Anno 2023: una ripresa globale complicata
L’ultima mannaia sulle attese degli investitori internazionali è l’ondata di contagi da Covid-19 che si sta abbattendo in maniera imprevista sulla Terra del Dragone, ma non si tratta solo di questo.
“Mala tempora currunt”. La recentissima flessione dei mercati asiatici giustifica molteplici perplessità sulla tanto agognata ripresa globale. Una Cina flagellata da contagi Covid fuori controllo, campagne vaccinali di massa poco pervasive e mal gestite, nonché dati ufficiali parziali e poco affidabili, sono tutti elementi che offrono ai mercati finanziari un quadro assai poco rassicurante; ulteriormente crescono le preoccupazioni per le prossime settimane in cui si teme che il virus intensifichi la sua diffusione in tutta la Cina (Paese che – è bene ricordarlo - rappresenta la seconda potenza economica mondiale) con il previsto aumento della circolazione delle persone dalle città alle zone rurali, in occasione dei festeggiamenti per l’ormai prossimo Capodanno lunare.
Insomma nulla di buono si staglia all’orizzonte per l’esordio del nuovo anno anche se pare scongiurato, almeno per ora, il rischio di nuove varianti alla luce del sequenziamento - eseguito a tempo di record - sui soggetti positivi (circa il 50%) dei viaggiatori atterrati all’aeroporto milanese di Malpensa provenienti da Pechino.
Nel quadro delineato nessuna garanzia si prospetta, ovviamente, rispetto al pericolo di futura insorgenza di ceppi virali più aggressivi di quelli fino ad oggi conosciuti. In tale fosca evenienza, entrerebbero in crisi le catene di approvvigionamento di importazioni fondamentali per lo sviluppo globale con conseguente inevitabile rallentamento per l’economia e gravi conseguenze sia per i mercati emergenti, sia per la valuta statunitense che, come si sa, governa gli scambi internazionali.
Altra fonte di incertezza sono i numeri in salita dell’inflazione che hanno indotto le banche centrali di mezzo Mondo verso politiche restrittive del credito, come se questa strategia potesse considerarsi la panacea di tutti i mali economici, con evidente rischio di un rallentamento generalizzato delle relazioni commerciali e dei consumi.
E poi c’è la folle guerra della Russia contro l’Ucraina, un conflitto inaspettato fino a un anno fa, che invece si è materializzato contro ogni legittima aspettativa di pace, cancellando decenni di impegno civile e diplomatico spesi da ogni parte nella costruzione di relazioni amichevoli, e altresì portando nel cuore dell’Europa distruzione e morte contro un popolo fratello dell’aggressore: così, insensatamente, sono messe a repentaglio a livello globale forniture energetiche, mercati finanziari, cibo per milioni di persone, esportazioni di metalli e prodotti chimici.
Dunque si è al cospetto di un contesto mondiale complesso e fluttuante al cui interno gli attori economici e politici dovranno destreggiarsi con estrema cautela, e soprattutto con una segreta speranza di evoluzione in melius delle condizioni odiernamente date, previo l’impegno fattivo di tutti - nessuno escluso - mentre incombe l’ombra cupa della minaccia atomica.
L’obbiettivo di una ripresa dell’economia globale resta pertanto difficile da conseguire, ma ciò non toglie che sia il fine irrinunciabile da perseguire con ogni mezzo possibile e immaginabile, senza riserve e senza cedimenti verso la tentazione di una estensione del conflitto.
Mirella Elisa Scotellaro