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La visione scientifica della realtà

LA VISIONE SCIENTIFICA DELLA REALTA'

Iniziamo analizzando un tema di riflessione riguardante la  realtà, sottoponendo alla vostra attenzione un argomento discusso in tutti i dibattiti  dove si scontrano scienza e mistero.
Wikipedia ci dice che per scienza, si intende un complesso organico di conoscenze ottenuto con un processo sistematico di acquisizione delle stesse allo scopo di giungere ad una descrizione precisa della realtà fattuale delle cose e delle leggi in base alle quali avvengono i fenomeni.

Tradotto, potremmo semplificare dicendo: “la scienza, è come un grande contenitore di conoscenza, che riguarda i fenomeni che caratterizzano la nostra realtà spazio-temporale e che rispondono alle leggi che appaiono governarla. La scienza rifiuta categoricamente tutto ciò che non appartiene a questa realtà, l'unica evidente e percepibile dai sensi. Per questo motivo ,  un fenomeno per essere stabilito scientificamente accettabile, deve essere osservabile, descrivibile, ripetibile.
Questa analisi evidenzia come una simile interpretazione della verità, produca degli schemi,  schemi rigidi che se da un lato devono tutelare la scienza per evitare contaminazioni derivanti da falsità, dall' altra parte  permette alla scienza stessa di divulgare per verità delle grandi menzogne, prodotte rispettando solo i propri metodi di indagine, al solo fine di difendere i propri interessi economici danneggiando tutti coloro che non hanno consapevolezza per accorgersi dell'inganno. Questo è il classico modo di interpretazione della realtà da parte della mente umana, attraverso schemi, limiti, paure, confronti e giudizi.     Riflettiamo un attimo.

Abbiamo appurato quindi che un fenomeno deve essere  osservabile, ma la possibilità che un fenomeno sia osservabile è infatti limitata non solo dagli strumenti che la scienza utilizza, ma anche    che tale convinzione esclude a priori la possibilità di indagare su tutti  quei fenomeni che per loro natura , non sono osservabili. Secondo il concetto di “ descrivibilità”, un fenomeno, per essere accettato scientificamente deve essere descrivibile in modo dettagliato nel perché e per come avviene. Tale descrizione deve essere fatte utilizzando metodi e argomenti che siano già riconosciuti scientificamente e coerenti con tutti gli altri fenomeni conosciuti. Questo concetto comunque viene utilizzato arbitrariamente dalla scienza in modo “ elastico” per alcuni fenomeni, come ad esempio per quello della vita. Se la scienza accetta l' idea, e la prende come spiegazione sufficiente, che la vita si sarebbe sviluppata spontaneamente e casualmente sulla terra partendo da un brodo primordiale che ha ricevuto delle scariche elettriche dai fulmini, allora può apparire strano che la scienza non possa accettare, allo stesso modo, l'esistenza di una realtà non spazio-temporale e di fenomeni all' interno di essa che possa condizionare e interagire anche nella “ nostra” realtà come la telepatia o la stessa esistenza dell'Anima,  semplicemente sulla base delle esperienze consapevoli e  spontanee di alcuni individui.
Fortunatamente ci sono delle importanti eccezioni che ridimensionano il concetto di verità, nate dalla scienza stessa. Tali, demoliscono il concetto odierno di conoscenza scientifica ufficiale attuale. Sono  “ il  principio di indeterminazione di Heisenberg”, ed “ il teorema di Bell”.

Il principio di indeterminazione fu scoperto nel 1927 da Werner Heisenberg, e dimostra che l' osservazione di un fenomeno condiziona e modifica il fenomeno stesso. In poche parole afferma che attraverso l'osservazione non è possibile conoscere contemporaneamente sia la posizione sia la direzione in cui si muove una particella subatomica. Tutto questo ci dimostra che : non è possibile conoscere la realtà attraverso l'osservazione. Questo principio , pregiudica in modo inequivocabile la possibilità di utilizzare l'osservazione di un fenomeno come prova certa della sua verità. La verità, quindi, può essere solo immaginata o considerata in termini di probabilità, perché quello che osserviamo non è realtà, ma il risultato dell'interazione tra un fenomeno e l'osservazione dello stesso fenomeno, che non può non modificarlo.

Tutto questo, non è sconcertante?
Questo principio, ha segnato un profondo punto di svolta nella conoscenza. Si pensava che tale principio fosse applicabile sono per l' infinitamente piccolo, in realtà, quello che la scienza sembra rifiuti di accettare è che la sua applicabilità riguardi tutti i contesti nei quali esistano dei fenomeni e degli osservatori ai fenomeni stessi.
Il teorema di Bell, è una delle scoperte più sconvolgenti , e sono convinto che cambierà il modo di pensare di molte persone, quando sarà compreso in modo completo.
Il teorema di Bell dimostra che un'esperienza di interazione avvenuta nel passato da due particelle crea tra le stesse una forma di  collegamento che va oltre lo spazio ed il tempo. Non solo ognuna delle particelle mantiene una memoria dell'interazione che ha avuto, ma il comportamento di ciascuna di esse continua a condizionare il comportamento dell'altra, oltre lo spazio ed il tempo. Furono Einstein, Podolsky e Rosen che condussero i primi esperimenti del caso. L'esperimento consisteva nel separare due particelle “ gemelle” ( nate insieme dallo stesso evento) modificare il loro comportamento e verificarne le conseguenze sia di una che dell' altra. Uno dei primi principi verificabili nelle particelle subatomiche è definito spin, cioè il suo senso di rotazione. Scisse le particelle, e allontanate una dall'altra, venne invertito il senso di rotazione di di una di essa, e immediatamente e istantaneamente, indipendentemente dalla distanza che le separava, la sorellina della particella, invertiva il senso di rotazione ( spin). Questo collegamento tra le particelle è istantaneo, e viola le leggi di relatività che stabilisce che nulla può viaggiare più veloce della luce. Tutto ciò,non è incredibile?
Esiste quindi una realtà che non ha spazio e non ha tempo, e in codesta realtà, complementare alla nostra, non solo le particelle sono in costante e diretto collegamento, ma ogni cosa che esiste nell' Universo lo è, semplicemente perché, se esiste, è perché accede a questa realtà. La formazione scientifica di questo fenomeno fu comunque effettuata negli anni Sessanta da  John Stewart Bell, dal  quale prese il nome.

Il teorema di Bell non solo spiega fenomeni “Magici” come la Telepatia o la Chiaroveggenza, ma spiega che quello che ciascuno di noi pensa condiziona il pensiero ed il comportamento di chi è pensato, in maniera sempre maggiore quanto più intensa è stata l' interazione che entrambi hanno avuto; spiega anche che ognuno di noi è in costante collegamento, oltre lo spazio-tempo con tutto ciò che esiste nell'Universo. La cosa più interessante, che vi sarà sempre più chiara, è che questo fenomeno non riguarda solo le particelle subatomiche, ma qualsiasi struttura della materia, compresi noi esseri umani, perché tutto è fatto di particelle subatomiche.
Nella speranza di essere stato chiaro e comprensibile, chiudo questa riflessione  con una delle dichiarazioni rese famose da  Albert Einstein che lo turbava in modo particolare: “Non posso credere che un topolino possa cambiare l'Universo, semplicemente guardandolo” .

Claudio   F.Q.M.

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