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Era il 20 maggio 1927: Charles Lindbergh, il ragazzo del cielo

Oggi è abbastanza facile decidere di prendere un aereo e volare dagli Stati Uniti all’Italia, o alla Francia o all’Inghilterra. ma quel 20 maggio del 1927
 
 Alle 6 e 52 del 20 maggio 1927 il piccolo aereo Spirit of Saint Louis, fornito di cinque serbatoi contenenti la benzina più uno per l’olio, partì da New York per il suo volo solitario.
Anche se c’erano stati altri tentativi prima di Lindbergh di attraversamento in solitaria, tutti falliti, Lindbergh ebbe la fortuna di trovare sulla sua strada una rotta completamente priva di temporali e con il cielo limpido. Ma la fortuna fu supportata da una perfetta preparazione tecnica, da un monomotore costruito allo scopo, da un’esperienza acquisita come pilota acrobatico, pilota postale, Lindbergh sapeva stare in piedi sulle ali mentre un altro pilotava, possedeva una perfetta padronanza del mezzo.
Con gli strumenti di bordo ridotti al minimo e senza radio né paracadute, Lindbergh viaggiò per quasi trentatre ore e mezzo fino ad atterrare alle 22 e 22 nell'aeroporto di Le Bourget alla periferia di Parigi, dove fu accolto da una grande folla che lo aspettava da ore.
Il trionfo si ripeté a New York, dove l’aviatore fu invitato a partecipare a una sfilata in suo onore sulla Quinta Strada, mentre la stampa lo paragonò a un Icaro moderno aveva percorso 5776 km nella trasvolata solitaria.
 
Charles Lindbergh era nato  a Detroit il 4 febbraio del 1902, da una famiglia di immigrati svedesi. 
Aveva trascorso l’infanzia a Little Falls, nel Minnesota, dove iniziò ad interessarsi al volo e all’ingegneria applicata agli aerei, con ore e ore di estenuati esercizi. 
Nel 1924 si arruolò nell’esercito americano con lo scopo di diventare uno dei tanti piloti dell’aviazione, ma animato dallo spirito di sfida e con un temperamento fuori dal comune, decise di affrontare l’impresa della vita: l’attraversamento in volo dell’Atlantico senza scalo in solitaria.
Successivamente Lindbergh vendette i diritti sulla sua impresa al cinema e alla pubblicità, ricevendone in cambio un milione di dollari.
Ma la sua vita così brillante e festosa sarà segnata da una terribile tragedia; nel 1932 il figlio dell’aviatore, Charles junior, viene rapito dalla casa di campagna dove vive con la sua famiglia.
Nonostante il pagamento del riscatto, il piccolo sarà rinvenuto privo di vita due settimane dopo il rapimento nei dintorni di Hopewell, piccola cittadina del New Jersey.
Per sfuggire alla stampa e desiderosa di privacy, la famiglia Lindbergh si trasferisce nel 1935 in Europa assieme agli altri due figli, e vi rimarrà fino al 1939, quando a causa della guerra dovrà tornare in America.
Ma il ritorno non sarà trionfale, infatti durante la sua permanenza in Europa l’aviatore si era pericolosamente avvicinato alle idee nazisocialiste di Hitler, e ciò gli costò la perdita di gran parte dei suoi sostenitori nonché la totale interdizione dal servizio militare.
Per riguadagnare la popolarità perduta Lindbergh divenne istruttore dei piloti da combattimento e nel 1944 finalmente poté partecipare ad alcune missioni contro i giapponesi.
Nel dopoguerra l’aviatore collaborò allo sviluppo dei caccia per la United Aircraft e contemporaneamente iniziò una carriera come scrittore che gli frutto un premio Pulitzer nel 1954.
Ormai vecchio e circondato dall’affetto della sua famiglia, Lindbergh morì per un tumore al sistema linfatico il 26 luglio 1974 nell’isola di Maui alle Hawaii.
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