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Le Olimpiadi: la storia

olimpiadi antiche 1Le Olimpiadi dell’Era Moderna le conosciamo tutti ma in questo articolo proveremo a ripercorrere alcuni aspetti di questa manifestazione che nel corso del XX secolo ha comunque accompagnato la storia del mondo: interrotta per la guerra, colpita dai tragici eventi di Monaco, tornata ad Atene da dove era partita.

Ma le Olimpiadi dove sono nate?

Le Olimpiadi dell’antica Grecia

Secondo la leggenda, i Giochi Olimpici furono fondati da Zeus, che li aveva organizzati per celebrare la vittoria sul padre Crono. 

Gli Iloti sostenevano che fosse staro Eracle, figlio di Zeus, a organizzare una gara a Olimpia con i fratelli. Il vincitore veniva incoronato con una ghirlanda realizzata con foglie di olivo selvatico, e i giochi avevano cadenza quinquennale poiché cinque erano i fratelli. 

Secondo un’altra leggenda il fondatore dei Giochi Olimpici sarebbe stato Pelope, figlio del re Tantalo, che pare li avesse organizzati per celebrare la vittoria in duello con il re Enomao, il fidanzamento con la figlia Hippodamea e la sua ascesa al trono di Elide.

Successivamente, grazie al consiglio di un oracolo, il re di Elide firmò un trattato con il re di Pisa Kleosthenes e il re di Sparta Licurgo, che prevedeva di non attaccare mai Olimpia e dava l’immunità ai suoi visitatori, accordo noto poi come Santa pace.

Ufficialmente, i primi giochi olimpici vennero organizzati nel 776 a.C. e il primo atleta vincitore, che veniva da Elisa, primeggiò nella disciplina della corsa.

Col passar del tempo, il successo dei Giochi crebbe in parallelo con la fondazione delle città e delle colonie del mondo greco, gli atleti arrivano dal sud dell’Italia e dalla Sicilia, dalle regioni più remote della Grecia, e persino dal nord dell’Africa. 

Nel corso del periodo classico, il santuario di Olimpia venne ampliato e migliorato, e grazie alla Santa Pace, tra i Greci era forte il senso di appartenenza e di unità nazionale. 

Dopo la vittoria di Salamina contro i Persiani, nel 476 a.C. i giochi videro la presenza di Temistocle, che venne accolto molto più calorosamente dei partecipanti alle gare.

olimpiadi antiche 2Nel 356 a.C. Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, prese parte ai Giochi e vinse. 

Anche se dopo la morte di Alessandro Magno il Santuario cominciò a perdere importanza, nel corso del III e II secolo a.C. molti ricchi commercianti, provenienti dalla Grecia, Asia Minore ed Egitto, continuarono ad aiutarlo economicamente.

Quando nel 146 a.C. la Grecia venne conquistata dai Romani, il regolamento dei Giochi fu modificato e il diritto di far partecipare solo greci liberi e senza precedenti penali fu esteso ai Romani, e sotto Caracalla, all'intero Impero Romano, con un occhio particolare a egiziani e orientali. 

Da allora i giochi di Olimpia ebbero un respiro internazionale, e diedero maggiore risalto alla forza fisica e alle virtù morali, con atleti provenienti dai tre continenti, Europa, Asia e Africa.

Inoltre i Romani considerarono l'atletica uno sport secondario, al contrario dei Greci, e misero in primo piano il pugilato e la lotta libera. 

Quando, nel 40 a.C. un terremoto danneggiò gravemente Olimpia, Augusto, Nerone e Adriano cercarono di far tornare agli antichi splendori i Giochi di Olimpia, ma questo avvenne solo per brevi periodi.

Nel III secolo d. C la popolarità dei Giochi ebbe un calo vertiginoso, come dimostra la scarsa partecipazione di atleti greci alle gare e nel IV secolo, i Giochi non avevano più un ruolo né religioso né politico.

Il colpo di grazia lo diede l’imperatore bizantino Teodosio I, che nel 393 abolì i giochi, considerati ormai una pratica pagana e nel 426 suo nipote Teodosio II fece radere al suolo il Santuario, ponendo fine ai giochi olimpici antichi.  

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