Coriandoli a Milano: un’invenzione milanese
Ormai ci siamo, un ultimo ritocco ai costumi e tra poco più di una settimana sarà Carnevale. Tutta Milano, grandi e piccini, sarà mascherata e pronta a sfilare con gli abiti che variano dai più classici e tradizionali ai più originali e stravaganti.
Cari amici del Carnevale, oggi parleremo di uno degli elementi più importanti di questa festa: i coriandoli, quei piccoli pezzetti di carta colorata che vengono gettati durante le sfilate e le feste in maschera. Si tratta di una tradizione che risale all'antichità, quando i greci usavano gettare getti di farina durante le loro processioni per celebrare l'inizio di una nuova stagione. I coriandoli sono un elemento fondamentale del carnevale.
Già da qualche giorno abbiamo avvistato bambine travestite da principesse o fatine e i maschietti da Zorro o Spiderman. Come da tradizione meneghina ci si radunerà in piazza Duomo e negli altri punti nevralgici della città, pronti a una sfida a colpi di stelle filanti e coriandoli.
Ma a proposito, sapevate che questi ultimi sono un’invenzione milanese? Ebbene sì, il loro creatore fu un ingegnere di Crescenzago, il Cav. Enrico Mangilli, che nel 1875 mise in commercio gli avanzi di fogli colorati usati nella sua fabbrica, una stamperia di tessuti. In particolare, la carta utilizzata era il residuo di quella necessaria per creare le lettiere per i bachi da seta, fondamentali per la sua produzione di filati.
Il nome “coriandolo” però non fu un’idea di Mangilli, anzi era un termine già in uso in tutta Italia, in quanto proprio per il Carnevale, già in epoca rinascimentale, era tradizione gettare sulle sfilate di carri piogge di confetti colorati al cui interno erano racchiusi dei semi di coriandolo. Oltre ai dolciumi era usanza lanciare monete, fiori e gusci d’uova.
Non si può negare all’ingegnere un innegabile fiuto per gli affari, poiché i dischetti di carta furono presto esportati in tutto il mondo e sono tuttora ancora in voga.
Egli contribuì anche alla creazione di un asilo che ospitava i figli delle filatrici della sua fabbrica, e per questo motivo nel cortile dell’Istituto d’infanzia Crescenzago, è presente un busto che lo raffigura. Uno spirito innovatore e all'avanguardia quello dell’ingegnere, che con la sua intuizione di sostituire i confetti con la carta, ha risparmiato a tutti qualche bernoccolo!
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