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SindroMe, un’artista indie con tendenze elettroniche

Sara Paniccià, in arte, SindroMe (confluenza di sintomi) è un’artista emergente con una scrittura giovane e contemporanea, che non rinuncia con alla scelta accurata di parole a tematiche importanti.

E’ una cantautrice con l’attitudine a raccontare e narrare se stessa nei testi e nella sua musica.

Dopo la sua laurea magistrale in psicologia debutta con un altro singolo “Ma pensa te” nato con la collaborazione di Blesss giovane talentuoso produttore dando vita a un pezzo contemporaneo, radiofonico e alternativo, Danimarca pop. 

SindroMe ed Elisa Battilà hanno realizzato il video del brano caratterizzato da un inizio quasi incolore fino a un’esplosione successiva psichedelica, ritmata e colorata.

Nel suo percorso artistico ha collaborato con il cantautore e musicista Michele Pecora a cui non era sfuggito il talento della giovane Sara, dando il via a una amicizia e un sodalizio artistico importante con la pubblicazione di altri singoli, tra i quali, In tempo da te, Meraviglioso disordine e Ciao.

Sara, ci porto nel mondo di SindroMe per conoscere il suo talento.

Come nasce per SindroMe la passione per la musica?

Io sono stata sempre appassionata di musica e soprattutto il mondo del cantautorato che apprezzo di più, come Lucio Battisti. Nel corso del tempo ho avuto la possibilità di scoprire altri generi musicali.

Ho iniziato a studiare dalle scuole superiori, forse un po’ tardi, ma questo mi ha permesso di vivere con maggiore consapevolezza il mio percorso musicale.  Successivamente ho iniziato a scrivere i miei brani.

Suono per darmi l’ispirazione per cantare. Le mie canzoni nascono con il telefono che registra e quando sento che è il momento giusto, inizio a musicare, improvvisare e assemblo. La sera è il momento più riflessivo, ma può accadere di scrivere anche in altri momenti se nasce l’opportunità.

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Il tuo ultimo singolo ha un’evoluzione nella struttura musicale davvero interessante. Questo riflette la tua personalità?

Nell'ultimo singolo ho scritto la parte iniziale piano e voce, e l’ho fatta sentire al mio produttore con il quale ho sviluppato la parte successiva.  Amo questo tipo di collaborazioni. 

La prima parte è quella più riflessiva che parla della mancanza, mentre nella seconda parte sono andata più avanti, ho scavato dentro me stessa, e mi sono detta “non è quello che sto provando”: questa è rabbia.

E’ un testo autobiografico, che parla di una relazione tossica che mi aveva tolto gli amici e la musica.

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A quale genere musicale ti senti più vicina?

Io mi definisco un’artista indie pop con tendenze elettroniche, però i miei brani possono nascere anche in forma più cantautorale. Sto lavorando su alcuni brani solo voce e chitarra.  Il brano di cui abbiamo parlato prima, non poteva continuare su una linea armonica solo piano, perché non avrebbe rispecchiato quello che io sentivo in quel momento. Musicalmente amo unire generi che sono anche distanti, con pochi tratti in comune.

Come vivi il rapporto con i social e le tendenze del mercato musicale?

Seguo il mondo, penso a fare il “mio” ispirandomi a quello che mi piace. Non MI interessa seguire quello che già esiste. Voglio la mia identità musicale, voglio raccontare quello che sento, che magari potrà essere caotico, ma sono me stessa.   Se fai un prodotto che rispecchia te stessa, dopo due tre pezzi hai tuo target di persone che ti segue per la musica che fai, non perché sei un personaggio.

Oltre alla produzione dei tuoi brani, stai progettando anche dei futuri live?

Vorrei fare un album dove inserire nuovi brani su quali sto lavorando e inserire quelli precedenti, per fare un live con un’offerta musicale più ampia. 

Sicuramente non mancheranno delle cover di brani, sui quali lavoro con arrangiamenti, un po’ per  cambiarli e darli una mia interpretazione personale. Oltre il cantautorato italiano, cerco di proporre qualche pezzo tra i miei più preferiti tra i quali il genere italo- jack e artisti come   Stevie Wonder.   Tra le nuove generazioni apprezzo Fulminacci per la SUA originalità, Willie Peyote per il modo schietto di raccontare. Il mio sogno è duettare con Salmo che ascolto da diverso tempo.

Ho fatto diversi live nella provincia di Trento con alcune band, ora vivo a Bologna dove sto sondando i contest del territorio. In futuro, il mio obiettivo è andare verso Milano dove lavora il mio attuale produttore.

Gli artisti della tua generazione bussano spesso alla porta di talent. È una strada che hai provato?

I talent sono una vetrina che ho provato e sono da provare, perché la gente ti scopre con questi contest.  Sono un’arma potente dove c’è il rischio che non se non “arrivi” l’etichetta ti valuta in base a quello, e se non va bene rischi di bruciarti.

Un’altra vetrina è Sanremo Giovani. Cosa serve per arrivare su quel palco?

Non basta una produzione artistica con professionisti di esperienza, ma bisogna arrivarci con un importante bagaglio musicale. È una strada che ho percorso anni fa, ma ero ancora agli inizi. Vado avanti nella mia strada con la consapevolezza di fare musica che sento, senza fermarmi mai.

SindroMe è un’artista, musicista e componitrice, che mescola il cantautorato con il quale apre sé stessa alla musica con tendenze più ritmiche e travolgenti, che liberano l’anima e ti vanno prendere il volo superando le nuvole quotidiane.

 

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Contatti Social:

Instagram: https://www.instagram.com/_sindrome/

Youtube:  @_SindroMe_

Video: https://www.youtube.com/watch?feature=shared&v=M-tHu78ETHA

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