Come pregare correttamente per ottenere benefici: le regole da seguire
L’atto del pregare, un atteggiamento che sicuramente risale agli albori dell’umanità e che, nonostante il progresso tecnologico e scientifico, è ancora presente nella nostra quotidiana storia. Tuttavia ben si comprende come l’atto del pregare, perché produca effetto, deve sottostare ad alcune semplici regole per poter essere vissuto appieno e assaporarne i benefici.
Con questo articolo desidero proprio elencare alcuni atteggiamenti per “ben pregare”. La prima fase è quella della preparazione, che si evidenzia in quattro passaggi, e cioè:
- mettersi nel silenzio ed in ascolto, pronti a percepire e recepire. (la differenza dei due termini è: percepire, ossia assumere i dati della realtà esterna mediante i sensi e l’intuito, mentre con il termine recepire si intende accogliere, ricevere, far proprio).
- essere tranquilli sia fisicamente che psichicamente. (il motivo è palese in quanto se non si è sereni è impossibile mantenere la concentrazione e l’attenzione nella recita della preghiera).
- concentrarsi e raccogliersi su Colui/lei al quale ci si rivolge.
- purificare il cuore, ovvero liberarsi di tutto ciò che di “materiale” ci opprime.
È quanto mai evidente che mettersi in preghiera tenendo un telefonino acceso è controproducente, così come presentarsi in una assemblea che si appresta ad una celebrazione liturgica in abiti piuttosto libertini sia di ostacolo ad una partecipazione condivisa, in quanto le distrazioni sono “nemiche” di una totale adesione. Questa modalità preparatoria ci permette di entrare in sintonia e mettersi nel giusto atteggiamento.
È necessario però considerare la gestualità, in modo che anche questi diventino preghiera. Il gesto riveste una enorme importanza poiché non solo anticipa quello che può essere il pensiero, ma ne aumenta la forza. Prima che il gesto divenga visibile dobbiamo rivestirlo di una piena risonanza interiore, bisogna cioè “caricarlo”, e per fare questo è necessario che il gesto sia compiuto con calma e concentrazione perché acquistino solennità e offrano il loro vero e profondo significato.
Altri due aspetti inerenti la preghiera sono la genuflessione e l’inchino profondo. La genuflessione simboleggia un gesto di umiltà creando così una disposizione d’animo pronta ad accogliere, ad aprirci ad un atteggiamento d’amore. L’inchino profondo ha origini più antiche e più diffuse. Rappresenta il riconoscimento di una Entità superiore, convalidandone il rispetto e l’adorazione. Ben si capisce dunque che corpo e spirito vanno equilibrati affinché uno non sia di ostacolo all’altro.
Vediamo ora il rapporto fra posizione del corpo e il suo significato.
- Posizione di chi si inclina o genuflette: a) riconoscimento di una Entità a noi superiore. b) presa di coscienza di ciò che siamo di fronte ad Essa.
- Posizione di chi sta seduto o in ginocchio. a) contemplazione. b) ascolto. c) riflessione.
- Posizione di chi sta in piedi. a) attenzione. b) prontezza. c) disponibilità.
- Posizione di chi sta prostrato. a) adorazione. b) pentimento. c) supplica.
- Posizione delle mani e delle braccia. a) mani giunte: lode. b) mani aperte: disposizione a ricevere. c) braccia e mani aperte: fiducia. d) mani protese: offerta. e) mani sul petto: riconoscenza.
Come si evince da questo elenco, il gesto assume allora un significato profondo e tutt’altro che marginale. Vi sono poi altri due atteggiamenti da considerare, ovvero lo sguardo e la respirazione. L’importanza dello sguardo è significativo, non solo nella preghiera ma in ogni situazione, tanto è vero che vi è il detto che “lo sguardo è lo specchio dell’anima”. Nel nostro caso è necessario fissare lo sguardo su un oggetto o segno allo scopo di favorirne la concentrazione e superare lo stato di distrazione che potrebbe presentarsi.
Per quanto attiene alla respirazione una esperienza antichissima e universale, ci invita a modulare il ritmo della preghiera associandolo alla propria respirazione, attuando così la simbiosi tra spirito, psiche e corpo. Brevemente eccone un accenno diviso in quattro momenti: Primo momento: inspirazione, ossia accogliere. Entra in me. Secondo momento: espirazione, ossia discendere. Verso di te. Terzo momento: pausa, ossia unione. Tutto in te. Quarto momento: inspirazione ossia rinnovarsi. Rinnovato da te.
Qui termino questo articolo dedicato alla preghiera, momento che personalmente ritengo significativo nella propria quotidianità di cammino di vita.