Torna dal 2 al 10 Dicembre la grande Fiera dell'Artigianato di Milano. Per l'occasione conosciamo Lumeras
“Moghende sonazos e sonos
ballant sos mamuthones , pitzinnos istrocchende. los
chircant sa manu de sa mama
ispantaos…” (Vibrando campanacci e suoni / danzano i mamuthones // bimbi smarriti nell’incanto fanno il verso / poi cercano la mano / della mamma …) Maria Grazia Cabras
Ci siamo. L’evento tanto atteso è arrivato. Da sabato 2 dicembre fino a domenica 10 dicembre ci sarà uno degli eventi più attesi da tutti i milanesi e non: l'Artigiano in Fiera, presso la Fiera di Rho, l’esposizione internazionale che attira lombardi e turisti dal 1996. Migliaia di artigiani da tutto il mondo saranno nel capoluogo meneghino per esporre i loro prodotti.
Sarà possibile degustare e comprare prodotti alimentari e bevande tradizionali, ma anche capi e accessori per l'abbigliamento o prodotti per la salute e per il corpo. Non mancheranno anche gioielli, prodotti per la casa e il tempo libero. Ma soprattutto sarà un modo per conoscere antiche tradizioni e antiche culture nate e tramandate per arricchirci dentro.
Come questa della quale vi voglio parlare. Nata per volere di Nicola Dessolis che, insieme al fratello Davide e al padre Paolo, vive e lavora a Mamoiada, un piccolo paese della campagna sarda.
Maestri artigiani che realizzano maschere di legno un tempo utilizzate nel folklore locale per spaventare gli spiriti maligni ritenuti responsabili di disastri naturali. Queste maschere, un tempo indossate dai Mamuthones - i pastori che si riunivano a Mamoiada per questi rituali contro il male - sono realizzate nel loro laboratorio, Lumeras, con la stessa pazienza e attenzione ai dettagli per preservare una tradizione sarda secolare.
Per questo grande evento ho intervistato Nicola Dessolis, titolare nel cuore della Barbagia. di Lumeras.
Benvenuto Nicola. Le maschere e la scultura. Come avete iniziato e quando è nata questa passione?
Ho iniziato a farle per la prima volta verso l'età di otto anni. Ho sempre avuto questa voglia di modellare materiali, quindi ho iniziato con il ferro, ho continuato con la plastilina, con l'argilla, e poi chiaramente vedendo gli artigiani di Mamoiada lavorare il legno anch'io ho voluto iniziare a fare questo percorso con il legno; quindi ho trovato un pezzo di legno di mandorlo e piano piano ho iniziato a riprodurre il viso di un Mamuthone o il viso di un umano, quindi in maniera autodidatta, piano piano mi sono appassionato al materiale.
5, 6 anni di sperimentazione e fallimenti, dopodiché ho iniziato a capire come stagionare il legno, come poterlo modellare, ho iniziato a inserire nel mio armamento degli attrezzi speciali, buoni, con cui poter lavorare e alzare il livello della qualità del mio operato. Poi chiaramente, quando ho iniziato ad avere i primi risultati, quelli belli, ho iniziato a vendere le prime maschere dei Mamuthones e poi la nostra è diventata una vera e propria azienda familiare. Quando mio fratello poi ha compiuto diciott'anni, ho iniziato ad insegnare anche a lui come fare le maschere Mamuthones e ho inserito anche mio padre all'interno dell'azienda, infatti mio fratello si occupa di scolpire le maschere e mio padre della parte della rifinitura e della vendita .
Diciamo che è stata una passione che poi è diventato un lavoro. Io a Sassari ho un'altra attività che ancora non ho lasciato e nel frattempo sono riuscito a creare 5-6 posti di lavoro fissi, perché abbiamo molta richiesta di artigianato, non facciamo solo le maschere. Io personalmente, come Nicola Dessolis, faccio anche delle opere d'arte in quarzo, sono stato anche recensito da Vittorio Sgarbi nel 2016, quando lui ha potuto visitare una mia mostra e quindi ci occupiamo anche di arte e di piccoli souvenir, quindi una quantità anche abbastanza importante.
Le maschere dei Mamuthones rappresentano una tradizione cara alla Sardegna. Qual è il loro significato?
Le maschere di Mamoiada sono due e non può esistere una maschera senza l'altra: sono i Mamuthone e l’Issohadore, uno con maschera nera, che è il Mamuthone e l'altro con maschera bianca che è l’Issohadore. Il Mamuthone con maschera nera cupa, mastruca di pelle nera di pecora e campanacci, rappresenta la vecchia vita agraria che sta morendo, quindi anticamente 12 Mamuthones rappresentavano i 12 mesi dell'anno che stavano morendo. L'Issohadore con la maschera bianca, abito più sfarzoso e leggero, non ha campane se non delle piccole campanelline per fare dei suoni. Ha il foulard con i fiori, con i motivi floreali e rappresenta la nuova annata che sta rinascendo, la primavera, la vita, quindi le due maschere rappresentano il ciclo della vita che si sta dando il cambio.
Il suono invece dei Mamuthones delle campanelle (anche dell'Issohadore) serve per esorcizzare il male, per allontanare gli spiriti maligni, infatti in tutte le culture del Mediterraneo ma non solo, in tutte le culture del mondo, fare suono serve ad allontanare la negatività.
Lavorate usando materiali diversi (legno ma anche sabbia, ecc…) come è cambiato nel tempo il vostro lavoro?
Ecco appunto la terza domanda forse un po' l'ho anticipata nella prima risposta, quando chiaramente parlo del legno. Per quanto riguarda i legni, il legno più usato per fare le maschere dei Mamuthones e degli Issohadore è l’ontano nero, un albero che cresce vicino ai fiumi, che si presta molto per essere lavorato, perché è un legno abbastanza morbido e quando poi si asciuga è abbastanza leggero. Dopodiché chiaramente abbiamo spaziato con i vari tipi legni delle endemici della Sardegna: dal ginepro al noce sardo, la castagna sarda, un po' tutti tipi di legno diciamo. Per quanto riguarda il quarzo invece è stata una scoperta che ho fatto nel 2016, ho avuto un'idea creando una fusione tra sabbia e resine e ho iniziato a creare i motivi dell'archeologia sarda stilizzati, come piacevano a me.
In un panorama di tecnologia e tendenze social un giovane di oggi può ancora avvicinarsi ad un lavoro manuale come il vostro che scava nell’anima delle cose tirando fuori un po’ anche l’essenza di sé stessi ?
Ecco la quarta domanda è molto interessante, perché ti dico che probabilmente il periodo di crisi che stiamo vivendo è dovuto al fatto che le persone, i giovani specialmente, vogliono solo lavorare con la testa, non vogliono creare, non vogliono assumersi la responsabilità di poter toccare con mano i materiali e creare, che sia la terra o che sia un materiale tecnologico.
Comunque il lavoro manuale per me è fondamentale. Per quanto mi riguarda io ho pensato di creare qualcosa di mio, appunto con l'utilizzo dei materiali, con l'utilizzo delle mani e sono arrivato a capire che avendo le idee giuste, ma anche la fantasia giusta, si possono creare delle cose che nel mercato non esistono, che possono essere complementi d'arredo e che possono raccogliere un pubblico abbastanza ampio. Questo è il motivo, per cui ho voluto diversificare l'azienda. Infatti produciamo souvenir, produciamo maschere dei Mamuthones, quindi il legno e i souvenir una buona parte li facciamo in malta ceramica, produciamo le lampade e complementi d'arredo in quarzo, quindi sabbia e resina, e poi, già da 2 anni, produciamo la nostra bottiglia di vino e quindi ci siamo diversificati anche nel mondo dell'alimentare. E questo ci consente di avere la possibilità di sentirci meno vincolati in un unico mercato e di magari, in un momento di difficoltà di uno dei settori, poter attingere dalle finanze di un altro settore. Io ho fatto una sorta di azienda a scomparti, diciamo. E questa credo che sia una cosa molto intelligente. Per quanto riguarda i giovani di oggi ragazzi di oggi, io sono giovane, ho 37 anni: credo che bisognerebbe abituarsi a creare delle startup, ma con la consapevolezza che ogni startup, ogni azienda, debba creare il proprio prodotto usando la testa, ma anche manualmente. L'artigianato artistico, come lo chiamo io, può dare delle soddisfazioni.
Andrete alla prossima Fiera dell’Artigianato di Milano, cosa porterete con voi e quale messaggio sperate arrivi alla gente attraverso le vostre opere?
Allora per quanto riguarda la fiera di Milano dell'artigianato porteremo solamente l'artigianato con il legno, non porteremo il quarzo e non porteremo altri prodotti, perché in quel caso lì si parlerà delle maschere di Mamuthones e degli Issohadore di Mamoiada. Lo scopo è quello di avvicinare la gente alla cultura sarda, che è già ampiamente vasta. Diciamo che tanta gente conosce le nostre maschere ma anche tanta gente non le conosce, l'obiettivo è quello di far arrivare la cultura oltremare, di sensibilizzare le persone, di attirare più possibilmente persone verso il centro della Sardegna. Lo scopo principale però è la divulgazione culturale, cioè poter istruire il pubblico a capire che comunque si può avere un complemento d'arredo antico di una tradizione antica anche su uno stile moderno. Questo consentirebbe chiaramente di avere una situazione di modernità di arredo ma allo stesso tempo di poter avvicinare le persone alla cultura, perché poi quando le persone in casa di questi acquirenti, di questi compratori o non solo, vedranno le maschere dei Mamuthones chiederanno che cosa sono e daranno la spiegazione giusta e io lo chiamo network marketing, prima non so come si chiamasse, passa parola magari, perché la cultura è comunque un passa parola. Bisogna leggere ma bisogna anche tramandarla verbalmente, noi sardi siamo stati sempre abituati a tramandare tutto verbalmente e credo che sia ancora fondamentale parlare di noi e parlare della nostra cultura che è ancora dà delle soddisfazioni enormi.
Con il vostro lavoro proseguite antiche tradizioni. Le maschere rappresentavano e rappresentano tuttora quel mondo che l’antropologia, la scienza che studia l’evoluzione di tutte le società antiche e moderne, suddivide in magia religione e scienza. Una maschera è come un ponte magico e salvatico che permette di attingere al sapere degli antichi. Come vivete voi questo dono?
Ecco l'ultima domanda probabilmente la più interessante è quella più intima, perché stai scavando nella testa di un Mamuthone o di un Issohadore, di una persona che comunque ha il privilegio, perché si tratta di un privilegio destinato a pochi, di indossare la maschera. Chiaramente questo privilegio è destinato ai mamoiadini e solo a quelli che hanno passione di poterlo fare. Io ho iniziato a sei anni e indossare la maschera, probabilmente da quando sei piccolo hai questa esigenza di provare a capire di cosa si tratta. Dopo, col tempo, il bambino diventa ragazzo, il ragazzo diventa uomo e assume una coscienza totalmente diversa, una coscienza che si avvicina al mondo e non solo. Cerchi di capire che cosa c'è dentro la maschera, cerchi di capire quale sia l'universo parallelo, che cosa ha portato questa maschera sino ad oggi e. che cosa veramente voglia rappresentare, perché comunque parliamo di un rito pagano antico e che c'è stato dato in dono quindi in quel momento, non voglio essere presuntuoso ma quando indossi la maschera hai la sensazione di essere un semidio, di essere protagonista assoluto in mezzo alla gente che neanche vedi. Mentre stai sfilando la gente non la vedi proprio, non la senti però è lì, loro ti stanno adorando e tu stai offrendo il tuo spettacolo al mondo intero. Questa è una cosa bellissima, poi chiaramente è logico che è un mondo selvatico, un mondo selvaggio quello del Mamuthone, perché hai veramente una visione di un mix di tutto, di passione, di erotismo . Sei quello che la gente immagina, cioè potresti esser un caprone vecchio e sporco potresti essere l'uomo più sexy del mondo, potresti essere una maschera senza senso, potresti essere la maschera più bella del mondo. E’ arte, è arte pura, perché quando tu stai rappresentando il Mamuthone ogni persona gli dà una diversa interpretazione: mi piace, non mi piace, mi attrae e non mi attrae. Bisogna capire quello che la gente prova quando i Mamuthones fanno il primo suono dei campanacci, quando la gente si spaventa, ma solitamente è un'emozione indescrivibile, credo che tu l'abbia potuta provare almeno una volta nella vita, ma se non l'hai provata ti auguro di provarla, da quello che raccontano le persone è un'emozione incredibile.
Eccovi un assaggio: https://youtu.be/6hpvYmSrnW0?si=ackk0hudma9lA4f3
Grazie Nicola, verremo di sicuro a trovarti e ad ammirare i vostri lavori stupendi. Per info https://artemest.com/it-it/artisans/lumeras
Come fare ad accedere all'Artigiano in Fiera? Semplice. Basta solo registrarsi al sito ufficiale dell'evento: la fiera, infatti, è gratuita.
Artigiano in Fiera a Milano 2023: le date e gli orari
L'esposizione è aperta al pubblico da sabato 2 dicembre a domenica 10 dicembre, ogni giorno dalle 10 alle 22.30. Quest'anno la Fiera sarà estesa su otto padiglioni, uno in più rispetto al 2022. Ci saranno oltre a Nicola, 2.550 espositori per 86 Paesi. Di questi ben seicento saranno nuovi. Cosa aspettate? Non mancate a questo fantastico avvenimento per arricchirvi di saperi e sapori...