Letteratura selvaggia e salvatica. Consigli dell'artista e scrittore Roberto Bombassei
"Vi è un incanto nei boschi senza sentiero.
Vi è un’estasi sulla spiaggia solitaria.
Vi è un asilo dove nessun importuno penetra
in riva alle acque del mare profondo,
e vi è un’armonia nel frangersi delle onde.
Non amo meno gli uomini, ma più la natura
e in questi miei colloqui con lei io mi libero
da tutto quello che sono e da quello che ero prima,
per confondermi con l’universo
e sento ciò che non so esprimere
e che pure non so del tutto nascondere."
Lord Byron
A parte la guerra in Ucraina, che non ne avevamo proprio bisogno, l'essere umano contemporaneo ha un latente desiderio di ritornare alla natura. L'essere circondati e dipendenti di una contemporaneità che ci serve, ma non ci appartiene, ci porta a desiderare il contatto con la nostra unica e amata terra. Passeggiare tra i boschi, sentire il profumo dell'erba, camminare, osservare alberi, campi, gli animali che popolano questo mondo.
La letteratura moderna e contemporanea offre molto agli amanti della natura. I libri memorabili sono tanti che servono, per chi ne ha bisogno, per addentrarci e discutere di natura.
Quando si parla di libri che narrano del rapporto tra uomo e natura non si può non parlare del capolavoro di Thoureau, capostipite del genere e scritto meravigliosamente. Egli si mise alla prova, cercando di vivere in povertà e in semplicità, apprezzando la natura in cui era immerso. Lo scrittore visse in una semplice capanna, che si era costruito da solo, sulle rive del lago Walden, che dà il titolo al libro, nelle Massachusetts. Pubblicato nel 1854, sorprende per l’incredibile contemporaneità nelle descrizioni che Thoureau dà della natura, dei suoi cicli, l’intensità e la sorpresa che quest’uomo prova davanti a spettacoli apparentemente semplici (le foglie che cambiano colore, il riflesso del cielo sul lago, la natura che diventa prima accogliente e poi impervia, maestosamente spaventosa) e che istantaneamente suscitano in lui il rispetto e l’amore che dobbiamo al mondo che ci circonda. Il pensiero filosofico che ne si trae è così moderno che questo scritto diventò, negli anni sessanta del secolo scorso, un simbolo della cosiddetta “controcultura” americana, di quella che verrà poi definita beat generation. Leggendo scopriamo anche perché Thoreau è l’autore cui si ispireranno Gandhi e le controculture contemporanee.
Da Thoureau passiamo a John Muir. "potevo diventare milionario ma ho scelto di fare il vagabondo”, era la sua frase con cui rispondeva alle interviste e, forse, a sé stesso.Leggere Muir significa camminare con lui, vedere con i suoi occhi e sentire i profumi che lui stesso sente. Lo adoro.
Jon Krakauer. Uno dei miei scrittori preferiti. Autore, tra l'altro di "Into the wild", che ha ispirato il famoso film. Un classico, un mito, dopo il film d Sean Penn, una continua fonte di ispirazione e motivazione per centinaia di migliaia di persone: è la storia di Chris McCandless, un giovane ragazzo americano che nel 1992 decide di incamminarsi da solo inoltrandosi nei grandi spazi dell’Alaska. Verrà ritrovato dopo alcuni mesi, a nord del monte McKinley, insieme al diario di quella sua avventura: Jon Krakauer ne ha tratto questo libro, Sean Penn ne ha fatto un film cult.
In Francia troviamo Jean Giono. Un libro, in particolare, vi consiglio. Uno dei classici che non dovrebbe mancare nella vostra biblioteca “L’uomo che piantava gli alberi”. Un breve racconto che narra la storia di un pastore che, piano piano, nel corso degli anni e in solitaria, arriva a piantare oltre 10 mila querce in Provenza.
Dopo l'estero, ecco l’Italia.
L'immenso Mario Rigoni Stern. Che meraviglia leggere Stern! dal “sergente delle nevi”, che consiglio a tutti di leggere, visto la situazione in Ucraina, passiamo alla scoperta della natura con “Il bosco degli urugalli”, “Alboreto salvatico”, “Le voci dell'altipiano”. Montagne, animali, camosci e urogalli, la fanno da padroni. Mario Rigoni Stern è un monumento letterario che dovrebbe essere letto a scuola.
Se Mario Rigoni Stern parla e ha scritto di una montagna bella che nobilita, un altro "montanaro" negli ultimi anni ne ha esplorato il lato più oscuro dell’isolamento, della rabbia, dell’alcolismo, della violenza. Sto parlando dell’alpinista, scrittore e scultore ligneo Mauro Corona.
Ma, a lui, a cui voglio bene, dedico un capitolo a parte nelle mie prossime riflessioni.
Nel frattempo, comprate il suo ultimo libro "Quattro stagioni per vivere", edito da Mondadori.
Come disse Thoureau: “Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere con profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto” non bisogna per forza andare lontano per cercare ciò che si sta cercando. la possiamo trovare anche dietro casa”. O, aggiungo Io, dentro ad un libro.