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San Valentino: le parole che non ti ho detto

E domani è ancora San Valentino………

 

Un ricordo degli anni Settanta:

“E’ successo la scorsa settimana, stavo ritirando gli addobbi di Natale, le palle, le luci, le statuine, quando una scatola, veramente una cassetta di legno di quelle che ti regalano con le bottiglie, si è rovesciata e…  sono cadute tante cartoline, tante lettere colorate di verdino, di azzurro pallido, scritte con una calligrafia piccola,  adolescenziale e un biglietto.
Un bel biglietto grande, con la sua busta bianca, il suo francobollo e una data 14 febbraio 1970.

Già, un biglietto di San Valentino…………….

Ricordo quel giorno lontanissimo, avevo sedici anni,  tornavo da Pavia, da pendolare con il mio treno locale, un po’ triste. All'uscita dal Liceo le mie compagne avevano trovato il loro Valentino con una rosa, dei cioccolatini, un pensiero.

Io no, avevo anch'io un giovane Valentino, un amore acerbo, pieno di sogni ed illusioni, un Valentino che non poteva neanche telefonarmi perché era in collegio a studiare.

Oggi sembra impossibile, telefonini,  computer, sms, mms, ecc, ma nel 1970 era diverso, talmente diverso che sembra non vero.

Eppure, incredibilmente arrivata a casa, trovai nella casetta della posta un biglietto, quel biglietto….

Con l’immagine stilizzata di un ragazzo che porge una rosa alla sua bella, e un “ti amo” timido, scritto piccolino, quasi timoroso del valore immenso della parola amore, racchiuso in cuore.

Ciao, piccolo Valentino, la vita ha avuto poi percorsi diversi, per me molto felici, spero anche per te, ma il ricordo di quell'attimo di felicità è rimasta nel mio cuore per più di quarantanni, e il biglietto, sai non l’ho mai buttato.

 

Auguri, buon San Valentino!"

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