Intervista a Matteo Salvini
D: Buongiorno. Milanofree si occupa di Milano e Lombardia. Lei ha praticato in prima persona, in passato, la politica del comune milanese. Rispetto a 20 anni fa come trova Milano? E cosa ne modificherebbe?
R: Milano ha subito un tracollo in questi ultimi anni di Pisapia. Lo dico da cittadino, prima che da politico, basta osservare il degrado che cresce dalle periferie verso il centro della città. Non che prima non ci fossero problemi, non che prima con le giunte leghiste e di centrodestra tutto andasse bene, ma c’erano almeno dei referenti certi a cui chiedere conto dello stato della città, oltre che delle strategie precise per il suo sviluppo, condivisibili o meno, ma c’erano. Oggi non c’è rotta, tanto è vero che Pisapia ha annunciato di non ricandidarsi al secondo mandato.
D: Tutta Italia ha assistito alla trasformazione della Lega Nord da partito secessionista e nordista a realtà nazionale, coadiuvata dalla presenza centromeridionale del partito Noi con Salvini. In breve, ci può spiegare i motivi che l’hanno spinta ad aprire all’intera nazione?
R: La Lega è rimasta la Lega, questo lo sanno bene coloro che conoscono il Movimento da vicino e non solo attraverso la televisione. Se abbiamo deciso di esserci anche nel Sud è perché in primo luogo ci hanno chiamato i cittadini stanchi di una rappresentanza politica evidentemente inadeguata, che finora non ha saputo valorizzare le potenzialità del Mezzogiorno. In secondo luogo alle battaglie strategiche della Lega, che restano, si è aggiunta la constatazione che il cappio dell’euro, la disoccupazione, l’immigrazione selvaggia oggi sono un’emergenza da Nord a Sud.
D: Di recente ha parlato, lasciando trasparire un certo cospirazionismo eurocratico, di “sostituzione di popolo” in atto ai danni degli italiani e molte vicende sembrano non smentire la teoria. A che pro questo progetto, chi può volerlo e a chi gioverebbe però?
R: Non credo molto ad una cospirazione razionale, decisa a tavolino da un gruppo preciso di persone, quanto piuttosto credo che questa idea di sostituzione dei popoli nasca come esigenza strutturale di un capitalismo globalizzato che, esasperando la competizione internazionale, ha bisogno di creare sacche di manodopera a basso costo. A questo servono gli immigrati che importiamo. Nel frattempo i nostri giovani scappano all’estero, quando possono. Se rimangono, finiscono senza prospettive: di qui il tasso di natalità ormai cronicamente al di sotto la soglia di sostituzione. Se non si inverte la rotta nel 2050 l’Istat stima che un terzo della popolazione sarà composta da anziani oltre i 65 anni, un terzo da giovani stranieri e solo nell’ ultima frazione troveremo la società italiana come la conosciamo oggi, bambini, adolescenti, giovani, uomini, donne…
D: Una Sua opinione sulle idee di Giorgia Meloni?
R: Con Giorgia siamo concordi sul 95% delle idee.
D: Ci sono avversari politici che Lei stima? Se si, quali e perché?
R: Ne stimo molti: fare l’elenco sarebbe ingiusto perché sicuramente dimenticherei qualcuno, ma posso dire che la qualità che apprezzo sempre è lo sforzo di andare oltre le ideologie. In Lega cerchiamo di farlo, da sempre.
D: Monella nel bergamasco, Stacchio nel vicentino. Questi sono solo due casi eclatanti di autodifesa (legittima secondo alcuni, non secondo altri). Ci saranno centinaia di altri casi simili non curati dalla stampa nazionale. Cosa si può fare per rimediare al fenomeno dell’uso della violenza per difendersi? E, se proprio non se ne può fare a meno, come vorrebbe regolare la legge sulla legittima difesa?
R: La questione è molto semplice: se lo Stato non ha più i mezzi per difendere i cittadini perché Renzi taglia le spese per la sicurezza, alle persone non resta che difendersi da soli. Come regolare la legittima difesa? Semplice anche qui: la difesa se è legittima, non può essere mai eccessiva.
D: Parliamo di terrorismo islamista: in Italia sono già state scovate cellule di jihadisti. Se da domani Lei potesse decidere in merito alla politica interna ed estera dell’Italia, cosa farebbe per risolvere il problema ed il rischio degli attentati?
R: Nessuno ha la bacchetta magica, però non accetto che chi è pagato per dare soluzioni si limiti a scrivere tweet all'insegna dei buoni sentimenti come fa Renzi, oppure si esibisca in espulsioni a casaccio e tardive come Alfano. Se fossimo al Governo la nostra politica sarebbe quella della semplice legalità : ripristinare il reato di clandestinità per cui solo chi lavora può avere il permesso di soggiorno, sgomberare i campi rom, rimpatriare gli stranieri nelle carceri e inasprire le pene per chi resta, altro che svuota-carceri.
In politica estera invece c’è bisogno di azioni concrete: è urgente un blocco navale, ma anche una vera cooperazione internazionale che dia beneficio ai popoli dell’Africa e non ai professionisti della bontà nostrani.
D: Dunque Oriana Fallaci sembra una moderna Cassandra, profetessa inascoltata e rimpianta. Perché tuttora alcuni non vogliono considerarla?
R: Perché dice cose scomode. In questo senso è interessante, oltre che leggermente deprimente, notare i vani tentativi della cultura ufficiale italiana di addomesticarne il pensiero a posteriori. Tutto inutile fortunatamente: i suoi libri sono ancora lì, più attuali che mai, pronti per essere letti da chi crede che “la libertà non sia un diritto, ma un dovere”.
D: Il Suo rapporto con l’Islam prima dell’ISIS? e Dopo?
R: Il Califfato islamico non è la causa delle violenze, ma la conseguenza della folle politica estera europea che prima soffia sul fuoco delle primavere arabe e ora ci si stupisce che sia arrivato l’inverno del terrorismo.
Stefano Todisco