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Da Milano a New York: panettone che passione

  • Mirella Elisa Scotellaro

PanettoneDalla città meneghina una dolcissima tradizione già esportata con successo in tutto il mondo, ora anche negli Stati Uniti.

Da quando gli Americani hanno assaggiato il panettone, è stato un boom di consumi, un trionfo che oggi vede una delle eccellenze della scuola dolciaria milanese affermarsi oltre oceano in un crescendo costante di entusiasmo.

Dal New York Times al Sole24Ore è tutto un elogio di iniziative commerciali che ruotano intorno a questo italianissimo simbolo del Natale che non è solo un dolce, ma è anche tradizione e cultura.

E c’è di più: oramai il panettone non solo a New York si mangia, ma si fa. I fornai statunitensi, infatti, si stanno cimentando nell’arte di preparare questa complicatissima ricetta che richiede tecnica ed autentica maestria: basta infatti il minimo errore negli ingredienti, nella temperatura dell’impasto, nella lievitazione o nella cottura, per rovinare tutto. Qualcuno è venuto fino a Milano per scoprire i segreti dei pasticceri nostrani arrivando al Maestro dei Maestri, Igino Massari, ed ha vinto la sua sfida.

Racconta Dino Borri, vicepresidente di Eataly Usa, che 8 anni fa tutti gli davano del pazzo quando riempiva i suoi magazzini di panettoni. Nessuno, a torto, avrebbe scommesso un dollaro sulla sua iniziativa che invece ha dato il via a quella che per gli Americani è stata un’autentica scoperta del milanese “panetùn”.

Un altro esempio - uno dei tanti - è quello di uno sconosciuto Shvartzapel, tornato dall’Italia qualche anno fa dove aveva imparato a preparare il panettone artigianale. Aveva cominciato a produrlo nella sua cucina di casa californiana, caricando i suoi primi prodotti domestici nel cofano della sua macchina per andare a venderli a 50 dollari l’uno: oggi ne produce in quantità rilevanti in un laboratorio di 3.000 metri quadrati per una grande catena di lievitati della California, e può ben dire che il panettone abbia fatto la sua fortuna.

I maestri pasticceri d’America, però, sono inarrestabili: qualcuno importa segreti ingredienti dall’estero (come il burro dal Nord Europa), altri preparano personalmente il lievito madre, altri ancora pare non intendano accontentarsi di avere imparato come si fa il panettone, poiché si stanno avventurando in un campo minato, quello della sperimentazione di varianti al rhum, alla mandorla, alla buccia d’arancia, con glassa di cioccolato, nonché una novità inedita che suscita in noi Italiani un certo stupore: il panettone alla zucca … che magari, inaspettatamente, sarà buonissimo!

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