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Ricordando Don Giussani a 14 anni dalla morte

  • Gaetano Tirloni

don giussani 1954

Il 22 febbraio 2005 moriva Don Luigi Giussani, fondatore di Gs che, in seguito, si tramutò in Cl.

Ai suoi funerali, tenutisi due giorni dopo nel Duomo di Milano, parteciparono migliaia di persone, stipate nella cattedrale e formicolanti nella piazza antistante. Le esequie erano presiedute dal cardinal Ratzinger, in procinto di salire al soglio pontificio.

Ma chi era don Gius, come lo chiamavano famigliarmente i suoi ragazzi ? Un sacerdote fuori dal comune, che seppe intercettare le ansie dei giovani a beneficio dell' intera società.

Iniziò la sua avventura come insegnante di religione al liceo classico Berchet di Milano, una scuola dalla marcata laicità, frequentata, allora, dai rampolli della buona borghesia meneghina. In essa spopolavano due schieramenti contrapposti: i comunisti e i monarchici. Dei discenti cattolici, pur numerosi, non si vedeva l'ombra. Finché un giorno il prete brianzolo non ne intercettò un gruppetto e li provocò; la mattina seguente, in un'assemblea, dopo le dichiarazioni dei portavoce dei gruppi storici, si alzò un ragazzo sconosciuto ai più, proclamando: "Noi cattolici…" ; e da lì iniziò una presenza che durò decenni. 

La formazione che si ispirava a don Gius, chiamata Gioventù studentesca, venne travolta dai contraccolpi del Sessantotto e, messo a frutto qualche anno di riflessione, mutò poi nome in Comunione e liberazione, con le medesime spinte ideali.

Pur non dotato vocalmente, don Giussani riusciva a stregare le folle, con un eloquio, fra l'altro, per nulla semplice, di là di alcune folgorazioni. Al cronista risulta ancor oggi misterioso come migliaia di persone potessero rimanere affascinate da un linguaggio "oscuro", difficile da intendere anche per gli ermeneutici universitari.

Il suo maggior successo fu quello di dichiarare il cristianesimo non una religione ma una Rivelazione, come in effetti è, mettendo in secondo piano le casistiche e i vincoli, a favore di una superiore spinta caritativa. 

Nelle scuole gli studenti di Cl erano gli unici a fronteggiare con coraggio ma senza violenza i simpatizzanti dell'allora straripante Movimento studentesco, subendo spesso vili aggressioni e intimidazioni quotidiane. 

Col tempo, alcuni aderenti di Comunione e liberazione si tuffarono nella politica, sempre col beneplacito di don Luigi, stringendo una particolare amicizia con Andreotti. E qui qualcosa del puro s'inquinò in mediazioni troppo disinvolte. 

E' quasi un dogma che i grandi uomini scelgano come loro successori dei mediocri e a tale norma non sfuggì don Gius, che designò don Carròn suo erede; e Cl si avviò per una strada che mai sotto il fondatore avrebbe intrapreso.

Al carisma giussaneo si richiamano anche parecchi operatori della comunicazione come, per altro, dirigenti ed insegnanti ed impiegati. 

A quattordici anni dalla scomparsa, resta nella memoria una figura carismatica di tutto rispetto, di là dai convincimenti di ognuno. Don Giussani ha qualcosa da insegnare anche ai nostri giorni ; se non altro, almeno ai suoi figli spirituali, che l'incoerenza non è una virtù.

Gaetano Tirloni

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