La rinascita di Luigia Arena: dalla sofferenza alla speranza
“Rientrai nella mia stanza, l'anima che bruciava.
Ma ben presto, di nuovo, si udì battere fuori,
E più forte di prima. Certo dissi è qualcosa proprio alla mia finestra: esplorerò il mistero,
Renderò pace al cuore, esplorerò il mistero.
Ma è solo il vento, nulla più»
(Edgar Allan Poe, Il corvo)
“Costruire una dolce parola per poter accarezzare la tua ferita più profonda,,, costruire una stretta di mano grande come un prato di Primavera ... Vorrei che tu sorridessi alla vita! Strappare un raggio di sole per poter asciugare le lacrime del tuo passato. E poi vorrei donarti una strada, la strada più bella del mondo, quella che conduce all’orizzonte della felicità”. (Luigia Arena, 13 anni)
Voglio presentarvi un personaggio molto particolare, che ha fatto della sua sofferenza una rinascita e ha trasformato la sua vita regalando speranza ad ogni persona che incontra e la forza di non arrendersi alle vicissitudini della vita.
La certezza che tutto può succedere cambiando lo scenario a dimostrazione del fatto che se si è al mondo c’è un motivo.
Luigia Arena nasce a Foggia, ma la sua infanzia le viene subito rubata. Sua mamma vive continui litigi con un uomo che alla fine decide di abbandonarla e di non riconoscere la bambina. A 6 anni Luigia si trova di fronte al nuovo patrigno, un uomo inizialmente tranquillo che poi svela la sua faccia peggiore: arrogante, aggressivo con la compagna, abusa di lei fin dalla sua tenera età.
Luigia si rifugia in un mondo parallelo, un mondo dove tutto è possibile.
La sua fantasia e la sua creatività le danno una mano, avverte le presenze buone di “angeli” custodi che fortificano la sua anima e le danno una positività tale da superare i drammi quotidiani della sua esistenza. A 13 anni, a causa di un errore giudiziario, i suoi finiscono in carcere. Lei viene affidata ad una infermiera dell’Ospedale e passa la sua adolescenza a Milano.
Ora ad anni di distanza Luigia ha ricostruito la sua vita: ha una figlia che ama, un lavoro che le piace e ha deciso di scrivere un libro per aiutare le persone come lei a riscattarsi da un’esistenza difficile. Ascoltiamo la sua storia increduli, sospendendo ogni giudizio.
Benvenuta Luigia dalla Redazione di Milanofree, com’è nato il tuo libro?
Ho deciso di scrivere questo libro con tanta fatica e dopo tanto tempo per dare sostegno a gente come me che ha vissuto tragedie tali da perdere ogn speranza . Questo libro parte ripercorrendo la mia infanzia, all’età di 6 anni si sono separati i miei genitori e senza neanche dirmelo mi sono trovata davanti ad un altro uomo, senza esserne stata avvertita, senza avere voce in capitolo.
All’inizio il mio patrigno sembrava gentile, ma giorno dopo giorno mi sono trovata davanti ad una persona malvagia, quindi da lì è nato il mio incubo, soffrivo ma non avevo la forza di dirlo o di affrontare il mio dolore. Così mi rinchiudevo nella mia camera e scrivevo, scrivevo poesie , avvertivo intorno a me presenze che mi proteggevano.
Le persone che ti circondavano hanno avvertito il tuo disagio?
Io ero una bambina silenziosa ma anche allegra così la gente pensava che vivessi felice. A tutte queste persone vorrei oggi dire: “ E tu che ne sai?”
Quindi il mio libro si intitola così, dentro leggerete tutta la mia esperienza: dalla sofferenza alle violenze, dai maltrattamenti alla solitudine, molte volte pensai anche al suicidio.
Ma inoltrandovi nella mia storia imparerete che esiste un’alternativa, quindi vorrei che dalla mia esperienza possiate imparare che tutto può cambiare solo con la forza della nostra volontà. Io mi estraneavo dalla mia realtà che si era rotta, e ho trovato mondi paralleli che mi hanno aiutato a rimettere insieme pezzi di me che avevo perso.
Si possono scoprire delle cose guardando il reale con occhi diversi, cose incredibili che ci cambiano la vita. Io sono arrivata alla consapevolezza di poter “vedere” e ciò che vedo vorrei codividerlo con voi.
Cio che vedo mi ha cambiata, mi ha restituito l’idea di felicità.
Descrivimi la prima esperienza che ti ha ridato speranza.
Allora la prima esperienza che mi ha cambiato la vita è stata l’arrivo di mia nonna, la mamma di mia mamma, una persona che non ho conosciuto molto. Inizialmente era una presenza strana, ma poi mi ha mostrato un mondo diverso, delle realtà parallele.
La notte dormiva in camera con me e ho iniziato ad avere delle visioni di persone vicine al mio letto, vedevo cose che non avevo mai visto e iniziai a domandarmi se fossi matta o no. “Sono proprio al limite”, pensai, però non ebbi paura, perché nonna mi spiegava come interagire con queste entità. Forse l’ho ereditato da lei, si dice sia esclusivo di alcune persone speciali o che si possa entrare in contatto sfondando la "quarta parete" razionale, ognuno di noi può avvertire delle presenze.
Ho iniziato a scoprire che si può parlare con altri mondi, che ci sono delle cose diverse, che non c’era solo la sofferenza che avevo. Più iniziavo a vivere e a crescere più mi misi a studiare le cose che volevo sapere riguardo a questo Portale che mi si svelava davanti.
Ad oggi come ti hanno aiutata queste esperienze esoteriche?
Io oggi mi sento una Alchimista, medium e sensitiva ma sono anche creatrice di essenze e profumi. Cerco di catturare immagini di diverse realtà o audio.
Una delle cose strane che hanno iniziato a succedermi e comunque mi ha colpito perché è stata una delle prime, è accaduta quando sono andata a vivere in affitto in una casa.
Il proprietario era morto, non so se un Alpino, aveva un cappello proprio della divisa. Questo cappello era sopra al mobile, restava sempre in vista, io pulendo ho preso il cappello e subito ho avvertito come il tocco di una mano che mi spingeva via, una sensazione strana, d’un tratto si sono spente le luci. Mi sono spaventata, ho iniziato a correre, sono caduta per terra e mi sentivo ancora tirare il cappello che avevo tra le mani, come da una mano invisibile. Ho avuto paura e sono uscita fuori, ho riacceso le luci e il cappello era di nuovo al suo posto, ho capito che per l’Alpino, che viveva lì, lì doveva restare, lui era a casa sua.
Quindi hai imparato nel corso del tempo a mettere queste tue doti al servizio degli altri.
Sì, mi chiama molta gente convinta che ci siano presenze che riempiono della loro anima i luoghi , dimore storiche, vecchie abitazioni. Ci sono leggende alle quali la gente crede, certe volte non sono vere, ma io ho imparato, ormai è il mio lavoro, le vado ad appurare e le vado anche a purificare, a vedere.
Da poco mi hanno mandato delle foto di una casa di Castellanza, in questa casa c’era un albero tutto spoglio e ingrandendo la foto si vedeva un occhio grandissimo. Sono andata a controllare di persona e l’occhio era lì e se tu vedevi all’interno delle finestre c’erano delle presenze, c’era un uomo col dito che ti chiamava e una donna che si era impiccata lì dentro. Noi sensitivi capiamo dove qualcuno è morto di morte violenta, respiriamo un'energia pesante che si può trasformare anche in ombre notturne. In questi casi sarebbe meglio ritualizzare se stessi e l'ambiente. In questa casa si sentivano varie presenze, infatti non è mai stata venduta, ma l’occhio nell’albero che la sorveglia è meraviglioso.
Quindi ormai ho imparato a studiare queste presenze, che siano buone o cattive, ne riconosco i segnali, le ombre, le parole scritte.
Da sempre film e libri toccano il tema dello spiritismo, come “La casa degli Spiriti” di Allende, in parte frutto dei racconti (veritieri?) della madre o il “Commissario Ricciardi”, di De Giovanni, capace di ascoltare l'ultimo pensiero dei morti ammazzati.
Tu dici che riesci a metterti in contatto con queste presenze, cosa pensi che possano cercare qui?
Io credo che il mondo ultraterreno ci resti accanto, sono anime piene di luce che si mostrano, e quando impari a interagire con loro stai tranquilla e impari a conoscerle e a sentirti protetta. Ma d’altra parte ci sono anche presenze oscure dalle quali bisogna proteggersi.
Questo mondo parallelo mi ha aiutato a rinascere, perché non avevo più ragione di vivere.
Ora il mio scopo nella vita è aiutare le persone, ridare forza e speranza. Ognuno di noi ha tanto dentro e io vorrei aiutar loro a sentire le presenze che hanno vicino.
I momenti di depressione possono essere superati come li ho superati io, cercando una luce alla quale aggrapparsi.
Nel mio libro racconto esperienze che possono insegnare e fortificare. Come scrivevo nel mio diario di poesie da bambina : “Tu solo tu e soltanto tu puoi salvare quel paradiso di gioia che tieni nascosto nel cuore”.