Ernia inguinale : prevenzione e cura, intervista al nostro esperto Dottor Gennaro Cuccurullo
L’ernia inguinale è una patologia benigna che colpisce più di venti milioni della popolazione mondiale, tra giovani e anziani, più uomini che donne, i quali spesso devono ricorrere ad un intervento chirurgico per risolvere il problema.
Per comprendere meglio di che cosa si tratta e come va affrontata, abbiamo voluto chiedere delle informazioni al nostro esperto, il dottor Gennaro Cuccurullo, chirurgo d’urgenza MCAV, competente in medicina integrata presso l’Ospedale Maresca di Torre del Greco(NA).
Dottore l’ernia inguinale è un problema che colpisce molti pazienti.
Di che cosa si tratta e quali sono le cause?
E’ una patologia nella maggior parte dei casi benigna, caratterizzata dalla fuoriuscita e impegno nel canale inguinale di visceri, di solito intestino e suoi rivestimenti, talvolta anche la vescica. Tale impegno è dovuto a particolari condizioni di cedimento delle fasce muscolari della parete e del canale inguinale.
Le differenze anatomiche fra maschio e femmina di tale tragitto, fa si che l’incidenza dell’ernia sia maggiore nel maschio rispetto alla femmina.
E’ un problema che non va sottovalutato, quali potrebbero essere i primi campanelli di allarme e cosa consiglierebbe di fare ai pazienti?
Il dolore è uno dei principali sintomi insieme all’alternanza dell’alvo in alcuni casi.
Tale sintomatologia a livello inguinale, può partire da un semplice fastidio, fino a diventare un sintomo debilitante, limitante le normali azioni quotidiane.
La punta d’ernia impegnata nelle fossette inguinali può dare un semplice fastidio da sovradistensione viscerale, ma si può complicare se il viscere s’impegna nelle aperture procuratesi dal cedimento muscolare.
Tale impegno facendo fuoriuscire parte dell’intestino dalla cavità addominale, tale parte gonfia non rientrando facilmente nella cavità naturale , fa ristagnare liquidi e feci, complicando le condizioni locali e poi generali del paziente, dapprima come semplice intasamento poi anche strozzamento.
Spesso possiamo essere colpiti da sintomi simili, con quale altra patologia può essere confusa l’ernia inguinale?
La diagnosi differenziale va spesso fatta per dolori pubalgici.
Altri sintomi similari al dolore appendicolare, coliche renali nel maschio e nella femmina se l’ernia è a destra nel caso della femmina anche problemi ovarici vanno esaminati, a sinistra coliche renali e ovariche chiaramente nella femmina, ma anche alcuni problemi discali spesso danno sintomatologia all’inguine, e non da escludere alcuni disturbi gastrici vanno fatti risalire all’impegno erniario di parti dell’omento che tirano lo stomaco verso il basso.
In medicina si parla molto di prevenzione, come si può prevenire l’ernia inguinale?
Se la diagnosi fosse positiva , bisognerebbe fare un operazione oppure si può guarire anche con una cura?
Di solito quando l’ernia si è impegnata, o meglio quando la parete inguinale si collassa, essa va riparata con un intervento chirurgico.
Nei bambini in alcuni casi rari una cura ricostituente potrebbe rinforzare le fasce muscolari comprese quelle del canale inguinale ed evitare l’intervento.
Se nel caso ci fosse da eseguire un intervento chirurgico, in che cosa consisterebbe?
L’intervento tende a riparare con la cosiddetta plastica la regione fasciale collassata, apponendo su di essa una protesi consistente in una rete di materiale biocompatibile.
Essa una vota integratasi nelle fasce muscolari cementa la parete evitandone ulteriori collassi e fuoriuscite d’organo.
L’intervento consiste in un piccolo taglio in regione inguinale, in alcuni casi si evita anche il taglio inguinale agendo per via laparoscopica.
Dopo l’operazione, cosa bisognerebbe fare e quanto potrebbero essere lunghi i tempi di recupero?
Dopo l’intervento c’è il riposo, il paziente deve evitare sforzi di ogni tipo.
I tempi di recupero sono caratteristici delle capacità del paziente, l’età la condizione sociale, è chiaro che chi può essere assistito farà meno sforzi e recupererà prima, chi è in buona salute lo stesso, in media comunque sono 30 giorni.