Il ritorno del Foro Romano di Milano
In una Milano certamente diversa, forse un giorno Ambrogio e Agostino hanno passeggiato da queste parti, pensando, pregando, leggendo, per poi scrivere quello che ancora oggi amiamo e apprezziamo.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano ha un sogno, quello di far tornare il Foro romano dell’antica piazza principale di Mediolanum, dove si trovava fin dalla fondazione della città romana in epoca repubblicana, e di cui oggi rimangono solo poche tracce archeologiche, nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana e della chiesa di San Sepolcro.
La nuova piazza sarà chiamata Foro Atlantico e riprenderà il perimetro del Foro antico, lastricata in pietra, con moduli e cifre incise ispirate ai codici di Leonardo.
Il Foro era al di sotto delle attuali vie dell’Ambrosiana, Piazza San Sepolcro, via Cardinale Federico, piazza Pio XI e parte di via Moneta, per 160 metri in lunghezza e 100 in larghezza.
Presto inizieranno i restauri della chiesa inferiore del Santo Sepolcro a Milano, con un finanziamento del MiBact per un milione di euro, che vedranno coinvolti affreschi, superfici decorate, impianti, illuminazione.
Due anni fa la cripta era stata riaperta al pubblico, con un primo finanziamento della Regione e della Fondazione Cariplo, dopo ben 50 anni.
In realtà sono due chiese sovrapposte, affiancate da due torri campanarie, con le scale a chiocciola che collegano la chiesa inferiore, quella superiore e i matronei, ed è stata edificata dal 1030 da Benedetto Rozo, consacrata alla Santissima Trinità, con modello il Santo Sepolcro in Terra Santa.
La pianta della chiesa sorge proprio sull’antico Foro, infatti le lastre in marmo di Verona del pavimento erano la pavimentazione della piazza del Foro della Milano romana del IV secolo.
Presso la cripta della chiesa si ritirava Carlo Borromeo a pregare, com’è ricordato dalla statua nella campata centrale del presbiterio, mentre parte dei resti del Foro romano sono al di sotto all’Ambrosiana, la biblioteca e pinacoteca di Federico Borromeo, costruita all’inizio del XVII secolo.
Anche Leonardo da Vinci era molto legato alla chiesa, che considerava l’ombelico di Milano, come dimostra la sua pianta di città del Codice Atlantico, con al centro un grande rettangolo, che corrisponde alla piazza dell’antico Foro.