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Elezioni Regione Lombardia 2023: Intervista alla Dottoressa Monica Colombo, Segretaria del Pd di Vergiate

Monica Colombo

Manca pochissimo per le elezioni regionali in Lombardia. Il 12 e 13 febbraio, i cittadini residenti in regione che godono del diritto di voto, potranno recarsi alle urne per decidere se sostituire il presidente uscente in carica Attilio Fontana, oppure optare per un altro candidato.

Nelle liste elettorali, che concorrono per il palazzo, oltre ad Attilio Fontana che sarà sostenuto dal centrodestra, ci saranno Letizia Moratti per il centro, candidata con Italia Viva, mentre il centro sinistra, attraverso una coalizione anche con sinistra italiana e verdi e cinquestelle ha scelto come primo candidato l'europarlamentare Pierfrancesco Majorino.

Per capire come si vive questo momento nel centro sinistra abbiamo voluto intervistare la Dottoressa Monica Colombo, segretario del Pd di Vergiate.

Dottoressa siamo prossimi alle  elezioni regionali, come ci si sente nel centrosinistra  in questo momento prossimo alle elezioni?

Ci apprestiamo a vivere due momenti altamente significativi per il Partito democratico le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio e le primarie per la scelta del nuovo segretario o segretaria. Dopo il risultato deludente delle ultime elezioni politiche, questi sono due importantissime opportunità per rimetterci in gioco ed in carreggiata, per avere il coraggio e la volontà di riaffermare i nostri valori e di renderli concreti all’interno ed all’esterno del partito, in due regioni cruciali per il Nostro Paese, una che governiamo già e l’altra che dobbiamo riprenderci dopo 28 anni di governo assai discutibile del CDX. Qui dobbiamo batterci fino all’ultimo perché  questo cambiamento avvenga. La scelta dei nuovo leader rappresenterà un momento altrettanto cruciale per dare nuovo slancio alle nostre idee e alle tante energie che i circoli e gli iscritti mettono in campo.

La scelta di  Pierfrancesco Majorino, europarlamentare con una passata esperienza anche a palazzo Marino. Che ne pensa di questa scelta?

Dopo alcune perplessità iniziali dovute al rischio di veder ripetere giochi interni al partito, credo che la scelta di Pierfrancesco Majorino possa rappresentare l’unica opportunità perché in Lombardia si riaffermino i valori, le idee e le soluzioni di centro sinistra. Sconfiggere Fontana e la sua giunta necessita la discesa in campo di un gruppo politico coeso e deciso. L’esperienza di Majorino a livello locale ed europeo può rappresentare una buona opportunità, affiancato da amministratori, esponenti di partito, imprenditori che sentano la necessità di un vero cambiamento in Lombardia. Puntando sul ripristino della sanità lombarda, messa fortemente  in crisi dalle scelte irresponsabili di Fontana e Moratti, co(mancanza di medici di base, lunghe attese per prestazioni sanitarie, smantellamento di strutture ospedaliere, fondi a strutture private), mettendo in crisi quell’immagine di eccellenza che si suole attribuire alla realtà lombarda che invece rischia di perdere questo primato, facendone pagare le conseguenze ai semplici cittadini, garantire sostegno ai giovani perché il lavoro in Lombardia possa avere la giusta dignità, dare sostegno alle imprese nel rispetto di una visione del ruolo imprenditoriale onesto ed aperto alle necessità di sviluppo e di rispetto dei lavoratori, risolvere il grave problema dei trasporti e dell’inquinamento. L’osservatorio che ho a disposizione anche come docente di scuola superiore mi permette di verificare che c’è necessità di dare speranza ai giovani che spesso non hanno la possibilità di realizzare fino in fondo le loro aspirazioni i loro progetti perchè mancano le opportunità e le strutture, devono accontentarsi o andare all’estero senza poter sfruttare fino in fondo le risorse regionali o nazionali.  Pensare ad una Lombardia veramente proiettata verso il futuro dove le scelte green possano ricadere sul miglioramento dell'ambiente e su nuove opportunità di lavoro per i giovani, e dove gli ultimi non siano lasciati indietro, ma ci si impegni per la  loro vera integrazione.

Le ultime elezioni nazionali hanno dimostrato una netta vittoria del centrodestra ed una dura sconfitta soprattutto del PD. Secondo lei perché il centrosinistra che godeva di tantissimi elettori, ha avuto questo calo?

Credo che vi siano state problematiche interne al partito, in primis la divisione in correnti, e quel senso di responsabilità dimostrato nella partecipazione agli ultimi governi che i cittadini hanno interpretato come segno di debolezza anziché di sacrificio. Occorreva più coraggio e determinazione nel portare avanti i nostri valori fondanti, riconducibili alle radici sociali e di lotta per le classi più deboli e l’attenzione anche all’evoluzione di un paese che negli ultimi 20 anni è cambiato moltissimo. Chi sta all’opposizione spesso riesce a trasmettere meglio il senso di partecipazione e di vicinanza alle necessità della gente. Infatti il 25 settembre ha penalizzato chi ha cercato di affrontare un momento difficilissimo e ha premiato chi quelle responsabilità non se le è dovute assumere. Il Partito democratico deve ritrovare la sua identità di partito che ascolta le necessità della gente in una realtà in continua evoluzione, dove spesso i divari sociali si sono avvicinati almeno dal punto di vista culturale, ma dove le necessità pratiche e sociali  sono diventate urgenti anche nei ceti che fino a poco tempo fa ne erano lontani. Insomma superare le divisioni interne e coraggiosamente ascoltare e cercare di risolvere problemi sociali, culturali ed economici dell’Italia reale. Quello che spesso gli amministratori di sinistra o centrosinistra sanno fare a livello locale come dimostrano le differenze tra i risultati delle amministrative e delle politiche.

Scandalo del Qatar e le elezioni regionali

Ultimamente lo scandalo del Qatar, dove alcuni membri del centro sinistra sono indagati per aver ottenuto somme di denaro illecito in cambio di favori dagli emiri, ha generato un momento di sfiducia. Cosa ne pensa di quello che è successo e soprattutto potrebbe influire sul voto regionale?

Non credo che avrà un peso sulle Regionali. Credo che, come si suol dire, ci possano essere "mele marce" nella stessa famiglia. Quello che è accaduto riguarda un gruppo ristretto di persone in una realtà, quella europea che pensavamo immune da corruzione e illeciti. Brucia che questi comportamenti vengano da esponenti del mondo sindacale e del nostro orientamento politico, rinnegando quelli che sono alcuni dei nostri capisaldi onestà e responsabilità verso il proprio impegno pubblico e istituzionale. E’ sempre antipatico pensare a questo connubio politica-corruzione. Ci si augura che siano episodi limitati perché in Europa c’è ancora molto da fare, a partire dalla politica sull’immigrazione e sulla guerra in Ucraina. Un’Europa che ha ancora molta strada da compiere verso la vera unificazione culturale.

Sfide che richiedono serenità e compattezza per chi deve assumersi queste responsabilità. E ritengo che Majorino come europarlamentare lo abbia dimostrato.

Le primarie del Pd si svolgeranno in un momento molto delicato, anche perché c'è stata grande indecisione per scegliere sia i candidati e sia per come votare, infatti c’è stata una spaccatura tra decidere in presenza oppure online. Con il nuovo segretario ci sarà un cambiamento?

Mi auguro di sì. Tra il 3 e il 19 febbraio le Assemblee degli iscritti saranno chiamate a scegliere tra i quattro candidati in lizza e il 26 si terranno le primarie tra i due candidati che usciranno da questa prima consultazione. Esiste una necessità di cambiamento, un partito che come dicevo, comprenda veramente i problemi della gente, sappia interagire concretamente con la società civile, superando le divisioni interne. Una donna attenta ai diritti civili e ai valori di sinistra alla guida del partito sarebbe già un buon segnale di progresso e di sguardo verso il futuro con coraggio e voglia di rinnovamento, di riportare il Partito democratico a farsi sentire e a sentire e risolvere le necessità della gente. Un partito in cui anche chi non sarà eletto continui a collaborare con il nuovo leader per combattere le tante battaglie che ci aspettano perché la Destra non impone la sua visone di stato e società. Un in bocca al lupo ai nostri candidati regionali in Lombardia e a chi si candida alla segreteria.

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