Intervista all'atleta Andrea Liverani: un grande orgoglio italiano
Andrea Liverani, classe 1990, milanese doc, ne ha vinte tante di medaglie, ma quella che è riuscito a conquistare con i giochi paraolimpici di Tokyo 2021 è stata la più bella.
Medaglia di bronzo nel tiro a segno specialità R4-fucile ad aria compressa 10 m in piedi SH2: è questa la medaglia che l’atleta azzurro è riuscito a vincere, alle spalle di due atleti fortissimi, come lo svedese Philip Jonson e lo sloveno Francek Gorazd Tirsek, ridando all’ Italia un titolo che mancava nel palmares azzurro da ben venticinque anni.
Andrea rimasto paraplegico a causa di un incidente stradale, all’età di vent’anni, non ha mai mollato, facendo dello sport una vera passione e un grande impegno, incominciando a giocare prima a basket con la briantea, per poi passare al tiro a segno, sport che gli ha dato tante soddisfazioni raggiungendo il record italiano, in battuto ancora oggi.
Un ragazzo, oltre ad essere impegnato nello sport preferisce dedicarsi anche al sociale: esempio il progetto educazione stradale, recandosi nelle scuole cerca di dare il suo contributo anche tra i più giovani.
Andrea è stato molto gentile a concederci una sua intervista.
Andrea, un bellissimo traguardo quello di partecipare alle para olimpiadi e soprattutto quello di vincere una medaglia cosi importante. Cosa si prova a conquistare un traguardo cosi importante?
E’ stata davvero una grande soddisfazione raggiungere questo traguardo. Ritengo che sia un'equa ricompensa per tutti i sacrifici e l’impegno profuso nell’attività sportiva in questi anni.
Prima che iniziassi questa disciplina eri un giocatore di basket. Come ti sei innamorato di questo sport?
Mi sono innamorato di questo sport per caso. Nel 2014 mi recai al TSN di Milano per informarmi sulle procedure di richiesta del porto d’armi (ai tempi volevo provare a sparare di pistola) e durante il corso di uso e maneggio delle armi mi hanno fatto provare la carabina, fu davvero un colpo di fulmine. Da lì ho cominciato ad allenarmi e poi a fare le prime gare, quasi inaspettatamente sono arrivati i primi risultati e l’anno dopo sono entrato a dar parte della squadra nazionale.
Sei conosciuto da tutti come uno sportivo modello, esempio per tanti giovani. Qual è secondo te il vero valore dello sport?
Ti ringrazio per le belle parole. Per me lo sport ha un valore formativo assoluto. In primis ha effetti benefici sia sul corpo che sulla mente e penso che ci renda persone migliori. Lo sport mi ha aiutato a superare molte difficoltà sia nell’ambito della vita privata che lavorativa, trasmette valori come la disciplina, l’impegno, sacrificio la costanza, collaborazione, rispetto dell’avversario e accettazione della sconfitta.
Inoltre, grazie allo sport ho ritrovato l’autonomia e l’indipendenza che avevo perso a causa della lesione midollare, per chi ha una disabilità (ma anche per chi non ce l’ha) lo sport è uno strumento di riabilitazione fondamentale.
l tuo impegno non si limita alla tua attività agonistica, hai deciso di impegnarti anche nel sociale, esempio i vari progetti a cui sei partecipe, tra cui l’educazione stradale. Cosa ti spinge a fare questo e chi rappresentano per te i giovani?
Penso che l’educazione stradale sia un po’ sottovalutata e pertanto spero che partecipare a questo progetto sia una grande occasione per far concentrare i giovani sull’importanza di tale tematica. Sensibilizzare oggi i giovani su questo argomento permetterà di avere guidatori più responsabili nel futuro e magari anche persone con la mente più aperta al mondo della disabilità. Se frequentassi le scuole superiori ed avessi 15 anni in meno avrei apprezzato molto questo progetto, farne parte mi rende orgoglioso.
Una grande passione anche per la scrittura, hai scritto anche un bellissimo libro, di che cosa si tratta?
Insieme al mio amico Raffaele Gianotti ho scritto “La notte di San Possenti” autoritratto con carabina che è la mia biografia scritta in chiave romanzata. E’ il racconto di come è cambiata la mia vita dall’incidente, le difficoltà incontrate, le nuove conoscenze e lo sport. Ho pensato che la mia storia potesse essere di ispirazione o aiuto per altre persone e così è nata l’idea di scrivere il libro. Spero di aver centrato l’obiettivo.
Inoltre, i proventi delle vendite del libro a me spettanti in qualità di autore saranno destinati in beneficenza.
Dopo un periodo di riposo, incominceranno di nuovo i grandi impegni. Cosa ti aspetti dal futuro?
In questi giorni comincerò a ritornare ad allenarmi regolarmente dopo il periodo di stacco. Il futuro riserverà sicuramente nuove sfide, continuerò a fare quello che mi piace con l’obiettivo di migliorarmi sempre di più. Con l’impegno, la costanza e il sacrificio nulla è impossibile e lo sport è il più grande maestro che possa darci questa lezione. Spero di essere stato d'ispirazione per qualcuno e che magari, incuriosito da questa intervista, venga al poligono a provare a tirare e si appassioni allo sport del tiro a segno.
Per ulteriori info vi invitiamo a visitare il sito: www.andrealiverani.com