Tempo di Decameron: novelle moderne in streaming della Triennale di Milano
"Decameron" è un ciclo di conferenze in streaming che La Triennale propone dal 5 al 31 marzo per affrontare meglio l'emergenza del coronavirus.
Il progetto "Decameron"
Come ricostruire il nostro rapporto con la Natura? Come non farle pesare la nostra presenza ingombrante? Sono alcune delle domande che il Presidente della Triennale di Milano Stefano Boeri si è fatto durante la prima diretta streaming di "Decameron", un ciclo di incontri che la Triennale proporrà con cadenza settimanale dal 5 al 31 marzo, allo scopo di affrontare meglio l'emergenza del covid-19 e di trovare gli spunti più appropriati per la XXIII Esposizione Internazionale del 2022.
Co-organizzato dalla Direttrice artistica Lorenza Baroncelli e dal Curatore del Teatro Triennale dell'Arte Umberto Angelini, il programma è stato pensato come un Decameron moderno, ora più che mai da rivisitare tenendo conto dell'emergenza politica, economica e sociale che ha messo in ginocchio interi scomparti del nostro Paese da quando è scoppiata l'epidemia del Corona virus; pertanto, anche nel 2020 è necessario recuperare l'importanza storica della novella, che nei nostri tempi non richiede più carta e penna ma si affida alla diretta streaming che lo staff della Triennale filma e trasmette per ogni puntata dalla pagina Instragram dell'istituzione.
BROKEN NATURE: LA VITA è DOPPIA
Forte della sua vocazione multidisciplinare che spazia, tra gli altri, dal cinema al design e dall'architettura alla moda, la Triennale di Milano può vantare di aver sempre saputo offrire una "personale narrazione"e sulle circostanze del mondo. E ha continuato a farlo sino all'anno scorso, quando ha proposto come tema della XXII Esposizione Internazionale la "Broken Nature", cioè una fittissima mostra su quel prodigio che è Madre Natura, un bene mai precedentemente soggiogato come si sta facendo inesorabilmente dall'inizio di questo millennio.
Broken Nature è finito nell'agosto 2019, ma il suo lascito è visibile ancora oggi; non è un caso che il presidente Boeri abbia deciso di trarne spunto per affrontare nuovamente le emergenze climatiche in vista della prossima esposizione che avrà luogo proprio in questi tempi, tra tre anni. "L'uomo aveva contaminato la Natura, ora è la Natura che ci contamina": questa è la situazione di ribaltamento che Boeri ha subito sottolineato, prima di salutare i suoi ospiti e colleghi, tra i quali spiccano anche scienziati, virologi e filosofi.
"Aver distrutto l'equilibrio, da una parte, ha generato squilibri immediati, dall'altra" è invece la nota dolente di Ilaria Capua, affermata virologa da tempo attiva negli Stati Uniti che si è collegata dalla Florida e ha parlato di un allarme da non trascurare: nel momento in cui si permette alle megalopoli di ospitare liberamente intere popolazioni animali, si genera un pericoloso contatto che porta inevitabilmente a situazioni di difficile controllo come quella attuale, per cui un virus da un animale si trasmette in modo incontrollabile ad un altro, fino ad approdare agli umani, con le note conseguenze.
Tuttavia, se c'è comunque "qualcosa anziché niente" - parafrasando il filosofo Leibnitz - è perché i ritmi della vita non si fermano, devono progredire e mutare, e noi con essi. Lo ha ricordato anche il filosofo Emanuele Coccia, ricordando i primi stupori della vita, come quando da bambini ci era impossibile capire la trasformazione di un bruco in una farfalla. "Un medesimo io è capace di abitare due corpi anatomicamente diversi: uno striscia, l'altro vola".
Come del resto siamo tutti stati per 9 mesi la vita passata di nostra madre, e siamo poi passati alla nostra, sarà possibile dare a ogni specie vivente la sua seconda possibilità, così come un minuscolo organismo la sta dando a noi, nel bene e nel male.
Bernadette Hanna