a refettori e laboratori per l'infanzia più povera.

Nel 1940 istituì la facoltà di scienze dell'educazione, della quale fu il primo rettore. Fu proclamato "cittadino più illustre di Cuenca nel XX secolo", laddove la sua memoria rimane nel nome di diverse istituzioni, nella via a lui intitolata e nella piazza, nella quale gli fu eretto un monumento che lo raffigura assieme ad un bambino.

Il 24 marzo 2006 a Cuenca si aprì la causa per la sua beatificazione da parte della Chiesa cattolica.

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IL MISTERO DELLA BIBLIOTECA METALLICA DI PADRE CARLO CRESPI

Era giunto nella selva amazzonica ecuadoriana nel 1927.

Con il tempo aveva ammassato, presso la sua missione salesiana di Cuenca, una fantasmagorica collezione di manufatti antichi d’inestimabile valore storico e archeologico: statuette d’oro di stile mediorientale, numerosi oggetti d’oro, argento o bronzo: scettri, elmi, dischi, placche, e molte lamine metalliche che riportavano delle incisioni arcaiche simili a geroglifici, la cosiddetta “biblioteca metallica”.

Tra le varie lamine, una di esse era lunga circa 20 pollici e riportava 56 segni stampati, come fosse un alfabeto più antico di quello dei Fenici.

Carlo Crespi ha sempre dichiarato a tutti i suoi intervistatori che tutti i reperti del suo museo, gli erano stati consegnati, nel corso degli anni, da indigeni Suhar, che a loro volta li avevano raccolti nella Cueva de los Tayos.

“Tutto quello che gli indios mi hanno portato dalla caverna risale a epoche antiche, prima di Cristo. La maggioranza dei simboli e di alcune rappresentazioni preistoriche risalgono ad epoche antecedenti il Diluvio.”

Il religioso italiano sosteneva che i reperti da lui custoditi fossero d’origine antidiluviana e fossero stati nascosti nella caverna da discendenti di popoli mediorientali che erano scampati al diluvio.

Alcuni reperti di Crespi sono stati analizzati da riconosciuti archeologi: per esempio il professor Miloslav Stingi, membro dell’Accademia delle scienze di Praga, dopo aver analizzato alcuni reperti di Padre Crespi disse:

“Il sole è spesso parte centrale di alcuni reperti incaici, ma l’uomo non è stato mai messo sullo stesso piano rispetto al sole, come vedo in alcuni di questi reperti. Vi sono rappresentazioni di uomini con dei raggi solari che si dipartono dalle loro teste, e vi sono uomini rappresentati con punti, come fossero stelle uscendo da loro stessi. Il simbolo sacro del potere è sempre stato la mente, ma in questi reperti la mente o il capo, è rappresentata simultaneamente come il sole o una stella.”

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Quando Padre Carlo Crespi morì, nel gennaio del 1982, la sua meravigliosa collezione d’arte mediorientale (e antidiluviana), fu portata via dal museo di Cuenca, verso una destinazione ignota.

Alcune voci sostennero che il Banco Centrale dell’Ecuador ha acquisito, nel 9 luglio 1980, per la somma di 10.667.210 $, circa 5000 pezzi archeologici in oro e argento dalla missione salesiana.

Il responsabile del museo del Banco Centrale dell’Ecuador, però, Ernesto Davila Trujillo, smentì categoricamente che l’entità di Stato acquisì la collezione privata di Padre Crespi.

Secondo altre persone i reperti di Padre Crespi furono inviati in segreto a Roma, ed oggi si troverebbero in qualche cavò del Vaticano.

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