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Infortuni sul lavoro, una tragedia che continua

Lo afferma bene il titolo, una tragedia che non vuole terminare ma continua a mietere vittime, è proprio il 10 agosto che i TG riportano la notizia di due nuovi infortuni con un morto e un ferito grave. Non è possibile continuare in questo modo, è inaccettabile!lavoro cantiere pix

Vediamo cosa si intende per infortunio sul lavoro:

- per infortunio sul lavoro si intende ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa. Gli elementi integranti l'infortunio sul lavoro sono:

* la lesione

* la causa violenta

* l'occasione di lavoro, vale a dire che deve esserci un nesso causale tra il lavoro e il verificarsi dei rischi che possono portare all'infortunio.

Precisato quanto, è triste constatare che nei primi sei mesi del 2021 le morti sul lavoro nella nostra Italia sono state 538, con un aumento tra i lavoratori giovani. Decisamente troppi. È non solo triste, ma scandaloso, che si debba perdere la vita o menomarsi nel fisico mentre si esercita quello che è ritenuto un dovere-diritto fondamentale, ossia il lavoro.

Il Nord-Est e il Sud d'Italia detengono, purtroppo, la triste classifica delle morti sul lavoro. I settori più colpiti sono l'edilizia e l'agricoltura, seguiti dall'industria.

È a tutti evidente che un sistema efficace di formazione e prevenzione è quanto mai opportuno e necessario, a iniziare dalle scuole che devono fare formazione anche su queste tematiche, ricordando che gli scolari sono i lavoratori di domani. Non secondari come importanza vi sono i controlli che devono non solo prevedere una formazione eccellente dei controllori, ma che questi facciano rispettare le regole di sicurezza, che sono previste nella legislazione, senza sconti a nessuno, altrimenti qualcuno, e giustamente, sostiene che bisogna assumere un super controllore che controlli i controllori.

Se ci si ferisce o, peggio, si muore sul luogo di lavoro, sicuramente una, o più responsabilità esistono, in quanto nulla succede per caso, quindi è necessario fare luce sull'accaduto e stabilire le responsabilità di ognuno, datore di lavoro e lavoratore. Il datore di lavoro deve, in caso di infortunio, dimostrare di avere fatto tutto il possibile, adottando le giuste misure, per evitare l'evento lesivo. Ecco quindi l'importanza della formazione antinfortunistica del lavoratore. Ovviamente anche da parte del lavoratore ci deve essere la consapevolezza e la responsabilità di ciò che sta facendo. Non è corretto sostenere che il datore di lavoro debba ritenersi sempre causa di ogni incidente accorso al lavoratore, purché abbia garantito tutte quelle attenzioni, avvisi, comunicazioni per una efficiente sicurezza, anche per prevenire le condizioni di rischio insite nella possibile negligenza, imprudenza o imperizia del lavoratore.

Sarà mai possibile ridurre a zero le morti sul lavoro? A mio modesto avviso si, purché tutti si convincano che la vita di una persona vale molto di più che fare business, ossia racimolare denaro, ad ogni costo. Solo se si cambia la mentalità in una cultura più umana si potrà raggiungere l'obiettivo, altrimenti la "riduzione a zero infortuni" non la si raggiungerà mai. E non basta una legge, perché si dice che "fatta la legge trovato l'inganno", e questa modalità porta a non risolvere il problema alla radice. Penso ad esempio al lavoro nero o a quello a cottimo, due aspetti del lavoro che vanno aboliti e sanzionati perché portano, inevitabilmente, a "dimenticarsi" delle norme di sicurezza.

Una nazione che si dice civile, matura e responsabile non può più tollerare che avvengano queste morti.

Foto di LEEROY Agency da Pixabay

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