Parco della Regina di Monza: il polmone verde di Monza
Nel 1777 gli architetti Giuseppe Piermarini, Ludwig Engel e Friedrich Schiller iniziarono a lavorare al progetto del Parco di Monza per conto dell’Arciduca Ferdinando d'Austria.
Dapprima il giardino era alla francese e di dimensioni limitate, ma il lavoro degli architetti lo trasformò in uno spettacolo di vasche e fontane, con un parco all'inglese e un ampliamento verso Est, fino al Lambro.
Nel 1805 Napoleone decretò che il Parco maggiore diventasse una tenuta di caccia e agricola, con l’annessione dei terreni di Monza e di proprietà privata, mentre l’architetto Luigi Canonica lavorava alla sistemazione del tutto, fino a quando nel 1808 non fu completato il muro di cinta, che racchiudeva nei suoi 14 chilometri un' area di 732 ettari.
Con la Restaurazione il parco conobbe un periodo felice, grazie alla direzione accurata di esperti botanici che ne arricchirono il patrimonio vegetale e lo aprirono al pubblico.
Dal 1848 il Parco diventa una proprietà del Regno di Italia, finendo per essere chiuso al pubblico. Nel 1900, l'uccisione di Umberto I costringe la famiglia reale ad abbandonare il Parco che viene ceduto allo Stato e in seguito all' Opera Nazionale Combattenti, che lo vendette ai comuni di Monza e di Milano associati con la Società Umanitaria.
Nel 1922 il Parco viene abbandonato al suo destino, mentre inizia la costruzione di strutture sportive e ricreative, come l’autodromo nel 1922 e il campo da tennis nel 1930. Dal 1950 la mutazione del Parco diventa irreversibile, conducendo all'aumento delle strutture ricreative e non, con un grave degrado dell’ambiente e l’affitto a privati e per un uso pubblico. Dal 1934 i Comuni di Monza e Milano sono i proprietari del Parco e dall' aprile del 1996 anche di metà della Villa Reale. Anche se la zona è parte del Consorzio del Parco della Valle del Lambro, che è da sempre interessata a rilanciare le bellezze naturalistiche del posto, il piano è da sempre stato contrastato dai forti interessi privati sul complesso.
Il Parco di Monza ha un inestimabile valore paesaggistico e storico, ma questo gioiello da anni sta assumendo un ruolo fondamentale ed ecologico in un' area ormai fortemente urbanizzata. Per un milione di persone è il polmone verde di Monza, grazie anche alle tante specie animali e vegetali di cui è un rifugio sicuro.
La sua articolata struttura e i numerosi ambienti sono preziosi per gli studi, grazie allo splendore naturalistico che lo rende uno straordinario oggetto di ricerca.
Numerosi sono stati gli studi sul Parco, che ne hanno evidenziato le numerose specie fungine, ben 90 specie di uccelli, oltre a una decina di micro mammiferi, assieme a alcune rare specie erbacee.
Il Parco ha tre ingressi principali: viale Cesare Battisti a Monza, via S. Stefano a Vedano al Lambro, via Regina Margherita a Villasanta.
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