10 Febbraio, il giorno del Ricordo
Dopo la Giornata della Memoria del 27 gennaio, ecco il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo. La prima rammenta i milioni di ebrei sterminati dai nazisti; il secondo, le migliaia di italiani trucidati dai partigiani titini (e non solo), aventi la sola "colpa" di non essere slavi e stalinisti.
La seconda ricorrenza venne istituita nel marzo del 2004, dopo anni di polemiche e di tentativi per impedirlo. Essa "celebra e rinnova la Memoria degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra ".
Al termine del secondo conflitto planetario, in seguito alla ritirata delle truppe di Hitler e allo sbando di quelle del Tricolore, le formazioni capitanate dal comunista Tito valicarono i confini jugoslavi e occuparono porzioni dei territori limitrofi. Con la scusa, assai pretestuosa, che il fascismo li aveva illegalmente inglobati all'Italia.
Dinanzi alla reazione, dignitosa ma ferma, degli abitanti, iniziarono i soprusi delle formazioni comuniste slave, culminati con la strage delle foibe.
Le foibe sono delle cavità montane naturali, ebbene, in esse trovarono sepoltura, molti ancora vivi, innumerevoli nostri connazionali, rei di essere patrioti e avversi all'ideologia stalinista.
Qui si perpetrò il femminicidio peggiore che la nostra Storia conosca: innumerevoli donne torturate, violentate, massacrate, prima di venire uccise. Le urla delle seviziate erano per gli aguzzini un incentivo ad infierire, ubriachi di alcool e di perversione culturale.
Molti italiani per sottrarsi a questi massacri decisero di fuggire, lasciando tutti i loro beni in mano ai predatori. Colonne interminabili migrarono soprattutto nelle regioni attigue, spesso accolte con indifferenza se non ostilità.
Particolarmente drammatici furono i 40 giorni, nel 1945, duranti i quali i titini occuparono Trieste, Gorizia e l'Istria; ad essi, nelle barbarie, si unirono i partigiani comunisti italiani, accecati da un odio pestilenziale alimentato dalla ideologia.
E proprio costoro e i loro eredi (poco importa se di sangue o di perversione politica) impedirono per decenni che si rammentassero quei folli giorni. Ma la Memoria della Storia è incancellabile e ravvivarla fa bene ai sinceri democratici e alle persone estasiate dalla vera libertà. Il 10 febbraio non permettiamo all'oblio di cancellare crimini che gridano non vendetta ma giustizia. E' quella che per troppi anni abbiamo dimenticato. Non ripetiamo mai più questa infamia.
Gaetano Tirloni