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Milano Emoziona: un'esperienza teatrale unica al Teatro Franco Parenti

La bellezza del teatro scritta dal Premio Nobel e interpretata a Milano in quei di Pier Lombardo.cosi e se vi pare pirandello teatro

Si è piccoli nei confronti della vita, si è piccoli rispetto alle realtà altrui per cui ci sentiamo giudici, si è piccoli quando l’aggregazione è solo una parola che furbamente crede di sostituirsi al chiacchiericcio e al pettegolezzo.
Essere veri di quella verità che si ritiene oggettiva diventa una gara asfissiante tra giudizi e opinioni che combattono tra loro pur di cercare una verità sebbene, non cambierebbe comunque nulla nelle loro vite.

IL TEATRO FRANCO PARENTI ANCORA UNA VOLTA EMOZIONA

Sono entrata al teatro Franco Parenti di Milano, e mi sono accorta ancora una volta, di quanto sia un posto da apprezzare per scelte di cartellone e per gestione artistica, grazie al quale si tocca con mano quel profumo di talento e condivisione di messaggi valorosi, proprio come il teatro (luogo sacro) dovrebbe sempre fare.
Tornando alla performance per il quale ci sono entrata, la mia curiosità riguardo a regia e interpretazione cresceva sempre più a tal punto da restare con gli occhi fissi su quel manto rosso che sempre adoro finché finalmente non sono scemate le luci e tutto ha avuto inizio.teatro milano foto milanofree ai

UNA SCELTA REGISTICA FEDELE AL TESTO NON SOLO METAFORICAMENTE

Così il regista Geppy Gleijeses,descrive Attraverso la meravigliosa opera del premio NOBEL Pirandello, così è se vi pare scegliendo di rappresentare anche in maniera scenografica, e non solo metaforicamente, la piccolezza dell’essere umano nell’ arrovellarsi a cercare una spiegazione inutile ma soprattutto scevra da un interesse emozionale, priva d’ogni domanda che tocchi attraverso la risposta una carezza all’anima.
Se tanto è vero che Pirandello attraverso la sue novelle denuncia questa soffocante ipocrisia provinciale, è altrettanto vero che competenza e scelte registiche sono state in questa performance davvero pazzesche nel portare in scena esattamente ciò che l’autore volle descrivere in così è (se vi pare) nel 1917 quando venne rappresentata nella sua prima edizione, per la prima volta.

Per intenderci, la signora Frola e suo genero il Signor Ponza, pur nutrendo affetto reciproco, si conferiscono reciprocamente una forma di pazzia, lei sostiene che lui creda di aver sposato due anni prima una seconda moglie che invece in realtà è la prima e unica donna che ha sposato, nonché figlia di lei; lui sostiene che la sua prima moglie, nonché figlia di lei, sia morta e la Signora Frola non accettandolo sia impazzita.
Non voglio spoilerare molto altro in quanto, sebbene la trama non sia affatto inedita, scenografia e interpretazione sono davvero sorprendenti e coinvolgenti.
Due ore di mise en scene fluide come un ruscello in cui l’acqua che scorre, scalfisce toccando temi importanti ma dal quale lo sguardo non ha voglia di staccarsi.
La scenografia grazie ad una scelta che esalta più riflessi, suggerisce fin da subito che esistono differenti punti di vista a volte facilmente visibili e altre volte un po’ più sfocati, riportando metaforicamente al focus pirandelliano: ognuno di noi ha la sua verità.
Ma a incollare il respiro al palco è la toccante padronanza dell’ interpretazione.

INCANTEVOLE INTERPRETAZIONE

L’interpretazione di Milena Vukotic mi ha fatta sentire a tratti sommessa, poi sofferente, poi forse folle e poi tanto protettiva ma anche così furiosa da voler sbraitare insieme a lei sul palco.
In pratica tanta versatilità ma in ogni sfaccettatura che il suo personaggio comportava, sempre presente la sua eleganza e destrezza nell’entrare completamente in ogni singolo stato d’animo tanto da sentirne l’emozione addosso su tutti gli spettatori.
Una maestria tale da far divenire freschi e attuali anche alcuni modi di dire e certe parole desuete e stinte, la straordinaria Milena Vukotic attraverso la sua fluida raffinatezza ed eleganza dona modernità alla signora Frola.
Che incanto vedere Milena Vukotic (Frola) e Pino Micol (Laudisi) insieme sul palco.
Pino Micol è musica anche quando se ne sta apparentemente immobile e in silenzio, ogni singola battuta o risata ( caratteristica descrittiva nel suo personaggio) o emissione di una piccola parola è forte, tagliente e perfettamente al momento giusto per portare a riflettere ponendo quei dubbi che trainano al tema centrale Pirandelliano.
Gianluca Ferrato mi è piaciuto molto, credo abbia donato al Signor Ponza una caratteristica forse più umana rispetto ad altre rappresentazioni e quindi in maniera empatica, riuscendo in alcuni momenti a portarsi il pubblico verso la sua verità, cosa non al quanto facile vista l’incantevole interpretazione della Vukotic.

Il tutto giocando con luci e ombre che evocano il mistero fino alla fine tenendo attaccati alla performance, in alcuni momenti ci si sente inquieti e in altri si sogghigna dinnanzi alla leggerezza con cui sarcasticamente viene raccontato il tutto.

IL TEATRO È LO SPECCHIO DELLA VITA

Più volte i maestri nel corso delle varie scuole di teatro nei quali ho studiato, ripetevano quanto fosse interessante quando nel teatro per far ridere si riuscisse a passare dal far piangere o quando viceversa, per far piangere si facesse anche ridere,
poiché il teatro rappresenta la vita e in quanto tale, il ridere non esclude il pianto e viceversa.
Insomma è arte pura quando si riesce a mettere in scena un’ intensità psicologica ma con la leggerezza e l’ironia tipica del linguaggio pirandelliano, ecco: ancora una volta, al Franco parenti fino al 13 dicembre tutto questo sarà reale.
Insomma, come ho trovato questo spettacolo?
Innovativo e digitale (andate a guardarlo e capirete cosa intendo);costumi e musiche che sottolineano le atmosfere tipiche pirandelliane; interpretazione affascinante, vibrante e incalzante nelle emozioni e un’attrice, Milena Vukotic, emozionale da far rabbrividire.
E poi ditemi se il teatro non è magia. Per me è così ma del resto, Così è (se vi pare).

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