Don Luigi Giussani
Ricorrono i dieci anni dalla scomparsa di Don Giussani, nato a Desio nell’ottobre del 1922 e morto a Milano nel febbraio del 2005. Non posso lasciar passare questa ricorrenza senza dedicargli un pur breve articolo a questo Prete cui la nostra Milano deve della riconoscenza.
Fu la mamma Angelina a fargli conoscere la fede cattolica, mentre il padre Beniamino gli trasmise la passione per la musica e l’invito a sempre ragionare sul perché delle cose. A undici anni entrò nel seminario diocesano di Seveso, per poi continuare gli studi nel seminario di Venegono Inferiore.
Nel 1945 Luigi ricevette l’ordinazione sacerdotale dalle mani del cardinale Ildefonso Schuster. Schuster è stato beatificato da Giovanni Paolo II nel maggio del 1996. Mentre il Don era in viaggio in treno, costatò che ben pochi giovani conoscevano i fondamenti del cattolicesimo, così decise di chiedere l’insegnamento della religione nelle scuole superiori.
Entrò così al Liceo Berchet di Milano. Primo Liceo d’Italia a essere riconosciuto dall’UNESCO. Proprio in questo Liceo nasce, per iniziativa del Giussani, il Movimento Gioventù Studentesca, per poi modificarsi in Comunione e Liberazione. Dieci anni dopo il Giussani entra all’Università Cattolica di Milano presso la cattedra di Introduzione alla Teologia. L’undici febbraio del 1982 il Pontificio Consiglio per i Laici riconobbe la Fraternità di Comunione e Liberazione guidata dal Giussani. Contribuì in maniera decisiva nella fondazione del Banco Alimentare assieme al patron dell’Azienda alimentare Star Danilo Fossati, iniziativa che assisteva i più poveri e bisognosi. Moltissime sono le sue opere letterarie, tra cui “Il senso religioso e all’origine della pretesa cristiana”.
Per don Giussani la fede è il riconoscere una presenza, è una esperienza ragionevole. Migliaia furono le persone, di tutti i ceti sociali, che parteciparono ai suoi funerali. Fu sepolto al Famedio del Cimitero monumentale di Milano. Uno spiacevole episodio vandalico e ladresco fu perpetrato alla sua tomba nel giugno del 2006, dove furono trafugati due ex voto.
Molte sono le onorificenze ricevute, quali ad esempio il Premio internazionale della Cultura Cattolica e il Sigillo Longobardo. Dopo la morte gli sono stati dedicati, in molte città italiane, diversi siti, tra i quali: i giardini pubblici di Via Solari, dal Comune di Milano, a Desio, suo paese natale, la piazza del Municipio, a Segrate un Centro Sportivo. Moltissime sono le sue opere letterarie pubblicate da varie Case editrici.
La storia di don Giussani è un accaduto inserito nella quotidianità della vita di tutti, non ha pontificato da una cattedra, ma ha vissuto, ha camminato tra la gente trasmettendo la sua forte Fede cattolica.
Prima di terminare questo breve articolo, desidero riportare alcuni suoi aforismi:
- Noi dobbiamo lottare per la bellezza. Perché senza la bellezza non si vive. E questa lotta deve investire ogni particolare: altrimenti come faremo un giorno a riempire piazza San Pietro?
- Il primo problema di un atto umano è che sia ragionevole.
- Se tutto converge all’uno, si mette per forza in ordine; il disordine c’è quando non c’è un “uno” verso cui, in funzione di cui andare.
Un uomo, il prete Giussani, cui Milano deve essere riconoscente.