Celebrazione del Sacro Chiodo a Monza
Domenica prossima, 17 settembre, nella città di Monza si svolgerà la celebrazione del Sacro Chiodo.
Questa solenne celebrazione ha radici antiche, infatti, da documenti si apprende che tra il 1606 e il 1684 si sono svolte, per le vie di Monza, nove processioni solenni legate alla Corona ferrea. Il vicario generale della diocesi Antonio Francesco Tranchedini, nel 1687, con un decreto fa proibizione di ogni forma di culto, processione e ostensione della Corona. Questa presa di posizione provoca vivaci proteste, così l’arciprete e i canonici fanno appello all’arcivescovo Federico Visconti.
La controversia sfocia in un processo diocesano, sino a che, nel 1714, la Curia di Milano decide di trasferire la decisione sulla questione alla Sacra Congregazione dei Riti, organismo della Curia romana istituita da papa Sisto V oggi soppressa. Il 7 agosto dello stesso anno la Congregazione si pronuncia favorevolmente al ripristino del culto della Corona, fu così che il 4 settembre del 1718 la Corona ferrea fu portata in solenne processione per le vie di Monza ed esposta per quaranta ore sull’altare maggiore del Duomo. Nell’archivio parrocchiale è conservato un articolo, datato 14 settembre 1718, in cui si racconta l’esposizione di detta Corona ferrea dei re Longobardi dove è presente uno dei Santissimi chiodi della Crocifissione di Gesù, e di come la cerimonia religiosa e la processione si siano svolte con molta partecipazione e raccoglimento, con il suono di tutte le campane e sotto lo spettacolo dei fuochi artificiali.
Questo il calendario dello svolgimento:
domenica 17 settembre alle ore 10,00 raduno in Via Carlo Alberto, partendo dalla Chiesa di San Pietro Martire per raggiungere, alle 10,30 il Duomo di Monza dove sarà celebrata la Santa Messa che terminerà alle ore 12,00. Durante la processione verso il Duomo saranno presenti gli Alabardieri, la Cappella Musicale, i Cavalieri del Santo Sepolcro oltre ai fedeli. La Corona ferrea è inserita in un’artistica croce lignea che contiene altre reliquie riferentesi alla passione di Nostro Signore Gesù. Entrati in Duomo, ha inizio il solenne pontificale, presieduto dall’amministratore apostolico di Gerusalemme e della Terra Santa, monsignor Pierbattista Pizzaballa. La Croce e la Corona ferrea rimarranno poi esposte alla venerazione dei fedeli nella Cappella di Teodolinda, detta degli Zavattari, che è la famiglia di pittori con bottega a Milano che hanno decorato la cappella seguendo il ciclo pittorico dell’epoca tardo gotico lombardo. Il tutto rimarrà esposto sino alla conclusione dei vesperi della Festa del Santo Chiodo, poi la Corona, tolta dalla Croce, è rimessa nella teca della cappella. I vespri sono la preghiera, nell’ora canonica, che si recita al tramonto.
I Sacri o Santi Chiodi sono tre, infatti, Gesù è stato inchiodato alla croce al polso destro e sinistro e con un unico chiodo che teneva i due piedi fissi al legno. La tradizione racconta che sono stati trovati da Sant’Elena imperatrice durante il suo viaggio in Terrasanta nel 327-328, lasciando la Santa Croce a Gerusalemme e portando con sé i chiodi. A essi ne accenna anche sant’Ambrogio, in una sua orazione, nel febbraio del 395, e in una missiva inviata all’imperatore Teodosio.
Partecipare all’evento non esclude una visita a questa bella e storica città, ricca di monumenti e opere d’arte, così com’è doveroso non tralasciare di consumare un buon pranzo in qualche localino che propone piatti della tradizione brianzola.
Leggi anche: