Skip to main content

Inquinamento nella valle del sabato, il Dottor Franco Mazza: tramutare il dolore della morte di mio nipote in una battaglia per salvare gli altri

dottor franco mazza

Nel cuore della Campania, a circa 40 km da Napoli, sulle sponde del fiume Sabato, vi è un area della provincia di Avellino, popolata da circa 75000 abitanti, fortemente industrializzata e nello stesso tempo con un forte tasso di  inquinamento, dati  provenienti da accurate indagini ambientali  la classificano tra le aree più a rischio sul territorio nazionale.

Oltre ad industrie di tipo metallurgico e metalmeccanico, sono presenti impianti di trattamento di rifiuti, un’ autostrada e un elettrodotto ad alto voltaggio.

Le falde acquifere del fiume  che costeggia il territorio, sono  inquinate, infatti un attento monitoraggio ha riscontrato la presenza di policlorobifeni, batteri come Escherichia coli , streptococco e tante altre sostanze pericolose come l’azoto ammoniacale.

La qualità dell’aria risulta molto inquinata a causa della presenza di monossido di Carbonio, PM10, ossido di azoto e benzo(a)pirene.

A tutto questo si associa la presenza di due stabilimenti industriali, uno dove sono state rinvenute circa 20 tonnellate di amianto smaltito illegalmente, la famosa isochimica, numerosi  gli operai che hanno perso la vita  a causa di malattie come patologie tumorali e , L’IRM con sede a Manocalzati, uno stabilimento addetto allo smaltimento di rifiuti, dove ci fu un grosso incendio, che non è stato mai bonificato.

Il Dottor Franco Mazza, è a capo del “ Comitato salviamo la Valle del Sabato”, associazione  che si batte con ardore da tempo  per la tutela e salvaguardia del territorio.

Dottore, lei è in prima linea in questa dura battaglia per un territorio colpito duramente dall’inquinamento.

Come si presenta oggi la situazione ambientale nella valle del Sabato?

Nella valle permangono delle forti criticità ambientali, condizioni predisponenti tra Avellino e l’hinterland, dovuti oltre all’inquinamento anche alla posizione geografica , essendo una valle collocata in una “conca”, dal punto di vista orografico, causa anche le condizioni metereologiche durante l’anno, gli inquinanti non si disperdono e permangono sul suolo, rendendo sempre più grave la qualità dell’aria.

In altre zone d’Italia, dove ci sono le stesse condizioni, non hanno lo stesso problema, perché grazie alla posizione geografica, gli inquinanti si disperdono nell’aria.

A tutto questo si associano gli scarichi di idrocarburi, provenienti dai veicoli che attraversano l’autostrada, ubicata al centro  della  valle, e l’inquinamento delle falde acquifere del fiume, dovuto a scarichi industriali ed edili, infatti attraverso attenti monitoraggi hanno rilevato la presenza di metalli pesanti nelle acque, tra cui il mercurio.

Perché non si è fatta una prevenzione di tutto questo?

In Italia, tante sono le situazioni di questo genere, spesso non si da importanza a questo aspetto.

Ci sono tantissimi territori, dove i cittadini, continuano ad essere esposti a gravi rischi per la salute, e nonostante ciò, ci sono siti ancora in attesa di essere bonificati.

Un esempio è l’ IRM, con sede a  Manocalzati, paese in cui  io vivo attualmente, questa azienda ,  addetta allo smaltimento di rifiuti, nel 2005, ha subito un incendio di dieci giorni, non è stata ancora bonificata.

Un danno mai valutato adeguatamente, attraverso delle indagini epidemiologiche, siamo riusciti a riscontrare nel sangue degli abitanti, presenza di diossina e metalli pesanti.

La valle del sabato può mai essere paragonata alla terra dei fuochi?

Lo studio SPES ha dimostrato, che l’inquinamento della nostra area è molto più alto di quello della terra dei fuochi, forse è meno conosciuto.

Sono state riscontrate delle patologie?

Stranamente non viene fatta un’indagine epidemiologica, su questo.

Pero molte sono  le sensazioni, date da evidenti  patologie come sarcomi, linfomi, malattie neurodegenerative che colpiscono i giovani, cosi come gli aborti spontanei e l’infertilità.

Perché non è stato fatto uno screening?

Bella domanda! Sono venti anni che mi pongo questa domanda senza che nessuno mi dia una risposta.

Una cosa è certa che tutto tace, e nessuno è in grado di fare uno studio serio, non su tutta l’area , ma su una determinata zona.

Le istituzioni, la politica come si pone davanti ad un problema grave come questo e cosa cercano di fare?

La politica , avrebbe potuto fare tanto, invece ha fatto molto poco.

Per risolvere il problema, ci dovrebbe essere un impegno unitario, tra le varie istituzioni, comuni, regione, ministero della salute, e tanto altro, bisognerebbe collaborare insieme per affrontare e cercare delle soluzioni al problema in maniera immediata.

I nodi con il tempo giungono al pettine, non possiamo sempre rimandare il problema, sarà sempre più grave nel futuro per affrontarlo.

Un esempio eclatante, può essere l’ex isochimica, dove molti lavoratori si sono ammalati a causa dell’amianto, ancora oggi dopo tante interrogazioni parlamentari, si è avviata la bonifica ma non è stato fatto quanto sarebbe stato necessario.

    In prima linea ad affrontare questa battaglia, Ci vuole coraggio vero?

Io credo che ci vuole coraggio a restare in silenzio e a non fare nulla.

Ho intrapreso questa battaglia nel 2016, perché mio nipote, di 36 anni, padre di due bambini, Barbato Mazzariello , ha perso la vita a causa di un sarcoma, ho voluto trasformare la sua morte in una battaglia per gli altri, soprattutto per i suoi bambini, per farli crescere in un luogo migliore.

Una cosa è certa che la nostra battaglia, non è solo nostra, è di tutti, anche contro coloro che ci denigrano, perché non abbiamo paura, anzi  aggiungo che quello che stiamo facendo non è rivolto contro nessuno, ma solo frutto  dell' amore che noi nutriamo  per la nostra terra.

Pin It