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Amaro Ramazzotti: il tradizionale sapore della Milano da bere

“Credo che a nessun pubblicitario sia mai capitata l’avventura di dare il nome a un modo di vivere, a un periodo della storia d’Italia. Il giornalista che tra cinquant’anni andrà a fare ricerche d’archivio per scrivere un pezzo sugli anni Ottanta, scoprirà che si chiamavano “gli anni della Milano da bere”.

Così diceva il compianto Marco Mignani, ideatore di quella famosissima campagna pubblicitaria tra gli anni 1986 e 1990 dell’amaro Ramazzotti, in una intervista apparsa sul Magazine dell’Art Director Club. amaro-ramazzotti1925

Allora l’amaro Ramazzotti era diventato il simbolo di un’epoca, della Milano bene e di un benessere diffuso, dei ceti sociali emergenti e di una città “alla moda”.

Quest’anno, a più di 25 anni di distanza, Ramazzotti ha celebrato e continua a celebrare la sua “milanesità” con la nuova campagna “Posso offrirti una città?” che da fine agosto riempie di manifesti le più importanti stazioni della metropolitana, con un concorso fotografico “Obbiettivo Milano, scatti di una città che cambia” appena concluso e con una installazione multimediale in occasione della mostra “Il volto del 900” a Palazzo Reale: “Milano, Sinfonia di una città che cambia”.

La campagna per il marchio del gruppo francese Pernod Ricard, che dal 1985 possiede l’azienda, è stata curata dalla agenzia McCann ed è incentrata su tre prodotti simbolo, a ognuno dei quali è stata associata un immagine caratteristica della città: oltre all’amaro, su manifesto blu e rosso con lo skyline della città, anche l’aperitivo, sul fondo giallo delle colonne di S. Lorenzo, e la Sambuca su uno stadio Meazza argentato.

Il radicamento alla città della Madonnina, rivendicato in quasi 200 anni di storia dall’orgogliosa e visibile scritta “Milano” sull’etichetta, nasce nel 1815, anno in cui il ventenne erborista bolognese Ausano Ramazzotti fonda nell’allora capoluogo dell’impero asburgico, le Distillerie Ramazzotti, creando l’amaro più antico d’Italia: L’amaro Felsina Ramazzotti.

Arance dolci di Sicilia, arance amare di Curaçao, cardamomo, genziana, rabarbaro, cannella ed origano, sono alcune delle essenze utilizzate dal giovane Ausano nel mettere a punto quella particolare miscela di 33 erbe e spezie, la cui ricetta segreta fu la chiave del successo futuro.

Un successo iniziato già nel 1848, con l’apertura di un bar vicino al Teatro alla Scala, rivenditore ufficiale dove i milanesi si ritrovavano a degustare l’amaro al posto del caffè, e continuato anche nel secondo dopo guerra, nonostante la distruzione della fabbrica nei bombardamenti del 1943.

Oggi Ramazzotti è il superalcolico italiano più venduto al mondo e il liquore importato più famoso in Germania, ma anche gli altri prodotti della casa hanno un ottimo successo internazionale come la Sambuca Ramazzotti, leader in mercati come quello greco e canadese.

Entrato a far parte nel 2009 della Top 10 dei Best Growing Brands, anche nel 2013 l’amaro milanese continua ad ottenere importanti riconoscimenti, come quello della ISW Spirit Brand, prestigioso premio tedesco attribuito dalla casa editrice ISW, battendo la concorrenza di 600 liquori e distillati provenienti da 46 diversi Paesi del mondo e come la Great Gold, il più alto attestato di categoria, ottenuta dopo la degustazione di ben 162 esperti.

Diversi sono i modi di gustare l’amaro Ramazzotti

Buono sia freddo che a temperatura ambiente, godibile liscio, con ghiaccio o utilizzabile, come consigliato nell’etichetta, per macchiare il caffè o per dare gusto ad una coppa di gelato.

Lo si può servire con una scorza d’arancia, a richiamare uno dei suoi ingredienti fondamentali, o shakerato con spremuta di limone e ghiaccio tritato.

L’amaro Ramazzotti è anche l’ingrediente base di diversi cocktail famosi come il 1815, con ginger ale, gin, una fetta di limone e d’arancia, uno spicchio di mela e uno di pesca e qualche foglia di menta, o il Ramazzotti Tonic o Ramatonic con ¼ di amaro e ¾ di acqua tonica e una aggiunta opzionale di limoncello.

Tra tutte le ricette, consigliamo il Royal Snoopy, preparato con uno shake di ghiaccio tritato, 3/10 di Amaro Ramazzotti e 3/10 di Jamerson Irish whisky, a cui aggiungere successivamente 3/10 di caffè e qualche goccia di crema di latte.

La guarnizione con alcuni ovetti di cioccolata è una vera chicca.

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