Nave scuola Amerigo Vespucci: orgoglio della Marina Militare Italiana
Nella ricerca di articoli interessanti da pubblicare, non è possibile tralasciare l'accenno a questa Nave Scuola, orgoglio della Marina Militare Italiana. Quindi, eccone brevemente la sua storia.
L'Amerigo Vespucci, che come sappiamo è stato un navigatore, esploratore e cartografo italiano, cittadino della Repubblica fiorentina, in quanto ivi nato nel marzo del 1454, è un veliero della Marina Militare Italiana costruito come nave scuola per l'addestramento dei futuri allievi ufficiali della marina.
L'idea di costruire questo veliero venne presa nel 1925 per sostituire un incrociatore a motore e a vela prossimo al suo "pensionamento", che era la nave scuola usata sino allora. Il Vespucci fu progettato insieme alla nave scuola gemella Cristoforo Colombo, dal Capitano di fregata, che corrisponde al grado di tenente colonnello dell'esercito e dall'aereonautica, Francesco Rotundi.
I lavori si svolsero nel cantiere navale di Castellamare di Stabia in Campania. Il varo, che è l'evento per cui una nave entra in acqua per la prima volta, avvenne il 22 febbraio 1931, e nel luglio partì alla volta di Genova dove il 15 ottobre ricevette la "bandiera di combattimento". Augusto Radicati fu il primo comandante del veliero. Fu così che con la gemella C. Colombo iniziarono gli addestramenti nel Mediterraneo e nell'oceano Atlantico.
Tutto si fermò con la seconda guerra mondiale dove, al suo termine, come risarcimento dei danni di guerra si dovette cedere all'Unione Sovietica la nave scuola Cristoforo Colombo. Sino al 1952 la Vespucci è stata l'unica nave scuola a vela della nostra marina militare, poi gli fu affiancata la nave scuola Ebe, un brigantino-goletta che rimase in attività sino al 1958 e, nel 1955 fu acquistata dalla Francia la nave goletta Palinuro come nave scuola.
I marinai della Vespucci, nella carriera del Veliero si sono susseguiti tre motti che sono partendo dal più antico: "Per la Patria e per il Re", modificato nel 1946 con "Saldi nella furia dei venti e degli eventi", e poi nel 1978 ufficializzato nel motto "Non chi comincia ma quel che persevera".
L'Amerigo Vespucci, orgoglio tutto italiano ammirato nel mondo, mantiene vive le vecchie tradizioni, infatti, le sue vele sono ancora in "tela-olona" che è un tipo di tessuto grezzo, pesante e molto resistente. Vi è poi anche un tessuto simile ma più leggero, conosciuto come "tela olonetta o olona leggera". Tutte le manovre sono rigorosamente eseguite a mano; ogni ordine a bordo è impartito dal comandante tramite il nostromo che si serve di un fischietto. Quest'ultimo è un esperto sottufficiale adibito al servizio di coperta di una nave militare. Molto ci sarebbe ancora da dire su questo splendido veliero, ma lo spazio non me lo consente, per cui mi limito ad alcune notizie sull'equipaggio e qualche curiosità.
L'equipaggio è composto da 14 ufficiali, 72 sottufficiali e 190 sottocapi e comuni. In estate imbarca anche gli allievi del primo anno di corso dell'Accademia navale di Livorno, per un totale di circa 500 persone. Ovviamente l'equipaggio svolge compiti diversi, tutti però finalizzati a operazioni riguardanti la navigazione.
Ecco ora due curiosità.
Quando in mare si incrociano due navi militari è usanza che l'equipaggio della nave più moderna renda omaggio a quella più antica. Da sfatare la diceria che per l'Amerigo Vespucci esistano delle eccezioni al codice di navigazione.
In mare la precedenza è sempre data alle navi a vela, soprattutto a quelle che hanno maggior difficoltà di manovra. La Vespucci rientra tra queste.
Insomma, anche per mare le nostre maestranze italiche sanno dimostrare il talento e il genio italiano.