Finirà questa pandemia? Intervista al dottor Stefano Vella, infettivologo e professore dell’università Cattolica di Roma
In Italiai casi di positività di coronavirus continuano a crescere, tanto da spingere le istituzioni ad emanare nuove misure restrittive per contenere contagio. Sono passati più di due anni da quandoquesto virus ha sconvolto le nostre vite, facendoci ritrovare in una battaglia che ad oggi sembra essere senza fine.
Abbiamo voluto intervistare il dottor Stefano Vella, medico, infettivologo e professore dell’università Cattolica di Roma.
Dottore questa pandemia sembra non finire mai, ci sono periodi dell’anno dove i contagi aumentano e altri in cui diminuiscono perché?
Si tratta di un’ epidemia da virus respiratori, quindi parliamo di virus che hanno un andamento stagionale.
Nei mesi più caldi le persone preferiscono trascorrere il proprio tempo all’aperto, si mangia all’aperto, stiamo naturalmente più distanziati. In inverno è il contrario. Le persone frequentano ambienti chiusi dove non ci sono ricambi d’aria ed è quindi più facile infettarsi.
Se ricordiamo l’ estate del 2020 e quella 2021, i contagi sono stati di meno, questo perché il Covid, anche se non è un’influenza, si comporta come un’influenza .
All’inizio tutti credevano che fosse una banale influenza, dopo al contrario questo virus ha sconvolto le nostre vita.
Potevamo evitare questa pandemia?
Il fatto che all’inizio sembrasse un’influenza è stata una previsione sbagliata.
Sembrava una speranza che poi è stata smentita subito dopo, tanto da sconvolgere il sistema sanitario, economico e sociale di tutto il mondo.
Si poteva evitare?
Il mondo era stato allertato che potesse arrivare una pandemia dovuta al passaggio di un virus nuovo da un animale all’uomo.
Sono tanti i virus che dagli animali sono passati all’uomo, esempio l’ebola, l’aviaria, lo stesso HIV che è passato dalla scimmia all’uomo.
Poi, non c’è stato un coordinamento tra Paesi, non avevamo piani pandemici.
Si parla tanto anche di varianti, cioè il virus che muta continuamente.
L’ultima variante, chiamata omicron è stata scoperta in Sud Africa e ora è diffusa in tutto il mondo, perché accade questo e cosa bisogna fare per evitarlo?
Questo è un virus a Rna. che muta, casualmente, durante la sua replicazione. Così nascono le varianti.
La variante Omicron, scoperta in Sud Africa, è più trasmissibile e apparentemente meno patogena. Anche se sinceramente non scommetterei su questo, perché attualmente ad essere colpiti sono i più giovani e molte persone vaccinate che come sappiamo ammalano molto meno.
Per permettere che non emergano altre varianti, bisogna al più presto vaccinare il mondo intero. Dove il vaccino non c’è, il virus galoppa e muta, soprattutto nel sud del mondo.
Quanto è importante vaccinarsi e soprattutto fare la terza dose?
Essenziale vaccinarsi, soprattutto fare la terza dose, perché protegge tanto dalle forme gravi di infezione. L’80 % delle persone in ospedale e in terapia intensivai sono non vaccinati.
Che ne pensa della riapertura della scuola, dopo le vacanze?
Bisogna agire passo dopo passo, sappiamo benissimo che la didattica a distanza è complicata sia per gli studenti che per gli insegnanti, pero dobbiamo monitorare quello che succede e poi muoverci di conseguenza.
Siamo davvero stanchi di questa pandemia. Secondo lei quando finirà e quale potrebbe essere la soluzione migliore?
Prima o poi tutte le pandemie si attenuano, però per cantar vittoria è ancora molto presto. Non abbiamo i vaccini in tutto il mondo e il virus se ne approfitterà.