La giungla dei bonus: burocrazia e misure inadeguate
A un mese dall'entrata in vigore del bonus mamme per le dipendenti private e pubbliche si parla di benefici ridotti rispetto alle attese perché il beneficio aumenta la base fiscale con conseguente incremento delle tasse.
La scoperta dell acqua calda per le testate giornalistiche che avevano annunciato in pompa magna il bonus.
Purtroppo questi palliativi perpetuano un'incapacità politica voluta di ridurre il peso contributivo in maniera strutturale e semplice.
Ogni qualvolta che viene introdotto un bonus, va in scena il teatro della confusione con impatto sugli uffici del personale devastanti:
- i lavoratori tempestano di domande gli uffici appena la misura viene annunciata;
- dopo le circolari di chiarimento dell'Inps le aziende (non tutte) devono lavorare sulla comunicazione e costruire modelli per raccogliere informazioni dei dipendenti che l'Inps scarica sulle aziende;
- le software House devono mettere a sistema le circolari e spesso rimangono dei dubbi operativi;
- i dipendenti pongono quesiti e situazioni non previste nei comunicati che affossano i lavori degli uffici;
- errori sui cedolini dovuti ad errate interpretazioni della normativa o errori sugli applicativi che costringono gli uffici del personale a onerose operazioni di sistemazioni non solo sui cedolini dei mesi successivi ma anche sulle trasmissioni telematiche (con impatti sul Durc).
Nel pubblico, come funziona?
Nel settore pubblico, per esempio, nelle scuole regna la confusione con lo scarica barile tra le segreterie e i sindacati. Le lavoratrici del pubblico si barcamenano nella chat alla ricerca delle informazioni con il passa parola o altro.
A parere di chi scrive i bonus dovrebbero essere aboliti e sostituiti con una graduale riduzione del cuneo contributivo. Occorre semplificare gli adempimenti degli uffici del personale e togliere burocrazia ai lavoratori che devono perdere per capire come attivarsi e muoversi.
Tutto questo non è più accettabile.