Reddito di cittadinanza, come superare le criticità: furbetti, assistenzialismo e rifiuto di un lavoro
Il Reddito di cittadinanza è uno strumento di politica attiva del lavoro e di lotta contro la povertà, la disuguaglianza e l'esclusione sociale che è possibile richiedere dal 6 marzo 2019.
E’ un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari legato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, che coinvolge i percettori, i quali sottoscrivono un Patto per il lavoro o un Patto per l'inclusione sociale.
Diverse paesi come la Germania, Danimarca, Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Irlanda hanno introdotto forme di “reddito minimo” per garantire condizioni di vita dignitose. Queste misure di sostegno cambiano da uno Stato all’altro.
Dopo l’introduzione di questo strumento, nel corso del tempo si sono manifestate alcune criticità che oggi analizzeremo con il deputato di Legnano Riccardo Olgiati del Movimento 5 stelle.
Il reddito di cittadinanza è nato come strumento per fini giusti (come in altri paesi di Europa), ma nel breve periodo la mancanza di controllo e di filtri, hanno determinato una situazione nella quale, ne hanno beneficiato anche i mafiosi. Non è stato previsto un accurato controllo?
Sono perfettamente d'accordo con questa disamina. Rivendico con grande forza la bontà del provvedimento che ha dato la possibilità a oltre 2 milioni di persone di arrivare alla fine del mese in modo dignitoso. Questo non va dimenticato, perché purtroppo i fatti che abbiamo letto sulla stampa - in cui periodicamente si trovano persone che ricevono il sussidio senza averne i requisiti - ha provocato un sentimento popolare diffuso che il RDC sia destinato solo a mafiosi, truffatori, gente che non ha voglia di fare nulla eccetera.
Ovviamente sui media non troverà mai spazio una persona che grazie al RDC è riuscita a mangiare in modo un po' più dignitoso, che è riuscita a pagare un affitto o altre spese essenziali.
Ma se andiamo a guardare i numeri la % di persone che hanno ricevuto il beneficio senza diritto scopriamo che siamo nell'ordine dello zero virgola: questo non significa che quindi va bene così e ci dobbiamo mettere il cuore in pace, ma bisogna intensificare i controlli in fase di richiesta perché i media hanno dimostrato che a posteriori i controlli ci sono, altrimenti quei casi mediatici che tanto hanno colpito l'opinione pubblica non li avremmo mai scoperti.
Che fine hanno fatto i navigator? Quali sono gli effettivi benefici di questa figura professionale considerato che la pubblica amministrazione ha già dei suoi dipendenti?
Qui apriamo un capitolo sul quale anche io ho qualche perplessità. Credo che l'erogazione di un sussidio economico a persone che hanno gravi difficoltà economiche, molto spesso non derivanti da colpe personali, sia sacrosanto e vada proprio nella direzione sempre predicata dal Movimento 5 Stelle: nessuno deve rimanere indietro.
Legare questo sussidio alle politiche attive del lavoro è però un passaggio estremamente complesso ed infatti proprio questa seconda parte non ha funzionato come volevamo (in parte anche a causa della pandemia) ed è assolutamente migliorabile.
Il navigator è una figura pensata per mettere in contatto il mondo delle imprese ai beneficiari del RDC, che spesso sappiamo essere persone ai margini della società e quindi con poca capacità e strumenti di presentarsi al mondo del lavoro. Questo è un lavoro che negli anni avrebbero dovuto fare i centri per l'impiego che però sappiamo essere stati abbandonati dalla politica, soprattutto in certe aree del Paese, e quindi mal funzionanti.
In questo senso però avrei ritenuto più opportuno potenziare maggiormente quelli oppure trovare forme di collaborazione con le agenzie private già operanti sul territorio e con una buona conoscenza del mercato del lavoro piuttosto che creare nuove figure, soprattutto se come poi è successo vengono lasciate con pochi strumenti per operare.
Ora fino alla fine dell'anno sicuramente la figura del navigator sarà presente ed attiva dopo il recente rifinanziamento fatto dal Governo. Quello che serve è però dare loro la possibilità di operare nelle migliori condizioni per svolgere il proprio lavoro.
Che impatto sociale avrà sui giovani il RDC, considerando che è evidente (in particolar modo nel Sud Italia) la preferenza del sostegno, piuttosto che un’occupazione?
Questa è una affermazione che non condivido. Il RDC è pensato non per ottenere questo effetto ma per reinserire i beneficiari che ne abbiano le caratteristiche al mondo del lavoro. E' evidente però che in alcune aree del Paese questo effetto non c'è stato, complice sicuramente la pandemia che di certo non ha aiutato nella creazione di posti di lavoro.
Non dobbiamo però fare di tutta l'erba un fascio. Se c'è qualcosa che non funziona correggiamo questi aspetti piuttosto che distruggere tutto.
E non generalizziamo sull'impatto sociale che la misura avrà sui giovani. Per una piccola parte di giovani che, magari complice la realtà sociale in cui vivono, si accontentano ce ne sono decine di migliaia che invece grazie al RDC sono riusciti a reinserirsi nel mercato del lavoro, seppure spesso con contratti a tempo determinato.
Perché anziché dare reddito ai cittadini, non lo si dà alle imprese per creare nuova occupazione ed avere minori costi di gestione del lavoratore?
Il RDC prevede anche la possibilità per il datore di lavoro, se l’assunzione avviene a tempo pieno e indeterminato, di beneficiare di un esonero contributivo. E comunque una cosa non esclude l'altra. Abbiamo promosso tante misure come gli sgravi contributivi per le imprese, in particolare al Sud dove il RDC nella parte di politiche attive del lavoro funziona meno, ma questo non esclude di utilizzare una parte dei fondi del bilancio dello Stato per il sostegno diretto al reddito di chi è più in difficoltà. Ricordiamoci che il RDC non è una peculiarità tutta italiana ma è una misura che, ognuno nelle proprie forme, accomuna molti Paesi Europei e non solo.
Non è pensabile che in un momento storico del genere non si sostengano le persone in difficoltà economica, tanto è vero che oltre al RDC che ha salvato 2 milioni di famiglie che altrimenti in questo anno e mezzo sarebbero scivolate ai margini della società abbiamo dovuto introdurre una ulteriore misura di sostegno come il Reddito di Emergenza.
Come si può pensare di perseverare con questo metodo quanto i dati oggettivi indicano che solo 1 lavoratore su 7 trova lavoro e gli altri continuano a rifiutarlo/non ottenerlo?
Dobbiamo contestualizzare il periodo storico. Il RDC è stato approvato nel 2019 e dopo pochi mesi siamo entrati nella più grande crisi della storia repubblicana. Un anno in cui si sono persi un numero altissimo di posti di lavoro e in cui tante imprese sono state costrette a chiudere causa COVID.
Nonostante questo i dati aggiornati a fine 2020 parlano di oltre 300 mila contratti di lavoro stipulati dai beneficiari. Non voglio però negare la realtà che sappiamo bene non essere proprio quella raccontata da queste cifre, perché sappiamo che molti di questi contratti sono stati a tempo determinato e una parte trovati al di fuori del percorso del RDC. Ora grazie alla campagna vaccinale che finalmente ha preso un ritmo costante andiamo verso una normalizzazione della situazione sanitaria con conseguente ripresa delle attività. Ci si aspetta un rimbalzo del PIL importante e il PIL non si alza da solo ma con il lavoro, ecco che quindi saranno mesi importantissimi quelli di questo secondo semestre 2021 per accelerare anche sulla parte di politiche attive del lavoro legate al RDC.
Per quanti riguarda il tema del rifiuto invece bisogna essere assolutamente inflessibili. Chi rifiuta le offerte di lavoro deve perdere il sostegno economico senza se e senza ma. Lo Stato ti aiuta ma tu devi necessariamente restituire qualcosa.
Come può esser corretto e cosa state studiando per migliorarlo?
Come già detto la parte da migliorare è quella relativa alle politiche attive del lavoro, intanto dando ai navigator gli strumenti idonei a poter svolgere al meglio il loro lavoro. Fino ad oggi purtroppo sono stati spesso abbandonati alla loro buona volontà ed in un sistema simile è normale che le cose poi non funzionino o funzionino poco. Solo così si potrà vedere in modo oggettivo se anche questa parte del RDC funziona. Le opportunità nei prossimi mesi ci saranno e questo sarà il banco di prova anche per il RDC. Detto questo io come già anticipato sarei per un sostanziale potenziamento dei CPI e una collaborazione col mondo privato delle agenzie.
Quali altre soluzioni state pensando per impiegare la forza lavoro e far ripartire l'occupazione?
L'occupazione riparte se il Paese torna a crescere. Le previsioni dicono che ci sarà un rimbalzo importante per l'economia nella seconda metà dell'anno e questo fa ben sperare. Ma un rimbalzo dopo mesi del genere è il minimo che si possa fare. Il vero tema da affrontare è quello della crescita successiva al rimbalzo post COVID. L'Italia negli ultimi 20 anni ha un tasso di crescita peggiore di tutta Europa e questo non è accettabile. Se però prima in una situazione di normalità il Paese in un modo o nell'altro andava avanti lo stesso ora non sarà più così. Da questa crisi o si riparte cambiando passo oppure veramente si rischia il baratro. La salvezza passa dal PNRR, tradotto investimenti pubblici ad alto moltiplicatore che portino lavoro e ritorno economico perché il livello di debito pubblico è tale che senza una crescita forte lasceremo un fardello pesantissimo sulle spalle dei giovani. Dobbiamo partire da misure come il Superbonus 110% che passa la ripartenza dell'Italia, non a caso abbiamo chiesto la proroga almeno al 2023 ma addirittura sarebbe opportuno renderla una misura strutturale per un arco di tempo più lungo. Ma più in generale sarà il ruolo della transizione ecologica a giocare un ruolo fondamentale, infatti occupa il 40% delle risorse del Piano.
Di pari passo serve una semplificazione delle normative perché in Italia viviamo il paradosso di essere campioni nel non spendere i fondi europei e anche provenienti dal bilancio dello Stato che mettiamo a disposizione degli enti locali. Adesso nel decreto semplificazioni in arrivo ci sarà proprio questo.
Attenzione però a non esagerare perché se l'accelerazione viene fatta sulla pelle dei lavoratori con misure come le offerte al massimo ribasso e i subappalti allora non ci sto.