Ebola: il vero e il falso sul Virus Killer
Le cronache estive di questo 2014 si confermano, ad ora, da cardiopalmo.
Ebola, temuto avversario degli epidemiologi del secolo passato, torna a far parlare di se' con prepotenza.
L'allarme di Medici senza Frontiere dapprima e gli accertamenti dell'OMS, in un secondo momento, confermano che il pericolo esiste ed è reale.
Ora la presa di coscienza è inevitabile; ad ogni modo, secondo il principio per cui creare allarmismo fine a se stesso non solo e' inutile, ma, in definitiva, anche pericoloso, cerchiamo di "tirar le somme" sullo stato dell'epidemia e far chiarezza, con parole semplici e comprensibili a tutti, sulla malattia in sé e sulle lecite precauzioni ed accorgimenti consigliati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ebola è un virus che provoca severe manifestazioni cliniche ad elevatissimo tasso di mortalità (90% c.a.), la cui comparsa rappresenta un evento di maggior interesse per la sanità pubblica, con epicentro nell'Africa Sub-Sahariana.Questa patologia viene annoverata tra le zoonosi (trasmissione primate-uomo), ma nel focolaio di quest'anno sono stati registrati quasi tutti casi di trasmissione tra soli umani.
L'origine è sconosciuta, ma sono state raccolte evidenze per cui le volpi volanti, una specie di pipistrelli, sembrerebbero essere ospiti del virus.
Il contagio avviene attraverso stretti contatti interpersonali, nella fattispecie attraverso sangue e fluidi corporei di un soggetto infetto; cute e mucose lese rappresentano una via d'ingresso per il virus nell'organismo dell'ospite.
Rappresentano, per questo motivo, "soggetti ad alto rischio" il personale sanitario e i familiari del malato.
Segni e sintomi classici del potenziale contagio consistono in un repentino picco febbrile, accompagnato dai classici sintomi influenzali con spossatezza, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola. Seguono vomito, diarrea, esantema, alterazioni nella funzionalità di fegato e reni, in alcuni casi, emorragie interne o esterne. Il profilo si conclude con alterazione nella conta dei globuli bianchi e delle piastine, cui si somma un aumento degli enzimi epatici. Il quadro clinico e un'esposizione all'agente patogeno devono essere confermati da opportuni esami di laboratorio per poter dichiarare una persona affetta da ebola.
Lo stato di incubazione, cioè il periodo di latenza tra contagio e manifestazione dei sintomi, va da 2 a 21 giorni; durante l'incubazione il soggetto affetto da ebola non sembra essere contagioso.
Il trattamento ha il solo scopo di tamponare la forte disidratazione del paziente, controllare la febbre e la sintomatologia; ad ora non esistono cure vere e proprie per contrastare ebola, mentre si pensa ad un potenziale impiego di vaccino terapeutico.
Ebola, purtroppo, è uno tra i Killer virali più potenti presenti in Natura e come tale non deve essere sottovalutato.
Come comportarsi? Abbiamo l'imperativo di comportarci con senno e responsabilità, non esponendoci a rischi inutili, rispettando le normative imposte dalle autorità sanitarie vigenti nel nostro Paese e, nel caso si sospettasse un potenziale contagio, valutato possibilmente con raziocinio, rivolgendoci alle strutture sanitarie con scrupolosità.