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STAY HUMAN: educare i bambini o gli adulti

bambini abbracciati“Educare non è riempire un secchio, ma accendere un fuoco”

Così scrisse il poeta e scrittore irlandese William Butler Yeats, cercando forse di accendere una lampadina nel cervello di tutti gli adulti.

Ebbene si, “i grandi”  devono qualcosa ai più piccoli, non si può pretendere che un fiore cresca sano senza cure, non si scappa: i bambini non sono altro che gli adulti di domani ed è nostro il compito di educarli, e di educarli bene.
Sentiamo sempre più spesso fatti di cronaca nera aventi come protagonisti piccole creature indifese, spesso vittime dei loro stessi genitori, e questo sgomenta e sciocca le menti sensibili e pensatrici.
Se essi non sono al sicuro neanche tra le mura di casa, dove andremo a finire?
Se le persone che dovrebbero essere caposaldo della loro esistenza sono al tempo stesso carnefici delle loro sofferenze, quale futuro si prospetta ai nuovi arrivati?
Sono domande che dovrebbero smuovere la coscienza di tutti.
 
Forse la soluzione sarebbe ri-educare gli stessi genitori, informarli su cosa vuol dire essere padre e madre e renderli consapevoli che un figlio non chiede di essere messo al mondo, ma una volta presente è un cittadino con dei diritti a tutti gli effetti.
Forse..
Ma l’informazione e l’educazione bastano ancora quando una madre uccide il suo stesso figlio?
Forse..
Forse qui entra in gioco altro, forse ci siamo spinti troppo in là e ora non si può più tornare indietro.
 
I bambini vanno maneggiati con cura, sono un composto molto potente sul quale lavorare: si pensi che la loro è una mente completamente libera da qualsiasi pregiudizio o preconcetto, un libro bianco che aspetta di essere scritto, da qualcuno che sappia cosa scrivere però, da qualcuno che delicatamente incida su questo libro parole dorate, piene d’amore.
Non lasciamo che essi siano scatole vuote, “secchi da riempire”, come dice Yeats, facciamo si che diventino fiamme divampanti pronte ad ardere il mondo.
Abbiamo bisogno di speranza, in un mondo in cui i nostri occhi non vedono altro che disperazione e desolazione, abbiamo bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia ancora possibile; ed ecco a voi la speranza e al tempo stesso la sfida: i grandi di domani.
Non sciupiamo l’occasione di tramandare sani principi, scegliamo la strada più difficile, ma assolutamente la più gratificante.
In questo appello di speranza tengo almeno a citare il fondamentale ruolo delle educatrici, preziose perle sia per i genitori che per i bambini. Coloro che affiancano i neo genitori nell’educazione dei piccoli, coloro che attraverso il gioco, la fantasia, le attività svolte innestano nel bambino preziosi concetti come la cooperazione, l’uguaglianza e l’amicizia.
Nonostante ciò, nonostante le Istituzioni cerchino di rattoppare un buco oramai diventato cratere il problema è dilagante, in Italia e fuori.
Bambini soldato costretti a combattere guerre non loro, quando l’unica cosa che dovrebbero fare sarebbe “facciamo finta di….”, in quelle situazioni di finto non c’è proprio niente.
Bambini maltrattati, figli di genitori negligenti e disinteressati.
Bambini abbandonati al loro destino.
Bambini che sembrano avere tutto ma che dentro di loro hanno solo terra bruciata.
Bambini soli.
 
Restiamo esseri pensanti.
Restiamo esseri umani.
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