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Intervista alla giovane cantante Serena Collu in arte “Sere”

img 20220613 wa0024 Vent'anni e tanta passione per il canto e la musica. Un vero e proprio amore, che ha spinto Serena Collu in arte Sere a lasciare Cagliari, per andare a studiare al conservatorio di Milano.

Ed è proprio nella città meneghina che la giovane artista sarda vuole dare il meglio di sé studiando e cantando, incidendo i suoi bellissimi brani, come quello che ha pubblicato ultimamente "Chiodi fissi".

La tua passione ti ha spinto a lasciare la tua terra giovanissima per venire a studiare a Milano. Cosa significa per te cantare e quale è il tuo genere preferito?

Fin da piccola cercavo un modo per spiegare meglio ciò che provavo, perché sono sempre stata circondata da ambienti ostili, che facevano fatica ad accettare il “come” analizzavo il mondo. Prima scrivevo delle storie, poi cantavo e ascoltavo dei brani che giustificavano il mio modo d’essere; ai 15 anni ho scritto il mio brano accompagnandomi al pianoforte e così è andata avanti tra lotte interne e problemi esterni, che non potevo gestire. Cantare è consolare me stessa e gli altri, tutti viviamo fra i guai delle emozioni e riesco a comunicare attraverso il genere del pop-urban, molto diretto, spontaneo come la mia persona.

Hai dato vita ad un ultimo brano "Chiodi Fissi". Di che cosa si tratta e perché hai scelto questo nome?

Chiodi Fissi è la mia persona, sono le mie emozioni che faccio tanta fatica a controllare, è il mio cervello che cerca di mettere a fuoco l’amore, le azioni e le reazioni delle persone, perché mi piace chi è elaborato e complicato. Mi piacciono le piccole attenzioni e mi piace essere vera, anche se richiede parecchia forza d’animo. Perciò i chiodi fissi sono quei puntini sulle “i”, è la persona da cui ti aspetti di tutto e poi quel tutto a volte non viene dimostrato; e nelle fasi diverse della vita ci saranno sempre dei chiodi per cui ti sbatterei ogni minuto.

Ultimamente c'è stata una grande crisi nel mondo della musica a causa della pandemia, ad essere colpiti anche i giovani artisti. Quanto è difficile secondo te emergere per un giovane cantante?

A volte è esattamente il mondo dei grandi social media a non darti la possibilità di emergere, c’è sempre tanta carne al fuoco, ragazzi che rincorrono i propri sogni, voglia di vincere, di rendere orgogliosi chi ti sta attorno, di vederti realizzato, che vieni inghiottito da questo mostro e ti lasci un po’ andare. D’altra parte vince l’originalità che in Italia diciamo fa paura, perché si tende a seguire la massa, a fare un po’ tutto uguale, c’è bisogno di forti personalità, che bisogna conoscere a cuore aperto.

Hai tanti fans che ti seguono, tra cui i tuoi genitori che danno tanti chilometri per venirti a trovare. Chi è per te la tua famiglia?

Ho un concetto un po’ allargato di famiglia. Qua a Milano ho scoperto il mio equilibrio, la mia dimensione, ho scoperto cosa vuol dire vivere da soli e crearsi una vita, che fortunatamente mi fa sorridere. La mia famiglia mi è sempre stata accanto, nel senso che mi ha sempre spronata a seguire i miei sogni attraverso una forte dedizione, ambizione e determinazione, mi ha aiutata a dare il meglio attraverso profonde riflessioni su questo nostro mondo artistico e mi ha aiutata concretamente a crescere e a farmi strada. La famiglia è dove so che posso tornare quando sono in bilico, perché toccare il fondo lo dobbiamo fare tutti, risalire è un attimo più difficile e forse avere delle persone vere accanto facilita un po’ il cammino.

Una vita impegnata nello studio e nel canto. Quali sono le tue aspettative per il futuro e soprattutto il tuo sogno nel cassetto?

Crearsi troppe aspettative fa venire l’ansia. Io voglio scrivere le mie canzoni, voglio arrivarci, voglio vivere le emozioni assieme a chi è interessato ad ascoltare la mia musica. Voglio fare un disco d’oro, pensando di essermi rimboccata le mani, di averci creduto così tanto, di aver lavorato per una causa bella: la felicità. Ogni volta che ti fai delle aspettative e le hai pure molto alte, fallisci la maggior parte delle volte, perché finisci con il non applicarti abbastanza, devono essere aspettative che riesci a concretizzare ad occhi aperti, perché devi sempre agire, agire per vincere una battaglia con te stessa, non con gli altri. Ci sono giorni in cui mi rende conto che la strada è parecchio complicata e che il potenziale non basta, bisogna studiare, anche divertirsi per dare ancora di più il meglio con l’obiettivo sempre più centrato.

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